LoreBagna

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LoreBagna
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Iscritto il: 30/11/2017, 23:36

LoreBagna

Messaggio da LoreBagna »

L'intento permesso

Un attimo fuggente di un momento memorabile
Scolpito nel cuore per un eterno ricordo
Alla memoria stanca ma infallibile
Aspetterò a goderti
La prego
un altro secondo


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Il suo sguardo

Mi perdo invano tra gli sguardi della gente
Confusi, disordinati, in una fitta ragnatela lo cerco
Mai avrei pensato di sforzar sí tanto la mente
Continuando imperterrito, d'un tratto mi fermo

Mi sforzo ma non riesco
Mi libero dagli sguardi che mi fissano
Cerco forza e mi ridesto
Le pupille si ampliano e gli occhi tremano

La profondità di tale sguardo
Mi penetrò in un secondo
Il mio attimo, perduto

All'apice di un volo giocondo
Come una mosca in una ragnatela
Terminava il mio sogno profondo

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In su la notte

Meco rifletto,
in su la notte oscura.
Fiocca il gelido vento,
contro le mura.
Ed immagino gli sventurati che agognar devono
lungo la notte
che imperversa,
simile a bufera.
Lenta e pensosa notte trascorrono in su la veglia;
stella che da vita attendono,
nell'ombra della disonesta notte
che tutto placa e niente riserba,
se non a tutti stessa sorte
simile a sorella morte.
Chi vaneggia nella lugubre notte il Sol aspetta;
e sperando e giacendo
ecco
che una raggio di luce riflette il cielo
e dal blu della notte
rinasce
l'azzurro del sereno.
Calda giornata sognano,
solo il tempo
saprà dar loro
risposta sincera.
Per chi bene notte ha trascorsa,
simil giornata riavrà;
e monotona e ripetitiva li aspetta.
La notte si è appena coricata:
una portatrice di speranza,
l'altra,
di malinconica stessa vita.

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Il bacio


Un movimento insignificante
Attrattore di ogni singolo atomo
E del più vicino animo
Mosso da un fascino ammaliante

Insicuro, certo, nel momento sbagliato
Alla cima più alta l'onestà
In fondo l'impossibilità
Provocatrice pensabile del passato

Un gesto semplice e intenso
Nobile allo stesso tempo
Agghiacciante e immenso

Nell'immensità del viso
Creando il piacere e l'amore
Fiorisce il mio dolce sorriso


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Strumentalizzati

Strumentalizzarsi per compiere un piacere voluto da altri, che si dissolve in un apprezzamento momentaneo e privo di emozione, vuol dire mentire al proprio onore, rimanendo abbindolati ad una voce martellante che spreme nella mente uno sbaglio privo di autoconvincimento, che ci spinge a non essere noi stessi.


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Adesso conosco

E quando mossi,
a veder,
oltre il colle,
di scorgere avrei voluto,
sì,
in più breve tempo,
l'ignoto;
di cui tanti son portavoce.
Non poco curioso
il mio animo era,
ma languido, solo, vuoto:
la tela della bellezza
che porto con me
è ancora candida,
e non aspetta altro
che il pennello della vita
dipinga il volto
dell'essere che sarò.
Presi coraggio:
l'emozione,
che chiudevasi dentro,
aspettava, continuava
senza rimorso,
senza spavento.
Lentamente,
salii,
ed appena in cima,
rimasi,
come a guardare,
meravigliato.
Non avrei mai creduto,
di veder,
quel ch'io bramavo e speravo;
perché in fondo,
vediamo
il tramonto da noi preferito.


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Il silenzio della notte

Vano passeggiar di silenziosi sibili,
che di ora in ora scuoton le emozioni di chi li ascolta;
e senza ammirazione e interesse
i rami degli alberi
ne sono avvoti;
senza dar loro la possibilità di muover
la natura li ha generati instancabili e muti.

Al calar della gelida notte,
il silenzio cupo sovrasta le campagne,
i barlumi delle piccole casette tentano di resistere.

Ma nulla può l'uomo contro la notte;
chinare il capo deve per trovar riposo nel letto,
che natura farà per lui tomba.

Efferata notte ci avvolgerà con le sue tetre spire
ed invano,
opporemo resistenza.
L'uomo.
Così è stato creato dalla natura:
desideroso di opporsi a ciò che teme
e speranzoso per ciò in cui crede.

E adesso,
prima di batter ciglio e riposare il corpo,
prima di recidere il filo della vita,
ecco, che la bestia umana volge lo sguardo,
verso la luna.

I più audaci trovan cielo limpido
e la speranza che irradia la luce emanata
riscalderà i loro cuori
e un lieto sorriso strapperà il loro cuore al mondo.

Ai codardi,
natura ha escluso la vista della radiante speme;
cercano gli ignavi nella fitta nebbia
la luce, che da tempo agognano di scorgere.
Ma i loro occhi, sbarrati dagli oscui flutti della notte, non troveranno pace
e come in un labirinto senza uscita
inciamperanno,
nella tomba che natura a loro riserbato.


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Finché non ti troverò

Spero che un giorno possa conoscerti:
non voglio agre di proposito.
Se la sete chiama e l'acqua v'è
arriverà alla bocca,
e bagnerà la secchezza
che tempo e speranza hanno disteso.
E allora io godrò di bene infinito,
che solo adesso immagino di scoprire.
E non,
mai,
troverò.
Ma finché speme
infonderà in me coraggio,
tu farai parte di me
anche da molto,
molto lontano.

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Il mio pensiero corre

Il mio pensero corre,
oltre il tempo e lo spazio;
alla ricerca del sublime,
della fierezza che si porta in spalla.

Ama il viaggio,
ama l'avventura.
Non immagina nè conosce la fine,
desidera solo continuare.

Costretto a muoversi
in grandi e piccoli spazi,
in mezzo alla gente,
intorno a se stesso.

Si guarda alle spalle,
sospettoso di aver lasciato qualcosa
che però gli sfugge.
Ancora non lo ha compreso del tutto.

Leggiadro e divino,
sorvola l'immenso e
accarezza il piacere.

Sebbene il pensiero non conosca limiti,
si guardi bene da chi v'altro lo giudichi.
Ultima modifica di amicipoesia il 26/01/2018, 15:14, modificato 3 volte in totale.
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