Yama
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
- poesia n. 509 del luglio 2004
NELL'ORA GRIGIA
nell'ora grigia
della rassegnazione
una musica
yama
NELL'ORA GRIGIA
nell'ora grigia
della rassegnazione
una musica
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:41, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 510 del luglio 2004
IL CANTO DEL VENTO
il canto del vento
scuote via il torpore
del tramonto
yama
IL CANTO DEL VENTO
il canto del vento
scuote via il torpore
del tramonto
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:42, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 663 del marzo 2005
NEI CONSUETI LUOGHI
Cerco il tuo volto
nei consueti luoghi
del muoversi quotidiano.
Cerco il tuo sguardo
nel rincorrersi dei giorni
che sempre più ci separano
che mi affaticano
nell’inseguire il tuo ricordo.
Vorrei incrociare i tuoi occhi
ancora una volta almeno
per dirti tutto quello
che per banale consuetudine
non ho mai pronunciato.
Oggi che l’ovvio
non do più per scontato
e comprendo
come cieco
e sordo
e muto
io sia stato.
yama
NEI CONSUETI LUOGHI
Cerco il tuo volto
nei consueti luoghi
del muoversi quotidiano.
Cerco il tuo sguardo
nel rincorrersi dei giorni
che sempre più ci separano
che mi affaticano
nell’inseguire il tuo ricordo.
Vorrei incrociare i tuoi occhi
ancora una volta almeno
per dirti tutto quello
che per banale consuetudine
non ho mai pronunciato.
Oggi che l’ovvio
non do più per scontato
e comprendo
come cieco
e sordo
e muto
io sia stato.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:43, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 667 del marzo 2005
NUVOLE A CADERE
Nuvole a cadere
dalle scogliere d’oriente
avvolgono orizzonti grigi
e sfumati dallo sfarfallare
candido della neve.
Gelide acque
increspate appena
come scosse
da brividi di freddo
accolgono i fiocchi
dissolvendoli in un baleno
come le lacrime dei sogni
ingoiati dalla realtà.
yama
NUVOLE A CADERE
Nuvole a cadere
dalle scogliere d’oriente
avvolgono orizzonti grigi
e sfumati dallo sfarfallare
candido della neve.
Gelide acque
increspate appena
come scosse
da brividi di freddo
accolgono i fiocchi
dissolvendoli in un baleno
come le lacrime dei sogni
ingoiati dalla realtà.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:43, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 511 del luglio 2004
SUL VECCHIO TRONCO
sul vecchio tronco
le cicatrici antiche
ricordano te
yama
SUL VECCHIO TRONCO
sul vecchio tronco
le cicatrici antiche
ricordano te
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:44, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 512 del luglio 2004
LA LUNA NUOVA
La luna nuova
scaccia quella stagione
ormai finita.
yama
LA LUNA NUOVA
La luna nuova
scaccia quella stagione
ormai finita.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:45, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 513 del luglio 2004
LA PRIMAVERA
La primavera
scaccia l'eco del freddo
dal mio giardino.
yama
LA PRIMAVERA
La primavera
scaccia l'eco del freddo
dal mio giardino.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:45, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 514 del luglio 2004
GUIZZA LA CARPA
Guizza la carpa
e le nubi scorrono
a pelo d'acqua.
yama
GUIZZA LA CARPA
Guizza la carpa
e le nubi scorrono
a pelo d'acqua.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:45, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 515 del luglio 2004
IL MONDO FUGGE
Il mondo fugge
e scompare nel nulla
monta la nebbia.
yama
IL MONDO FUGGE
Il mondo fugge
e scompare nel nulla
monta la nebbia.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:45, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 612 dell'ottobre 2004
PARTENZA
Che strazio leggo
nei suoi occhi che non si staccano da te.
Come stonano
su quel suo sorriso tirato, di circostanza
che ti accompagna sotto la pensilina.
Le ultime raccomandazioni sussurrate
per non tradire l’emozione tremante
e le mani di madre
che non riescono a fermarsi come impazzite
a rassettare un bavero già in ordine
solo per rubare una carezza
per sfiorarti una guancia.
Gioia nei tuoi
che brillano per l’avventura
che ti porta lontano, ormai uomo
con la tua valigia dei sogni ancora intatti
a cercare il tuo avvenire.
Occhi impazienti curiosi e privi di timore
per questo mondo che senti tuo
per quel futuro che impaziente attendi.
Riflessi in un finestrino
vedo la malinconia nei miei.
La gioia per la tua gioia non basta
a scacciare da essi l’ombra dei pensieri.
Da oggi tutto cambierà di nuovo
come già vent’anni fa, quando giungesti.
yama
PARTENZA
Che strazio leggo
nei suoi occhi che non si staccano da te.
Come stonano
su quel suo sorriso tirato, di circostanza
che ti accompagna sotto la pensilina.
Le ultime raccomandazioni sussurrate
per non tradire l’emozione tremante
e le mani di madre
che non riescono a fermarsi come impazzite
a rassettare un bavero già in ordine
solo per rubare una carezza
per sfiorarti una guancia.
Gioia nei tuoi
che brillano per l’avventura
che ti porta lontano, ormai uomo
con la tua valigia dei sogni ancora intatti
a cercare il tuo avvenire.
Occhi impazienti curiosi e privi di timore
per questo mondo che senti tuo
per quel futuro che impaziente attendi.
Riflessi in un finestrino
vedo la malinconia nei miei.
La gioia per la tua gioia non basta
a scacciare da essi l’ombra dei pensieri.
Da oggi tutto cambierà di nuovo
come già vent’anni fa, quando giungesti.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:46, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 592 dell'agosto 2004
RASSEGNAZIONE
Nel dormiveglia dell’alba
va il braccio
sul cuscino a fianco
freddo
su fredde lenzuola.
Riaffiora il pensiero
nella coscienza ancora assopita
e torna la rassegnazione.
Inutile cercare.
yama
RASSEGNAZIONE
Nel dormiveglia dell’alba
va il braccio
sul cuscino a fianco
freddo
su fredde lenzuola.
Riaffiora il pensiero
nella coscienza ancora assopita
e torna la rassegnazione.
Inutile cercare.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:47, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 582 dell'agosto 2004
IN INVERNO
Vorrei passare di qua
il prossimo inverno.
Nel candore della neve
cercare insolite viste
tra i neri tronchi spogli
potendo allungare lo sguardo
oltre quei confini
che le smeraldine quinte estive
non consentono di varcare.
Come in quell’inverno di mio nonno
quando mi portò a vedere il panorama
dalla curva degli ontani e lontano
nel canalone
vidi i cinghiali fuggire.
yama
IN INVERNO
Vorrei passare di qua
il prossimo inverno.
Nel candore della neve
cercare insolite viste
tra i neri tronchi spogli
potendo allungare lo sguardo
oltre quei confini
che le smeraldine quinte estive
non consentono di varcare.
Come in quell’inverno di mio nonno
quando mi portò a vedere il panorama
dalla curva degli ontani e lontano
nel canalone
vidi i cinghiali fuggire.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:47, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 618 del novembre 2004
HANA BI
Calda la mia fronte
fluidifica pensieri
normalmente solidi.
Sono sogni leggeri
che scoppiano espandendosi
sul velluto nero della notte
come fiori di fuoco
brillanti di colore
- hana bi -
che troppo presto sfumano
precipitando …
yama
(nda: hana bi = fiori (hana) di fuoco (bi), come in Giappone chiamano i fuochi d'artificio)
HANA BI
Calda la mia fronte
fluidifica pensieri
normalmente solidi.
Sono sogni leggeri
che scoppiano espandendosi
sul velluto nero della notte
come fiori di fuoco
brillanti di colore
- hana bi -
che troppo presto sfumano
precipitando …
yama
(nda: hana bi = fiori (hana) di fuoco (bi), come in Giappone chiamano i fuochi d'artificio)
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:48, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 600 del settembre 2004
BALLERÒ UN GIGA
Scendono a rotta di collo
i miei pensieri neri.
Sulle pendici del dolore
rotolano come lapilli
infuocati dall’odio
per un Olimpo blasfemo.
Non c’è più ragione
che riesca a rallentarne la corsa
o a mitigarne gli impatti
non c’è amore
capace di soffocare l’odio
e il rancore.
[siano maletetti i vostri baffi
e le vostre barbe
di assassini di sogni]
Mai più verrà
il tempo del perdono
neppure nel momento estremo
della Pietà
quando d'un fiato
berrò il vostro dolore
per dissetare la speranza
e nei sogni rinati
ballerò una giga.
Yama
(dedicata agli incivili che uccidono nel nome di un dio, agli sciacalli di casa nostra che li giustificano bruciando bandiere, ai vigliacchi che hanno paura di far sentire la propria voce e tutto ciò accettano come se fosse la normalità)
BALLERÒ UN GIGA
Scendono a rotta di collo
i miei pensieri neri.
Sulle pendici del dolore
rotolano come lapilli
infuocati dall’odio
per un Olimpo blasfemo.
Non c’è più ragione
che riesca a rallentarne la corsa
o a mitigarne gli impatti
non c’è amore
capace di soffocare l’odio
e il rancore.
[siano maletetti i vostri baffi
e le vostre barbe
di assassini di sogni]
Mai più verrà
il tempo del perdono
neppure nel momento estremo
della Pietà
quando d'un fiato
berrò il vostro dolore
per dissetare la speranza
e nei sogni rinati
ballerò una giga.
Yama
(dedicata agli incivili che uccidono nel nome di un dio, agli sciacalli di casa nostra che li giustificano bruciando bandiere, ai vigliacchi che hanno paura di far sentire la propria voce e tutto ciò accettano come se fosse la normalità)
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- poesia n. 623 del dicembre 2004
SABBIA
Scorre via la mia sabbia
tra dita nodose di mani deboli
che non sanno trattenere
il tuo nome, il tuo volto.
Solo
nel fondo di un bicchiere
cerco una realta fittizia
dove tu m’accarezzi ancora
dove i tuoi occhi sono i miei
e così i pensieri, ma
il sogno si spenge lento
lento
come le lancette inesorabili
del mio tempo.
yama
SABBIA
Scorre via la mia sabbia
tra dita nodose di mani deboli
che non sanno trattenere
il tuo nome, il tuo volto.
Solo
nel fondo di un bicchiere
cerco una realta fittizia
dove tu m’accarezzi ancora
dove i tuoi occhi sono i miei
e così i pensieri, ma
il sogno si spenge lento
lento
come le lancette inesorabili
del mio tempo.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:49, modificato 1 volta in totale.