Yama

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YAMA
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- poesia n. 509 del luglio 2004



NELL'ORA GRIGIA

nell'ora grigia
della rassegnazione
una musica



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- poesia n. 510 del luglio 2004

IL CANTO DEL VENTO

il canto del vento
scuote via il torpore
del tramonto



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- poesia n. 663 del marzo 2005


NEI CONSUETI LUOGHI

Cerco il tuo volto
nei consueti luoghi
del muoversi quotidiano.

Cerco il tuo sguardo
nel rincorrersi dei giorni
che sempre più ci separano
che mi affaticano
nell’inseguire il tuo ricordo.

Vorrei incrociare i tuoi occhi
ancora una volta almeno
per dirti tutto quello
che per banale consuetudine
non ho mai pronunciato.

Oggi che l’ovvio
non do più per scontato
e comprendo

come cieco
e sordo
e muto
io sia stato.



yama
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- poesia n. 667 del marzo 2005

NUVOLE A CADERE

Nuvole a cadere
dalle scogliere d’oriente
avvolgono orizzonti grigi
e sfumati dallo sfarfallare
candido della neve.

Gelide acque
increspate appena
come scosse
da brividi di freddo
accolgono i fiocchi
dissolvendoli in un baleno
come le lacrime dei sogni
ingoiati dalla realtà.


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- poesia n. 511 del luglio 2004

SUL VECCHIO TRONCO

sul vecchio tronco
le cicatrici antiche
ricordano te



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- poesia n. 512 del luglio 2004

LA LUNA NUOVA

La luna nuova
scaccia quella stagione
ormai finita.


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- poesia n. 513 del luglio 2004

LA PRIMAVERA

La primavera
scaccia l'eco del freddo
dal mio giardino.



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- poesia n. 514 del luglio 2004

GUIZZA LA CARPA

Guizza la carpa
e le nubi scorrono
a pelo d'acqua.



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- poesia n. 515 del luglio 2004

IL MONDO FUGGE

Il mondo fugge
e scompare nel nulla
monta la nebbia.


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- poesia n. 612 dell'ottobre 2004

PARTENZA

Che strazio leggo
nei suoi occhi che non si staccano da te.

Come stonano

su quel suo sorriso tirato, di circostanza
che ti accompagna sotto la pensilina.
Le ultime raccomandazioni sussurrate
per non tradire l’emozione tremante

e le mani di madre
che non riescono a fermarsi come impazzite
a rassettare un bavero già in ordine
solo per rubare una carezza
per sfiorarti una guancia.

Gioia nei tuoi

che brillano per l’avventura
che ti porta lontano, ormai uomo
con la tua valigia dei sogni ancora intatti
a cercare il tuo avvenire.
Occhi impazienti curiosi e privi di timore
per questo mondo che senti tuo
per quel futuro che impaziente attendi.

Riflessi in un finestrino
vedo la malinconia nei miei.
La gioia per la tua gioia non basta
a scacciare da essi l’ombra dei pensieri.

Da oggi tutto cambierà di nuovo
come già vent’anni fa, quando giungesti.


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- poesia n. 592 dell'agosto 2004


RASSEGNAZIONE

Nel dormiveglia dell’alba
va il braccio
sul cuscino a fianco

freddo
su fredde lenzuola.

Riaffiora il pensiero
nella coscienza ancora assopita
e torna la rassegnazione.

Inutile cercare.



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- poesia n. 582 dell'agosto 2004


IN INVERNO

Vorrei passare di qua
il prossimo inverno.

Nel candore della neve
cercare insolite viste
tra i neri tronchi spogli
potendo allungare lo sguardo
oltre quei confini
che le smeraldine quinte estive
non consentono di varcare.

Come in quell’inverno di mio nonno
quando mi portò a vedere il panorama
dalla curva degli ontani e lontano

nel canalone

vidi i cinghiali fuggire.



yama
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- poesia n. 618 del novembre 2004

HANA BI

Calda la mia fronte
fluidifica pensieri
normalmente solidi.
Sono sogni leggeri
che scoppiano espandendosi
sul velluto nero della notte
come fiori di fuoco
brillanti di colore
- hana bi -
che troppo presto sfumano
precipitando …



yama



(nda: hana bi = fiori (hana) di fuoco (bi), come in Giappone chiamano i fuochi d'artificio)
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- poesia n. 600 del settembre 2004


BALLERÒ UN GIGA

Scendono a rotta di collo
i miei pensieri neri.

Sulle pendici del dolore
rotolano come lapilli
infuocati dall’odio
per un Olimpo blasfemo.

Non c’è più ragione
che riesca a rallentarne la corsa
o a mitigarne gli impatti
non c’è amore
capace di soffocare l’odio
e il rancore.

[siano maletetti i vostri baffi
e le vostre barbe
di assassini di sogni]

Mai più verrà
il tempo del perdono
neppure nel momento estremo

della Pietà

quando d'un fiato
berrò il vostro dolore
per dissetare la speranza
e nei sogni rinati
ballerò una giga.




Yama



(dedicata agli incivili che uccidono nel nome di un dio, agli sciacalli di casa nostra che li giustificano bruciando bandiere, ai vigliacchi che hanno paura di far sentire la propria voce e tutto ciò accettano come se fosse la normalità)
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- poesia n. 623 del dicembre 2004

SABBIA

Scorre via la mia sabbia
tra dita nodose di mani deboli
che non sanno trattenere
il tuo nome, il tuo volto.

Solo
nel fondo di un bicchiere
cerco una realta fittizia
dove tu m’accarezzi ancora
dove i tuoi occhi sono i miei
e così i pensieri, ma

il sogno si spenge lento

lento
come le lancette inesorabili
del mio tempo.


yama
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