VAGO
lampo dentro l'anima
un sole in capoversi
lacrime striate
semitrasparenti
e vesti quell'assolo
come si sveste il vento
rubando a un vuoto d'ali
un vago sentimento.
Damiano Rossi
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
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Re: Damiano Rossi
NASCITA
lanciato nel vento
stremato
anestetizzato
disperso
lobotomizzato
espulso
ricondizionato
preso a chiosa
decongestionato
eppure vivo
spiritualizzato
a nuova veste
preconfezionato
volo d'altro ancora ...
familiarizzato.
lanciato nel vento
stremato
anestetizzato
disperso
lobotomizzato
espulso
ricondizionato
preso a chiosa
decongestionato
eppure vivo
spiritualizzato
a nuova veste
preconfezionato
volo d'altro ancora ...
familiarizzato.
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Re: Damiano Rossi
DISCARICA ( non solo cose )
E nel silenzio sfatto... il tutto e il niente
un cinico infierire d'ami e lenze ...nessun guizzante pesce a risalire...
s'è tutto spento tranne la corrente.
La strada si dissocia... sfila via … demente una sirena si fa volta
e d'archi e frecce come una tagliola... non scorre il tempo, il tempo si divora.
Il fumo tra le dita... le ho volute, per reggere spirali, anelli e cose
che avrei lasciate intatte a rifiorire se d'altri avessi un riscattato cuore.
La polvere alla terra … e sia d'estate... se fosse inverno avrei le nocche chiare
e filtri di ricordi come l'onda e schiuma dai polmoni da tossire.
L'insania si riscatta la pazzia... m'invecchia e mi discarica il rancore
e torvo il camminare si fa denso, più denso dell'inutile sfiorire.
Ed aria, e terra e fuoco e poi vapore... il vento e la pietà del non guarire...
la crosta usata ha i limiti del mare.
Chi sei, speranza che non sai sfiorire?
“ Ricordo il tempo quando s'è fermato
ricordo ch'ero attesa e nostalgia
un filtro di sinapsi aggrovigliato
ricordo il canto, non la litania”.
Fluivi sciame d'ansiti proteso
non eri d'ossa e carne rivelato
non eri quel che tempo e spazio incrina
non eri il se che dentro se ha svelato.
La notte storpia il giorno vilipeso
le quattro vie del cuore, l'aritmia
un canto si ritorce senza peso
un nome dato senza melodia.
Le navi dagli scafi fino al cielo
le vie di vele arcuate ridiscese
le gravide distanze, volo e velo
le forma il vento ma non le trattiene.
Si spande opaco e limpido l'abbraccio... le corde ansate... troppo, troppo tese...
l'inconsistenza ha estorto il suo lignaggio... sottratto all'aria in dissodate pene.
E nel silenzio sfatto... il tutto e il niente
un cinico infierire d'ami e lenze ...nessun guizzante pesce a risalire...
s'è tutto spento tranne la corrente.
La strada si dissocia... sfila via … demente una sirena si fa volta
e d'archi e frecce come una tagliola... non scorre il tempo, il tempo si divora.
Il fumo tra le dita... le ho volute, per reggere spirali, anelli e cose
che avrei lasciate intatte a rifiorire se d'altri avessi un riscattato cuore.
La polvere alla terra … e sia d'estate... se fosse inverno avrei le nocche chiare
e filtri di ricordi come l'onda e schiuma dai polmoni da tossire.
L'insania si riscatta la pazzia... m'invecchia e mi discarica il rancore
e torvo il camminare si fa denso, più denso dell'inutile sfiorire.
Ed aria, e terra e fuoco e poi vapore... il vento e la pietà del non guarire...
la crosta usata ha i limiti del mare.
Chi sei, speranza che non sai sfiorire?
“ Ricordo il tempo quando s'è fermato
ricordo ch'ero attesa e nostalgia
un filtro di sinapsi aggrovigliato
ricordo il canto, non la litania”.
Fluivi sciame d'ansiti proteso
non eri d'ossa e carne rivelato
non eri quel che tempo e spazio incrina
non eri il se che dentro se ha svelato.
La notte storpia il giorno vilipeso
le quattro vie del cuore, l'aritmia
un canto si ritorce senza peso
un nome dato senza melodia.
Le navi dagli scafi fino al cielo
le vie di vele arcuate ridiscese
le gravide distanze, volo e velo
le forma il vento ma non le trattiene.
Si spande opaco e limpido l'abbraccio... le corde ansate... troppo, troppo tese...
l'inconsistenza ha estorto il suo lignaggio... sottratto all'aria in dissodate pene.