Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi
E il Serpente grigio sarà certamente rinsecchito DAL CALDO SOLE CHE CONTINUERA' A SORGERE.
Grazie Sara,
a presto
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Re: Gianni Regalzi
I BURCE’ ‘D RIVA TANI
Ligna scüra ch’la galegia
ant’la nèbia e suta au sù.
Ligna vègia ch’la ricorda
cul bèl temp che ormai u j’è pü.
Ligna stonca ch’la purtava
gent sincera an mèž al fiüm.
Ligna frigia ch’la scaudava
cul maten-ni ad breina e füm.
L’acqua verda ui caresava
dala sira ala maten-na
e me papà co’u rêm l’andava
fin che la barca l’era pen-na.
Prisi gèra sabbia fen-na
e l’a ‘n fon, nent tont distont,
el prufil d’ina culen-na.
Quond che Tani l’era gross
e ‘n sla riva u j’era la têpa,
me žiu Pierino con la crava,
l’insidiava cuca sêpa.
Edoardo, an po pi ‘n là
an sla ligna ch’la scrusiva,
con u rêm an t’ina mon,
a l’amniva vers la riva.
Luigi, Pietro, Giulio e Mario
co’u Niblen, Pinot e Tavio
co’l burcé e’l pon da mordi,
a j’andavu a trè žü ‘l cordi.
Ma ‘stà gent che ‘n si burcé
la remava ‘n tù sidur,
u j’è armast ormai pü ‘nzên,
i son tücc co’ ‘l creatur.
Gianni Regalzi
(el fiò del Bosch e l’anvud du Smoj)
I BURCHIELLI DEL TANARO
Legno scuro che galleggia
nella nebbia e sotto il sole.
Legno vecchio che ricorda
quel bel tempo che non c’è più.
Legno stanco che portava
gente sincera in mezzo al fium,
legno freddo che scaldava
quelle mattine di brina e fumo.
L’acqua verde li accarezzava
dalla sera alla mattina
e mio papà col remo andava
fino a quando la barca era piena.
Massi, ghiaia, sabbia fine
e all’orizzonte, poco lontano,
il profilo di una collina.
Quando Tanaro era in piena
e sulla riva cresceva il muschio,
mio zio Pierino con l’arpione
agganciava i tronchi.
Edoardo, poco lontano
sulla barca scricchiolante,
con il remo in mano
si avvicinava alla riva.
Luigi, Pietro, Giulio e Mario
con Annibale, Giuseppe ed Ottavio
con i burchielli ed un tozzo di pane
si accingevano a gettare le reti.
Ma di queste persone
che sui burchielli remavano con fatica
non è rimasto nessuno,
sono tutti in Paradiso.
Gianni Regalzi
Ligna scüra ch’la galegia
ant’la nèbia e suta au sù.
Ligna vègia ch’la ricorda
cul bèl temp che ormai u j’è pü.
Ligna stonca ch’la purtava
gent sincera an mèž al fiüm.
Ligna frigia ch’la scaudava
cul maten-ni ad breina e füm.
L’acqua verda ui caresava
dala sira ala maten-na
e me papà co’u rêm l’andava
fin che la barca l’era pen-na.
Prisi gèra sabbia fen-na
e l’a ‘n fon, nent tont distont,
el prufil d’ina culen-na.
Quond che Tani l’era gross
e ‘n sla riva u j’era la têpa,
me žiu Pierino con la crava,
l’insidiava cuca sêpa.
Edoardo, an po pi ‘n là
an sla ligna ch’la scrusiva,
con u rêm an t’ina mon,
a l’amniva vers la riva.
Luigi, Pietro, Giulio e Mario
co’u Niblen, Pinot e Tavio
co’l burcé e’l pon da mordi,
a j’andavu a trè žü ‘l cordi.
Ma ‘stà gent che ‘n si burcé
la remava ‘n tù sidur,
u j’è armast ormai pü ‘nzên,
i son tücc co’ ‘l creatur.
Gianni Regalzi
(el fiò del Bosch e l’anvud du Smoj)
I BURCHIELLI DEL TANARO
Legno scuro che galleggia
nella nebbia e sotto il sole.
Legno vecchio che ricorda
quel bel tempo che non c’è più.
Legno stanco che portava
gente sincera in mezzo al fium,
legno freddo che scaldava
quelle mattine di brina e fumo.
L’acqua verde li accarezzava
dalla sera alla mattina
e mio papà col remo andava
fino a quando la barca era piena.
Massi, ghiaia, sabbia fine
e all’orizzonte, poco lontano,
il profilo di una collina.
Quando Tanaro era in piena
e sulla riva cresceva il muschio,
mio zio Pierino con l’arpione
agganciava i tronchi.
Edoardo, poco lontano
sulla barca scricchiolante,
con il remo in mano
si avvicinava alla riva.
Luigi, Pietro, Giulio e Mario
con Annibale, Giuseppe ed Ottavio
con i burchielli ed un tozzo di pane
si accingevano a gettare le reti.
Ma di queste persone
che sui burchielli remavano con fatica
non è rimasto nessuno,
sono tutti in Paradiso.
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi
HO VISTO UN ANGELO
Impervia era la mia via,
buia come una notte senza luna.
Muri sbrecciati,
cieche finestre,
ali tarpate,
inutili voli,
fiori appassiti.
Arcani silenzi e strazianti ricordi
di passioni lontane
mi offuscavano la mente.
Poi ho visto un Angelo
e d’improvviso è scoppiato il sereno.
Tremendo sereno d’impossibile azzurro
e d’irraggiungibile carezza di luce.
Alessandria, 3 Marzo 2004
Gianni Regalzi
Impervia era la mia via,
buia come una notte senza luna.
Muri sbrecciati,
cieche finestre,
ali tarpate,
inutili voli,
fiori appassiti.
Arcani silenzi e strazianti ricordi
di passioni lontane
mi offuscavano la mente.
Poi ho visto un Angelo
e d’improvviso è scoppiato il sereno.
Tremendo sereno d’impossibile azzurro
e d’irraggiungibile carezza di luce.
Alessandria, 3 Marzo 2004
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi
INCUBO
Un gabbiano appassito al guinzaglio.
Uno scoglio appuntito.
Sulla rena purpurea
il sussurro del mare
che lamenta l’antica canzone.
Tante ombre senza luce d’intorno.
Sbadigli di silenzi.
Pesanti inpenetrabili sipari
sigillano speranze senza eco.
Cerco con ansia, in alto,
la pallida virgola lucente,
ma trovo una fredda falce
su un cielo verde d’erbe e di radici.
Alessandria, 5 novembre 2010
Gianni Regalzi
Un gabbiano appassito al guinzaglio.
Uno scoglio appuntito.
Sulla rena purpurea
il sussurro del mare
che lamenta l’antica canzone.
Tante ombre senza luce d’intorno.
Sbadigli di silenzi.
Pesanti inpenetrabili sipari
sigillano speranze senza eco.
Cerco con ansia, in alto,
la pallida virgola lucente,
ma trovo una fredda falce
su un cielo verde d’erbe e di radici.
Alessandria, 5 novembre 2010
Gianni Regalzi
Re: Gianni Regalzi
Uh, Gianni caro, quanta tristezza nel tuo ultimo componimento!
Per contrasto vorrei farti sorridere un po'.
Guarda qui sotto
http://www.youtube.com/watch?v=BjTOdLRgUOU
Per contrasto vorrei farti sorridere un po'.

http://www.youtube.com/watch?v=BjTOdLRgUOU
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Re: Gianni Regalzi
RIFLESSIONI
Un colombo malato.
Una bambola rotta.
Una fronte che scotta.
Tanta pena nel cuor.
Nel giardino d’inverno
non germoglia la foglia,
e rimane la voglia
del profumo dei fior
Ma l’estate è lontana
e la vecchia contrada
ripropone la strada
dell’antico dolor.
Alessandria, 12 novembre 2010
Gianni Regalzi
Un colombo malato.
Una bambola rotta.
Una fronte che scotta.
Tanta pena nel cuor.
Nel giardino d’inverno
non germoglia la foglia,
e rimane la voglia
del profumo dei fior
Ma l’estate è lontana
e la vecchia contrada
ripropone la strada
dell’antico dolor.
Alessandria, 12 novembre 2010
Gianni Regalzi
Re: Gianni Regalzi
No, Gianni......non fare così.....
guarda e rallegrati!

guarda e rallegrati!

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Re: Gianni Regalzi
E TU NON CI SEI
E Tu non ci sei;
Scroscio di pioggia
sull’appannato specchio della memoria.
E Tu non ci sei;
Morgana visione
mi trascina in una danza senza senso.
L’ossessivo sciabordio
di consumate parole ferisce il mio tempo.
Chissà se verrà!
Inquietante attesa.
Impenetrabile coltre d’inutile speranza
mi proibisce l’orizzonte.
La luce s’è accesa e s’è subito spenta.
La luna spietata più fredda del gelo mi guarda,
dal nero più nero del cielo.
Chissà se verrà!!!
Alessandria, 31 Luglio 2007
Gianni Regalzi
E Tu non ci sei;
Scroscio di pioggia
sull’appannato specchio della memoria.
E Tu non ci sei;
Morgana visione
mi trascina in una danza senza senso.
L’ossessivo sciabordio
di consumate parole ferisce il mio tempo.
Chissà se verrà!
Inquietante attesa.
Impenetrabile coltre d’inutile speranza
mi proibisce l’orizzonte.
La luce s’è accesa e s’è subito spenta.
La luna spietata più fredda del gelo mi guarda,
dal nero più nero del cielo.
Chissà se verrà!!!
Alessandria, 31 Luglio 2007
Gianni Regalzi
Re: Gianni Regalzi
La tua RIFLESSIONI mi ricorda, per l'uso del metro, Pianto Antico del vate Carducci, con la quale condividi anche un paio di rime. Già solo per questa e per l'immagini evocate non poteva che piacermi.
L'ultima poesia invece mi piace perché mi evoca un sentimento di tristezza profonda che io condivido, vuoi perché le tue parole sono state capaci di suscitare tale emozione, vuoi perché tale emozione era già in me da tempo (come in effetti debbo riconoscere) e la tua poesia ha riportato a galla un tal sentimento, ma con dolcezza, molta più dolcezza di quanto io non avrei detto perché basta che tu legga l'ultimo componimento da me pubblicato su questo forum per renderti conto di come vedo la mia situazione intima: un continuum di enjambement senza fine, un affanno unico, allitterazioni scabrose ed immagini tetre che si concludono quando il ritmo ti vorrebbe far continuare: una fine troncata, precoce.
Grazie del bel poema, non saprei davvero che aggiungere!
L'ultima poesia invece mi piace perché mi evoca un sentimento di tristezza profonda che io condivido, vuoi perché le tue parole sono state capaci di suscitare tale emozione, vuoi perché tale emozione era già in me da tempo (come in effetti debbo riconoscere) e la tua poesia ha riportato a galla un tal sentimento, ma con dolcezza, molta più dolcezza di quanto io non avrei detto perché basta che tu legga l'ultimo componimento da me pubblicato su questo forum per renderti conto di come vedo la mia situazione intima: un continuum di enjambement senza fine, un affanno unico, allitterazioni scabrose ed immagini tetre che si concludono quando il ritmo ti vorrebbe far continuare: una fine troncata, precoce.
Grazie del bel poema, non saprei davvero che aggiungere!
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Re: Gianni Regalzi
SHOAH
Non è il vostro silenzio
che cancellerà i numeri di fuoco
indelebilmente impressi
sul mio braccio bambino.
Non è il vostro silenzio
che riaccenderà la luce dei miei occhi
accecati dal fumo
denso di urla silenziose.
Non è il vostro silenzio
che ridonerà vigore
alle mie scarne membra
incapaci di muoversi.
Non è il vostro silenzio
che rasserenerà il grido
disperato d’un bimbo
strappato dal petto della madre
straziata dal dolore.
Non è il vostro silenzio,
ma il nostro urlo.
…Per non dimenticare
Alessandria, 27 gennaio 2007 Giorno della Memoria
Gianni Regalzi
Non è il vostro silenzio
che cancellerà i numeri di fuoco
indelebilmente impressi
sul mio braccio bambino.
Non è il vostro silenzio
che riaccenderà la luce dei miei occhi
accecati dal fumo
denso di urla silenziose.
Non è il vostro silenzio
che ridonerà vigore
alle mie scarne membra
incapaci di muoversi.
Non è il vostro silenzio
che rasserenerà il grido
disperato d’un bimbo
strappato dal petto della madre
straziata dal dolore.
Non è il vostro silenzio,
ma il nostro urlo.
…Per non dimenticare
Alessandria, 27 gennaio 2007 Giorno della Memoria
Gianni Regalzi
Re: Gianni Regalzi
Ciao, Gianni
Da quanto tempo!
Hai fatto bene a ricordarci "il giorno della memoria"

Hai fatto bene a ricordarci "il giorno della memoria"
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Re: Gianni Regalzi
PER UN ISTANTE ANCORA
Per un istante ancora ho riascoltato
Quell’eco d’un ricordo
Che s’era addormentato nella mente.
Era una calda sera
La musica baciava la mia pelle
E la tua pelle chiara
Bruciava nell’incanto della luna.
L’affanno dei respiri
In armonia col divenir dell’onde
Parlavano alla notte
Che s’era per incanto illuminata.
D’intorno il tutto e il nulla.
Vertigini e emozioni sconosciute.
Profumi di peccato
Confusi con il rosa dell’aurora.
Ora il mio tardo autunno
Rievoca violento quel ricordo,
ma presto, molto presto
arriverà l’inverno col suo gelo.
Alessandria, 1 febbraio 2011
Gianni Regalzi
Per un istante ancora ho riascoltato
Quell’eco d’un ricordo
Che s’era addormentato nella mente.
Era una calda sera
La musica baciava la mia pelle
E la tua pelle chiara
Bruciava nell’incanto della luna.
L’affanno dei respiri
In armonia col divenir dell’onde
Parlavano alla notte
Che s’era per incanto illuminata.
D’intorno il tutto e il nulla.
Vertigini e emozioni sconosciute.
Profumi di peccato
Confusi con il rosa dell’aurora.
Ora il mio tardo autunno
Rievoca violento quel ricordo,
ma presto, molto presto
arriverà l’inverno col suo gelo.
Alessandria, 1 febbraio 2011
Gianni Regalzi
Re: Gianni Regalzi
Caro Gianni, leggendo i tuoi versi “ per un istante ancora “
mi sono ritrovato di fronte ad uno specchio costretto a rivivere
ciò che fu sogno - col senno di poi, ma anche ad una seria riflessione
sul fatto che presto arriverà l'inverno * col suo gelo.
Con rinnovata stima
sabatino
mi sono ritrovato di fronte ad uno specchio costretto a rivivere
ciò che fu sogno - col senno di poi, ma anche ad una seria riflessione
sul fatto che presto arriverà l'inverno * col suo gelo.
Con rinnovata stima
sabatino
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Re: Gianni Regalzi
NON VOGLIO PIU’ NULLA
Non voglio più vedere la luce del sole,
le sue spade mi feriscono l’anima.
Oscurate con un velo di nuvole nere
quella pallida luna,
un giorno mi regalava notti di quiete,
ora mi perseguita con il suo ambiguo languore.
Recidete con l’affilata falce i fiori di tutti i giardini:
rose, viole e tulipani, né il loro colore,
né il loro profumo m’inteneriscono più il cuore.
Essiccate le rogge, spegnete gli arcobaleni,
cambiare i sorrisi col pianto,
spegnete le note del vento
….. non resta che l’oblio
a ristorare la mia perduta mente.
Alessandria, 4 Marzo 2004
Gianni Regalzi
Non voglio più vedere la luce del sole,
le sue spade mi feriscono l’anima.
Oscurate con un velo di nuvole nere
quella pallida luna,
un giorno mi regalava notti di quiete,
ora mi perseguita con il suo ambiguo languore.
Recidete con l’affilata falce i fiori di tutti i giardini:
rose, viole e tulipani, né il loro colore,
né il loro profumo m’inteneriscono più il cuore.
Essiccate le rogge, spegnete gli arcobaleni,
cambiare i sorrisi col pianto,
spegnete le note del vento
….. non resta che l’oblio
a ristorare la mia perduta mente.
Alessandria, 4 Marzo 2004
Gianni Regalzi
Re: Gianni Regalzi
Grazie per la notifica, Gianni.
Ho letto con interesse la tua composizione " non voglio più nulla " .
E' facilmente percepibile la forza impressa nelle parole le quali esprimono sentimenti apocalittici.
Il dramma estremo. Mi sbaglio ?
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sabatino
Ho letto con interesse la tua composizione " non voglio più nulla " .
E' facilmente percepibile la forza impressa nelle parole le quali esprimono sentimenti apocalittici.
Il dramma estremo. Mi sbaglio ?
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sabatino