Gianni Regalzi
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FIORE ALL’OMBRA DEL CALDO VENTO
Fiori, colori e caldo vento.
Chiare ombre nello specchio dei suoi occhi.
Vertigini d’assoluto sulla sua torride pelle.
Reali illusioni di Acido nelle mie vene
e nella mia mente, si mescevano alle volute
di cieli di fumo che mi bruciavano la gola.
Ancora fiori e onde e sogni,
sparsi nello spazio d’un mattino.
Un lontano e dolce e violento e irripetibile
mattino che crudelmente recideva
quell’unico mio Fiore, all’ombra del caldo vento.
Alessandria, 26 Agosto 2001 (26 Agosto 1971)
Gianni Regalzi
Fiori, colori e caldo vento.
Chiare ombre nello specchio dei suoi occhi.
Vertigini d’assoluto sulla sua torride pelle.
Reali illusioni di Acido nelle mie vene
e nella mia mente, si mescevano alle volute
di cieli di fumo che mi bruciavano la gola.
Ancora fiori e onde e sogni,
sparsi nello spazio d’un mattino.
Un lontano e dolce e violento e irripetibile
mattino che crudelmente recideva
quell’unico mio Fiore, all’ombra del caldo vento.
Alessandria, 26 Agosto 2001 (26 Agosto 1971)
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La tradizione popolare alessandrina riconosce in San Baudolino
il protettore della città. Si racconta che nel X° secolo Baudolino abbia liberato
soltanto con un cenno della mano, le campagne alessandrine da una
invasione di oche che stava devastando i raccolti e che avrebbe portato
la carestia.
Al nostro protettore ho dedicato questi versi in vernacolo.
SAN BAUDULEN
A Ruma u j’è San Peder,
San Giuani a l’è a Tiren
e chi, smentiumsa nenta,
u j’è San Baudulen.
San Peder l’è ‘l prim Papa,
San Giuani el predicatur
e Baudulen per noi,
a l’è u salvatur.
I chёntu che ‘na vota,
tònc e tònc ani fà,
la gent us lamentava
e la sava pü se fè,
per vea dla manconsa
ad roba da mangè.
Ad pagnoti na j’era pochi
per culpa ad tütt cul j’ochi.
Ansёn u l’ha mai scricc
d’andò chi fiusu amniji
ma me a sòn sicür
is bufavu el gron di Uiji.
Mòngia ancò e mòngia admon
el gron di Uiji a l’hon finì
e vulònda acme na mòndria,
i sòn rivaji fina a Lisòndria.
U j’era mea ad solusiòn
i bativu coi bastòn,
ma cul j’ochi con baldonsa,
s’ampinivu semp la ponsa.
I mangiavu ‘cme del luchi,
i curivu da chi e da là
chi smiavu tüti ciuchi
a miliòn, an tücc i prà.
La gent l’era disperaja:
“meca fuma sensa gròn,
ui sarà la carestea,
a puduma pu fè ‘l pon”.
U Signur ch’l’avghiva tütt,
l’ha parlà con Baudulen
e u j’ha dicc tütt an tin fià:
“Salva su sti piligren”.
Baudulen, l’era eremita
e al viviva an Santità,
tut’antrea la sò vita,
an ti bosch e ammez ai prà.
A l’hon sübit facc bugè
el paroli du Signur
e l’è curs ammès al j’ochi
sensa nonch laves el mur.
Che prodigio, oh! Meraveja,
u j’è basta ausè na mòn
che cul j’ochi bèle piòn,
i son vulaji tüti vèa.
Tutt la gent l’era cuntenta,
la criava “Baudulen
tei u noster salvatur,
u t’ha mandà propi u Signur”.
Fantasia o verità?
Noi auruma nonch pensei,
Baudulen a l’è sens’ater
prutetur ad stà Sità.
Lisondria, 7 Dicember 2001
Gianni Regalzi
(El fiò del Bosch e l’anvud du Smoj)
TRADUZIONE
SAN BAUDOLINO
A Roma c’è San Pietro,
San Giovanni è a Torino
e qui, non dimentichiamo,
c’è San Baudolino.
San Pietro è il primo Papa
San Giovanni il predicatore
e Baudolino per noi,
è il Salvatore.
Si racconta che un tempo,
molti anni fa,
la popolazione si lamentava
e non sapeva come comportarsi,
per la penuria di cibo.
Il pane scarseggiava
A causa dell’invasione
delle oche selvatiche.
Nessuno ha mai scritto
da dove fossero arrivate,
ma sono certo
che stavano devastando i campi di Oviglio.
Mangia oggi e mangia domani
hanno distrutto tutto il raccolto
e volando in formazione
sono giunte fino ad Alessandria.
Non c’erano soluzioni
si batteva con i bastoni,
ma quelle con baldanza,
si riempivano la pancia.
Mangiavano senza tregua,
strarnazzavano in ogni dove
come se fossero ubriache
erano milioni in tutti i prati.
La popolazione era disperata:
“come faremo senza grano,
ci sarà la carestia,
non possiamo più fare il pane.
Padre Eterno che vede ogni cosa,
parlò con Baudolino
e a spron battuto gli disse:
“Salva questa povera gente”.
Baudolino era eremita
e viveva in santità,
tutta la sua vita,
nei boschi e nei prati.
Le parole del Signore
lo hanno subito fatto agire
e si precipitato tra le oche
senza attendere un istante.
Che prodigio, quale meraviglia,
gli è bastato alzare una mano
per far volar via tutte le oche.
La popolazione era entusiasta,
gridava:”Baudolino,
sei il nostro salvatore,
ti ha mandato il Signore.
Fantasia o verità?
Non vogliamo mettere nulla in dubbio,
Baudolino è ad ogni modo
protettore della nostra città.
Alessandria, 7 Dicembre 2001
Gianni Regalzi
il protettore della città. Si racconta che nel X° secolo Baudolino abbia liberato
soltanto con un cenno della mano, le campagne alessandrine da una
invasione di oche che stava devastando i raccolti e che avrebbe portato
la carestia.
Al nostro protettore ho dedicato questi versi in vernacolo.
SAN BAUDULEN
A Ruma u j’è San Peder,
San Giuani a l’è a Tiren
e chi, smentiumsa nenta,
u j’è San Baudulen.
San Peder l’è ‘l prim Papa,
San Giuani el predicatur
e Baudulen per noi,
a l’è u salvatur.
I chёntu che ‘na vota,
tònc e tònc ani fà,
la gent us lamentava
e la sava pü se fè,
per vea dla manconsa
ad roba da mangè.
Ad pagnoti na j’era pochi
per culpa ad tütt cul j’ochi.
Ansёn u l’ha mai scricc
d’andò chi fiusu amniji
ma me a sòn sicür
is bufavu el gron di Uiji.
Mòngia ancò e mòngia admon
el gron di Uiji a l’hon finì
e vulònda acme na mòndria,
i sòn rivaji fina a Lisòndria.
U j’era mea ad solusiòn
i bativu coi bastòn,
ma cul j’ochi con baldonsa,
s’ampinivu semp la ponsa.
I mangiavu ‘cme del luchi,
i curivu da chi e da là
chi smiavu tüti ciuchi
a miliòn, an tücc i prà.
La gent l’era disperaja:
“meca fuma sensa gròn,
ui sarà la carestea,
a puduma pu fè ‘l pon”.
U Signur ch’l’avghiva tütt,
l’ha parlà con Baudulen
e u j’ha dicc tütt an tin fià:
“Salva su sti piligren”.
Baudulen, l’era eremita
e al viviva an Santità,
tut’antrea la sò vita,
an ti bosch e ammez ai prà.
A l’hon sübit facc bugè
el paroli du Signur
e l’è curs ammès al j’ochi
sensa nonch laves el mur.
Che prodigio, oh! Meraveja,
u j’è basta ausè na mòn
che cul j’ochi bèle piòn,
i son vulaji tüti vèa.
Tutt la gent l’era cuntenta,
la criava “Baudulen
tei u noster salvatur,
u t’ha mandà propi u Signur”.
Fantasia o verità?
Noi auruma nonch pensei,
Baudulen a l’è sens’ater
prutetur ad stà Sità.
Lisondria, 7 Dicember 2001
Gianni Regalzi
(El fiò del Bosch e l’anvud du Smoj)
TRADUZIONE
SAN BAUDOLINO
A Roma c’è San Pietro,
San Giovanni è a Torino
e qui, non dimentichiamo,
c’è San Baudolino.
San Pietro è il primo Papa
San Giovanni il predicatore
e Baudolino per noi,
è il Salvatore.
Si racconta che un tempo,
molti anni fa,
la popolazione si lamentava
e non sapeva come comportarsi,
per la penuria di cibo.
Il pane scarseggiava
A causa dell’invasione
delle oche selvatiche.
Nessuno ha mai scritto
da dove fossero arrivate,
ma sono certo
che stavano devastando i campi di Oviglio.
Mangia oggi e mangia domani
hanno distrutto tutto il raccolto
e volando in formazione
sono giunte fino ad Alessandria.
Non c’erano soluzioni
si batteva con i bastoni,
ma quelle con baldanza,
si riempivano la pancia.
Mangiavano senza tregua,
strarnazzavano in ogni dove
come se fossero ubriache
erano milioni in tutti i prati.
La popolazione era disperata:
“come faremo senza grano,
ci sarà la carestia,
non possiamo più fare il pane.
Padre Eterno che vede ogni cosa,
parlò con Baudolino
e a spron battuto gli disse:
“Salva questa povera gente”.
Baudolino era eremita
e viveva in santità,
tutta la sua vita,
nei boschi e nei prati.
Le parole del Signore
lo hanno subito fatto agire
e si precipitato tra le oche
senza attendere un istante.
Che prodigio, quale meraviglia,
gli è bastato alzare una mano
per far volar via tutte le oche.
La popolazione era entusiasta,
gridava:”Baudolino,
sei il nostro salvatore,
ti ha mandato il Signore.
Fantasia o verità?
Non vogliamo mettere nulla in dubbio,
Baudolino è ad ogni modo
protettore della nostra città.
Alessandria, 7 Dicembre 2001
Gianni Regalzi
Quando c'è una invasione di cavallette invece di disperarsi ne dovrebbero fare grande raccolta:Sono nutrientissime arrostite(tutti gli eremiti desertici e sinaitici se ne cibavano)o ridotte in polvere dopo averle essiccate,Io mandai una lettera al presidente di una organizzazione pro popolazioni devastate dalle cavallette,consigliandogli quanto sopra.Mi scrisse che ci stavano pensando:niente inquinamento con pesticidi,polvere alimentare di cavallette e spiedini arrosto.,e niente pianti impotenti,
Qui invece di scacciarle le oche avrebbero dovuto ringraziare il Signore che li aveva mandate e in abbomdanza:oca all'arancia e fois gras per tutti.
Qui invece di scacciarle le oche avrebbero dovuto ringraziare il Signore che li aveva mandate e in abbomdanza:oca all'arancia e fois gras per tutti.
ito nami
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IL TUO CIGNO NON VOLERÁ MAI PIÙ
Il tuo cigno non spiccherà mai il volo.
Hai imbrattato le sue virginee ali
con assurde pretese e volgari inganni.
Non insistere, non incitarlo a volare,
è troppo tardi.
La tua roggia sorgiva d’acqua cristallina,
è diventata un putrido pantano,
infetto di nauseanti sotterfugi
e biechi compromessi.
Ora, quel niveo cigno
s’è mutato in nero corvo malato
che sbatte le sue monche ali
nel tuo fetido pantano.
Alessandria, 6 Dicembre 2007
Gianni Regalzi
Il tuo cigno non spiccherà mai il volo.
Hai imbrattato le sue virginee ali
con assurde pretese e volgari inganni.
Non insistere, non incitarlo a volare,
è troppo tardi.
La tua roggia sorgiva d’acqua cristallina,
è diventata un putrido pantano,
infetto di nauseanti sotterfugi
e biechi compromessi.
Ora, quel niveo cigno
s’è mutato in nero corvo malato
che sbatte le sue monche ali
nel tuo fetido pantano.
Alessandria, 6 Dicembre 2007
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LA LUCE DEL TULIPANO
Mi sfugge l’assoluto,
solo l’apparenza mi violenta.
Maschere di cera in ogni dove,
maschere di granito, tutte uguali,
maschere di gesso pitturate.
Quel cane è un cane,
quell’auto che ruggisce è fumo e scorie
che mi confondono il profumo di primavera.
Solo quel tulipano dietro la vetrina
mi rivela una strana luce.
Non è soltanto un fiore,
è una speranza,
un volto,
un bacio mai donato,
un segreto mai svelato;
è un sospiro sospeso,
nell’attesa di quel battito di ciglia
che durerà oltre l'eterno tempo.
Alessandria, 19 Febbraio 2007
Gianni regalzi
Mi sfugge l’assoluto,
solo l’apparenza mi violenta.
Maschere di cera in ogni dove,
maschere di granito, tutte uguali,
maschere di gesso pitturate.
Quel cane è un cane,
quell’auto che ruggisce è fumo e scorie
che mi confondono il profumo di primavera.
Solo quel tulipano dietro la vetrina
mi rivela una strana luce.
Non è soltanto un fiore,
è una speranza,
un volto,
un bacio mai donato,
un segreto mai svelato;
è un sospiro sospeso,
nell’attesa di quel battito di ciglia
che durerà oltre l'eterno tempo.
Alessandria, 19 Febbraio 2007
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DOLCE SCONOSCIUTA
Dolce sconosciuta,
dagl’occhi come ‘l cielo,
color di perla sono i tuoi capelli.
Scorgo malinconia nel tuo sguardo
e leggo sofferenza nei tuoi pensieri.
La vita ti ha negato i desideri
che un giorno coltivavi con speranza,
ma tutta quella vita che ti avanza
riserverà per te gioia infinita.
Lasciati cullare dalla vita,
lascia che il sole ti rispecchi gl’occhi,
scaccia l’argento prima che ti tocchi;
non è la giovinezza tua finita.
Alessandria, 6 Ottobre 2006
Gianni Regalzi
gianni.regalzi@libero.it
Dolce sconosciuta,
dagl’occhi come ‘l cielo,
color di perla sono i tuoi capelli.
Scorgo malinconia nel tuo sguardo
e leggo sofferenza nei tuoi pensieri.
La vita ti ha negato i desideri
che un giorno coltivavi con speranza,
ma tutta quella vita che ti avanza
riserverà per te gioia infinita.
Lasciati cullare dalla vita,
lascia che il sole ti rispecchi gl’occhi,
scaccia l’argento prima che ti tocchi;
non è la giovinezza tua finita.
Alessandria, 6 Ottobre 2006
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YOUR HAND ON MY SHOULDER
(LA TUA MANO SULLA MIA SPALLA)
Eran giorni di noia,
quei giorni che non sai se esiste il sole.
All’improvviso poi
il timido sfiorar della Tua mano,
un unico sorriso,
ed è scoppiata in me l’eternità.
Non so cos’ho pensato,
la gioia m’ha avvolto a tutto tondo,
il nero e opaco velo
che stava soffocando la mia mente,
di getto s’è squarciato
e in un solo istante mi ha svelato
una speranza nuova:
un’alba che mai più tramonterà.
Alessandria, 2 Ottobre 2006
Gianni Regalzi
(LA TUA MANO SULLA MIA SPALLA)
Eran giorni di noia,
quei giorni che non sai se esiste il sole.
All’improvviso poi
il timido sfiorar della Tua mano,
un unico sorriso,
ed è scoppiata in me l’eternità.
Non so cos’ho pensato,
la gioia m’ha avvolto a tutto tondo,
il nero e opaco velo
che stava soffocando la mia mente,
di getto s’è squarciato
e in un solo istante mi ha svelato
una speranza nuova:
un’alba che mai più tramonterà.
Alessandria, 2 Ottobre 2006
Gianni Regalzi
Voglia di nulla, belli questi versi, sembra "voglia-desiderio" di qualcosa che non c'è o che non si ha, questo rende tutti noi vulnerabili e a volte insofferenti. A me capita di essere insofferente di fronte alla poca concretezza, alla troppa apparenza che aleggia al mondo di oggi, in un mondo fatto si di esteriorità ma, l'interiorità ? dove la mettiamo ?
Ciao, Daniela
Ciao, Daniela
DANY 74 TR
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SCAGLIE DI SOGNO
Scaglie di sogno e frammenti d’inquietudine,
sono sospesi nell’irreale atmosfera
di questa mia attesa infinita.
La fatua speranza che m’illude di raggiungerti
in quell’universo senza tempo che t’appartiene
e che forse non m’appartiene, è timida come
un’impronta sulla breve rena prima della burrasca.
Ho aperto la porta del sogno e sei presente,
ma è solo un sogno, un incantevole sogno.
Diversa è la crudele realtà che mi divora.
Inutile illusione, solo freddo e gelo di nascosta tenebra
in questa insostenibile apparenza di infernale risacca
altalenante di effimere gioie e violento e persistente
dolore tra ombra e fioca luce.
Alessandria, Febbraio 2007
Gianni Regalzi
Scaglie di sogno e frammenti d’inquietudine,
sono sospesi nell’irreale atmosfera
di questa mia attesa infinita.
La fatua speranza che m’illude di raggiungerti
in quell’universo senza tempo che t’appartiene
e che forse non m’appartiene, è timida come
un’impronta sulla breve rena prima della burrasca.
Ho aperto la porta del sogno e sei presente,
ma è solo un sogno, un incantevole sogno.
Diversa è la crudele realtà che mi divora.
Inutile illusione, solo freddo e gelo di nascosta tenebra
in questa insostenibile apparenza di infernale risacca
altalenante di effimere gioie e violento e persistente
dolore tra ombra e fioca luce.
Alessandria, Febbraio 2007
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HO SENTITO IL TUO RESPIRO
Mi opprime questa notte nera come la pece
che entra in ogni mia fibra e mi soffoca la mente.
Vuoti suoni, ombre malvagie, scuri ed arcani presagi
incatenano i miei pensieri.
Cerco la luce che non trovo
ed anche lo specchio mi è muto.
Sto sprofondando nell’abisso
e precipitando tendo la mano.
Un suono, dapprima lieve e lontano
come un sogno, poi, poco a poco
più vicino e reale mi soccorre,
mi conforta, mi solleva,
mi rinfranca e mi ristora.
Una flebile scintilla
che diventa luce intensa.
Il nero della notte scompare,
è il tuo respiro;
Questa notte t’ho sentita Respirare.
Alessandria, 3 Marzo 2004
Gianni Regalzi
Mi opprime questa notte nera come la pece
che entra in ogni mia fibra e mi soffoca la mente.
Vuoti suoni, ombre malvagie, scuri ed arcani presagi
incatenano i miei pensieri.
Cerco la luce che non trovo
ed anche lo specchio mi è muto.
Sto sprofondando nell’abisso
e precipitando tendo la mano.
Un suono, dapprima lieve e lontano
come un sogno, poi, poco a poco
più vicino e reale mi soccorre,
mi conforta, mi solleva,
mi rinfranca e mi ristora.
Una flebile scintilla
che diventa luce intensa.
Il nero della notte scompare,
è il tuo respiro;
Questa notte t’ho sentita Respirare.
Alessandria, 3 Marzo 2004
Gianni Regalzi
ito nami ha scritto:Ma questo Es o Id l'hai preso per la sentina dell'Io,caro.Scusabile dato che sei un freudiano."Strappa la spina e passa a"Jung :lui là ci ha messo anche tante cose buone per l'Io e per l'umanità.
BEL PENSIERO, RICALCA BENE SITUAZIONI DEI GIORNI D'OGGI, SEMBRANDO DI ESSERE PRESENTI NELLE SCENE DESCRITTE...E' PROPRIO QUESTO IL BELLO ED IL PIACERE DI SCRIVERE...IMMEDESIMARSI NELLE EMOZIONI, SENTIRE DENTRO QUALCOSA CHE SI SCUOTE...COME GLI ATTORI IN UN FILM.
GRAZIE,
DANIELA
DANY 74 TR
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NOVEMBRE
M’immergo nel ricordo del profumo
di quell’afosa estate ormai lontana,
in quest’uggioso occaso di novembre
che col suo grigio manto
ha spento ogni speranza di colore.
D’incanto mi riaffiorano alla mente
soavi melodie e intensa luci
a piene mani sparse da quel sole
che con superbo canto
a picco ristorava i miei pensieri.
Ma ora il sole è un sogno
e sui malati vetri
Novembre piange pioggia di dolore.
Alessandria, 9 novembre 2009
Gianni Regalzi
M’immergo nel ricordo del profumo
di quell’afosa estate ormai lontana,
in quest’uggioso occaso di novembre
che col suo grigio manto
ha spento ogni speranza di colore.
D’incanto mi riaffiorano alla mente
soavi melodie e intensa luci
a piene mani sparse da quel sole
che con superbo canto
a picco ristorava i miei pensieri.
Ma ora il sole è un sogno
e sui malati vetri
Novembre piange pioggia di dolore.
Alessandria, 9 novembre 2009
Gianni Regalzi
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IMPOSSIBILE ARRIVEDERCI
Fantasmi di “Mi ricordo”
immersi nel miele dei “C’era una volta”,
ricompongono quel passato vissuto
nel profumo dell’irripetibile.
Fiori di ciliegio in sussurri di vento.
Volo d’aquilone sulla terza stella a destra
riflesso nello sguardo sinistro
d’una bambola rotta e l’incolmabile
desiderio d’un impossibile “Arrivederci”,
mi bruciano l’anima.
Alessandria 24 Novembre 2004
Gianni Regalzi
Fantasmi di “Mi ricordo”
immersi nel miele dei “C’era una volta”,
ricompongono quel passato vissuto
nel profumo dell’irripetibile.
Fiori di ciliegio in sussurri di vento.
Volo d’aquilone sulla terza stella a destra
riflesso nello sguardo sinistro
d’una bambola rotta e l’incolmabile
desiderio d’un impossibile “Arrivederci”,
mi bruciano l’anima.
Alessandria 24 Novembre 2004
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Jiajia
(Dedicata ad una amica venuta da lontano)
Sconosciuta perla ambrata
che profumi di misterioso Oriente
questa opaca atmosfera d’avara luce.
Sentori di mandorlo in fiore sono i tuoi occhi.
Generose ninfee le tue labbra
e miraggio di petalo rosa accarezzato dal vento
quel tuo velato sorriso.
Alessandria, 10 novembre 2009
Gianni Regalzi
(Dedicata ad una amica venuta da lontano)
Sconosciuta perla ambrata
che profumi di misterioso Oriente
questa opaca atmosfera d’avara luce.
Sentori di mandorlo in fiore sono i tuoi occhi.
Generose ninfee le tue labbra
e miraggio di petalo rosa accarezzato dal vento
quel tuo velato sorriso.
Alessandria, 10 novembre 2009
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NEL MIO SUNTATO LAPIS “L’INFINITO”
A volte stranamente mi succede
d’avere il desiderio
di rendere il mio attimo infinito.
In quel preciso istante
d’intorno tutto quanto si fa nulla,
soltanto il mio momento
dilata le sue ali all’universo.
Il mio spuntato lapis più non basta,
il foglio troppo spesso si fa breve,
ma scrivo e scrivo e scrivo.
Ed ecco che d’incanto il mio momento
che per l’intero mondo nulla conta
diventa intensa luce
che illumina d’eterno la mia mente.
Alessandria, 16 novembre 2009
Gianni Regalzi
gianni.regalzi@libero.it
A volte stranamente mi succede
d’avere il desiderio
di rendere il mio attimo infinito.
In quel preciso istante
d’intorno tutto quanto si fa nulla,
soltanto il mio momento
dilata le sue ali all’universo.
Il mio spuntato lapis più non basta,
il foglio troppo spesso si fa breve,
ma scrivo e scrivo e scrivo.
Ed ecco che d’incanto il mio momento
che per l’intero mondo nulla conta
diventa intensa luce
che illumina d’eterno la mia mente.
Alessandria, 16 novembre 2009
Gianni Regalzi
gianni.regalzi@libero.it