Grazie, Gianni, a nome dei tantissimi morti uccisi in un consapevole delirio di umana ferocia e dei pochissimi sopravvissuti che ancora oggi instancabilmente testimoniano le loro sofferenze.
E pensare che ancora c'è chi nega il genocidio e chi inneggia a quei tempi bui!
Non soltanto ebrei, ma disabili, malati di mente, zingari, omosessuali, politici dissidenti, tutti rinchiusi e sterminati in quei campi che adesso le scolaresche visitano accompagnate da insegnanti e sopravvissuti.
Di questi ultimi ho avuto la fortuna e il piacere di conoscerne uno, Armando, che all'epoca aveva diciassette anni e venne fatto prigioniero insieme al fratello a seguito di una soffiata. Furono internati a Mauthausen e là rimasero fino alla fine quando furono liberati dai russi. Ma, mentre Armando, che pesava 39 kg., si salvò per le cure e le attenzioni ricevute in ospedale, il fratello morì.
Per molti, tanti anni, Armando non riuscì a parlare della propria atroce esperienza finché un giorno, merito della pazienza di una moglie dolcissima, decise di sturare la botte del dolore e, come un fiume in piena, raccontò e raccontò e raccontò........
Ancora oggi, nonostante gli anni inizino a farsi sentire, almeno una volta l'anno accompagna le scolaresche in quel luogo.
Questo raffigurato qui nella foto il giorno del suo matrimonio con Maria è proprio Armando.
