Yama
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
- poesia n. 243 del novembre 2003
NELL’ATTESA
(quasi cronaca di un viaggio)
Scorrono giorni di sale
in questo autunno mite
disegnato da voli di gabbiani
su rossi tramonti e tenui pastelli d’alba
nell’apparente assenza di tempesta.
Giorni assolati che attendono
nubi nere calare da nord-est,
con pigra superficialità
vinta solo da curiosa attesa.
Senza vento il sole non basta
a spiegare la mia vela
e quella io voglio per andare lontano
senza la puzza di olio bruciato
senza i rimbombi di un motore
ascoltando soltanto quel vento
che mi porta il profumo di te,
[Maremma].
yama
NELL’ATTESA
(quasi cronaca di un viaggio)
Scorrono giorni di sale
in questo autunno mite
disegnato da voli di gabbiani
su rossi tramonti e tenui pastelli d’alba
nell’apparente assenza di tempesta.
Giorni assolati che attendono
nubi nere calare da nord-est,
con pigra superficialità
vinta solo da curiosa attesa.
Senza vento il sole non basta
a spiegare la mia vela
e quella io voglio per andare lontano
senza la puzza di olio bruciato
senza i rimbombi di un motore
ascoltando soltanto quel vento
che mi porta il profumo di te,
[Maremma].
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:05, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 397 del marzo 2004
ERA LA MIA CITTÀ
Percorro strade che nel ricordo vivono
come se solo un giorno fosse passato.
Osservo facciate, ancora le stesse di allora,
immobili nel trascorrere del tempo.
Guardo vetrine di negozi che son parte
della memoria e risento i profumi
e rivedo i colori, ricordo di anni passati.
Eppure nella gente
non scorgo lineamenti familiari di visi
visti e rivisti in anni di frequentazione
a me mancata in questa città mia
che visito da straniero e da turista.
Bruciano gli occhi a riconoscere
questa estraneità che abbatte e duole
e rende lo spirito mogio nella mancanza
di calore, di ritrovate radici perse
nel tempo che fu e più non sarà.
yama
ERA LA MIA CITTÀ
Percorro strade che nel ricordo vivono
come se solo un giorno fosse passato.
Osservo facciate, ancora le stesse di allora,
immobili nel trascorrere del tempo.
Guardo vetrine di negozi che son parte
della memoria e risento i profumi
e rivedo i colori, ricordo di anni passati.
Eppure nella gente
non scorgo lineamenti familiari di visi
visti e rivisti in anni di frequentazione
a me mancata in questa città mia
che visito da straniero e da turista.
Bruciano gli occhi a riconoscere
questa estraneità che abbatte e duole
e rende lo spirito mogio nella mancanza
di calore, di ritrovate radici perse
nel tempo che fu e più non sarà.
yama
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- poesia n. 313 del gennaio 2004
SOGNO TE
Cerco il tuo volto tra la gente,
assurdo nel saperti altrove,
le voci del mercato
si confondono ai profumi.
Fra case di pietra e legno
sui volti antichi di un popolo
tra sguardi anonimi e la lavanda
continuo a cercare i tuoi occhi.
Tornerà il freddo,
torneranno i grigi della nebbia
e le urla del vento tra le canne
e il tuo volto ancora.
yama
SOGNO TE
Cerco il tuo volto tra la gente,
assurdo nel saperti altrove,
le voci del mercato
si confondono ai profumi.
Fra case di pietra e legno
sui volti antichi di un popolo
tra sguardi anonimi e la lavanda
continuo a cercare i tuoi occhi.
Tornerà il freddo,
torneranno i grigi della nebbia
e le urla del vento tra le canne
e il tuo volto ancora.
yama
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-
GABBIANI
Sfrecciano a pelo d’acqua
come bianchi lampi
piegando le ali al vento
e con gialli becchi,
adunche scimitarre,
vìolano l’acque
per ghermire lampi d’argento.
Poi sazi
su scogliere acerbe
tra contorti cespi di rosmarino
si posano a ristorare
pigolanti implumi.
Gabbiani
volatori arditi
che tempesta non temono
e d’ogni slancio fanno evoluzione.
Non so staccarmi da quelle ali
che pur nella fragile apparenza
sanno condurmi lontano,
candide e rapide,
come i sogni di un bambino.
yama
GABBIANI
Sfrecciano a pelo d’acqua
come bianchi lampi
piegando le ali al vento
e con gialli becchi,
adunche scimitarre,
vìolano l’acque
per ghermire lampi d’argento.
Poi sazi
su scogliere acerbe
tra contorti cespi di rosmarino
si posano a ristorare
pigolanti implumi.
Gabbiani
volatori arditi
che tempesta non temono
e d’ogni slancio fanno evoluzione.
Non so staccarmi da quelle ali
che pur nella fragile apparenza
sanno condurmi lontano,
candide e rapide,
come i sogni di un bambino.
yama
- poesia n. 656 del marzo 2005
SEI VOLATA VIA
Sei volata via
il libro delle poesie
ancora appoggiato
sul comodino
e tu nel vento
come petalo strappato
come foglia d’autunno
ad intrecciare ricordi
e danzare al ritmo
dei miei sogni.
E nulla più.
yama
SEI VOLATA VIA
Sei volata via
il libro delle poesie
ancora appoggiato
sul comodino
e tu nel vento
come petalo strappato
come foglia d’autunno
ad intrecciare ricordi
e danzare al ritmo
dei miei sogni.
E nulla più.
yama
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- poesia n. 379 del marzo 2004
A TE
Lenta
Lenta
Lenta e forte
la spada
è penetrata e avvolta
nel cuore sanguinante
per ferite antiche
mentre il pugnale
strappa gemiti
alla rosa rossa
imperlata di rugiada.
Acide foglie di realtà
contrastano il destino
che ci vuole e cerca
ed urla che
quel che dev’essere
sarà.
yama
A TE
Lenta
Lenta
Lenta e forte
la spada
è penetrata e avvolta
nel cuore sanguinante
per ferite antiche
mentre il pugnale
strappa gemiti
alla rosa rossa
imperlata di rugiada.
Acide foglie di realtà
contrastano il destino
che ci vuole e cerca
ed urla che
quel che dev’essere
sarà.
yama
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- poesia n. 657 del marzo 2005
SAN MICHELE
Nel profumo
di resina e d’incenso
dei cipressi arroccati
a picco sulla scogliera
da San Michele
m’affaccio sul mare.
Piccoli punti bianchi
i gabbiani riposano
lasciandosi cullare sulle onde
lunghe
lente
come il trascorrere di queste ore
e l’orizzonte immutabile del mare
scruto in attesa …
yama
SAN MICHELE
Nel profumo
di resina e d’incenso
dei cipressi arroccati
a picco sulla scogliera
da San Michele
m’affaccio sul mare.
Piccoli punti bianchi
i gabbiani riposano
lasciandosi cullare sulle onde
lunghe
lente
come il trascorrere di queste ore
e l’orizzonte immutabile del mare
scruto in attesa …
yama
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- poesia n. 414 dell'aprile 2004
PRIMAVERA A KYOTO
Ondeggia il ramo
e piovono petali,
alla casa del tè
si piega il salice
e piange lo shamisen.
tanka by yama
PRIMAVERA A KYOTO
Ondeggia il ramo
e piovono petali,
alla casa del tè
si piega il salice
e piange lo shamisen.
tanka by yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:11, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 459 del giugno 2004
FIORI DI TRIFOGLIO
Lilla
di petali adunchi,
chiusi a riccio
come cuori in difesa.
Invisibili capolini
dalla piccola forma
d’insignificante aspetto.
Eppure belli
nel loro essere comuni
in aiuole anonime,
semplici come gente
d’ogni giorno
che nessuno vede,
eppure
capace a volte
dell’impossibile.
YAMA
FIORI DI TRIFOGLIO
Lilla
di petali adunchi,
chiusi a riccio
come cuori in difesa.
Invisibili capolini
dalla piccola forma
d’insignificante aspetto.
Eppure belli
nel loro essere comuni
in aiuole anonime,
semplici come gente
d’ogni giorno
che nessuno vede,
eppure
capace a volte
dell’impossibile.
YAMA
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- poesia n. 411 dell'aprile 2004
DA UNA CIMA DEL CASENTINO
Dalla vecchia ringhiera nera di ferro battuto
m’affaccio sul baratro che s’apre verso nord
di questo spartiacque tra il Tevere e l’Arno
e lo sguardo corre dallo scosceso crinale
spaziando dal Tirreno all’Adriatico mare.
Dai Sassi di Simone alle Balze acerbe
l’occhio si sposta e spazia fino all’Amiata
passando da quei fitti boschi
che in Appennino, sono la mia casa.
E pensiero sussulta e come falco vola
ai ricordi antichi che in questi scenari
mossero passi di gioia sfrenata
e speranza rincorsero tra queste faggete
dimora d’incanti e di magie segrete.
yama
DA UNA CIMA DEL CASENTINO
Dalla vecchia ringhiera nera di ferro battuto
m’affaccio sul baratro che s’apre verso nord
di questo spartiacque tra il Tevere e l’Arno
e lo sguardo corre dallo scosceso crinale
spaziando dal Tirreno all’Adriatico mare.
Dai Sassi di Simone alle Balze acerbe
l’occhio si sposta e spazia fino all’Amiata
passando da quei fitti boschi
che in Appennino, sono la mia casa.
E pensiero sussulta e come falco vola
ai ricordi antichi che in questi scenari
mossero passi di gioia sfrenata
e speranza rincorsero tra queste faggete
dimora d’incanti e di magie segrete.
yama
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- poesia n. 436 del maggio 2004
PIOVE
Pioggia e vento
rigano i miei vetri
e luce grigia filtra
in questa livida giornata
di una primavera camuffata
ma
vividi colori svolazzano
tra folate turbinanti
strappati alle rose e ai gerani
da venti incostanti.
Petali
macchie d’allegria
coriandoli di sogni gettati via
a ravvivare il tran tran
dei quotidiani affanni.
yama
PIOVE
Pioggia e vento
rigano i miei vetri
e luce grigia filtra
in questa livida giornata
di una primavera camuffata
ma
vividi colori svolazzano
tra folate turbinanti
strappati alle rose e ai gerani
da venti incostanti.
Petali
macchie d’allegria
coriandoli di sogni gettati via
a ravvivare il tran tran
dei quotidiani affanni.
yama
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RIORDINANDO UN CASSETTO
- poesia n. 413 dell'aprile 2004
RIORDINANDO UN CASSETTO
Un cassetto semivuoto
con solo quotidianità ordinarie
di agendine vecchie
e foglietti con appunti di posologie.
Una foto, forse la prima,
di tuo nipote che oggi ha diciott’anni.
Un vecchio foulard dai toni smorzati
e ricevute impacchettate di bollette
e la penna, ancora nel suo astuccio.
Poco mi resta ancora di tuo,
oltre alla vita.
yama
RIORDINANDO UN CASSETTO
Un cassetto semivuoto
con solo quotidianità ordinarie
di agendine vecchie
e foglietti con appunti di posologie.
Una foto, forse la prima,
di tuo nipote che oggi ha diciott’anni.
Un vecchio foulard dai toni smorzati
e ricevute impacchettate di bollette
e la penna, ancora nel suo astuccio.
Poco mi resta ancora di tuo,
oltre alla vita.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:13, modificato 1 volta in totale.
SOTTO LA PERGOLA
- poesia n. 416 dell'aprile 2004
SOTTO LA PERGOLA
Nell’ombra fresca
tra riflessi d’indaco
vive memoria
mentre il vento scuote
i graspi del glicine.
tanka by yama
SOTTO LA PERGOLA
Nell’ombra fresca
tra riflessi d’indaco
vive memoria
mentre il vento scuote
i graspi del glicine.
tanka by yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:13, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 268 del novembre 2003
SFUMATO AMORE
Sfumato amore
che ti fa voltar la faccia
mentre le mie labbra
quasi sfiorano le tue,
bacio lasciato in sospeso,
inafferrabile arcobaleno
vento invisibile.
Eppure …
era amore!
yama
SFUMATO AMORE
Sfumato amore
che ti fa voltar la faccia
mentre le mie labbra
quasi sfiorano le tue,
bacio lasciato in sospeso,
inafferrabile arcobaleno
vento invisibile.
Eppure …
era amore!
yama
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