simojlbne
Inviato: 11/03/2011, 11:47
LINA
Il pianto sferro
all'immenso dolore
che il pensier cagiona
se improvviso invade
il tuo bel viso la memoria
a pugnalar violento il petto,
e sgorga forte,
in salati fiotti
e scuote le membra
e brucia il cuor
che a lungo stento ritrovar riposo.
Allor m'avvio all'arida zana
dove secco e sodo è il terreno fenduto
e mai nessuno appare che
nulla attrae di simil luogo,
avverso e remoto,
le grintose genti,
e sol'io la polvere impronto
di friabili orme.
Qui vengo a trovar sanità
dai grevi pensieri
e le ferite curar
giù lento calando
per la buia cuna di siepi e spine protetta,
dove sempre rampolla novella speranza
a inondar sù
la secolare zolla.
____________________________________
A MASHA (versione arcaica)
Le membra pregi di miselle vesti,
con maglia rada t'aduni l'osse
che raggelar ti senti nella catorba notte.
Eppur calano,
nel rimenar le vite andate
o di futur fidarne,
a cercar fomenta in te.
Con lampe insonni puntano l'omeri sporti,
ch'altera porgi a l'uiolar,
vengon'essi ad ossecrar
come a un carneo corporale
il tuo sommo figurare.
Ma dell'animo gettato sull'ombaco catrame
nessun può fiatare nè stimar conviene,
Sol tu,
che dall'alti tacchi il volo spiccar vorresti
e l'amati sogni mai realizzar vedesti,
confessar lamento sai al cuor stremire.
Ma sei bella,
ti vai consolar dicendo senza fine
Quando la Luna muore
e fidi riveder.
Il pianto sferro
all'immenso dolore
che il pensier cagiona
se improvviso invade
il tuo bel viso la memoria
a pugnalar violento il petto,
e sgorga forte,
in salati fiotti
e scuote le membra
e brucia il cuor
che a lungo stento ritrovar riposo.
Allor m'avvio all'arida zana
dove secco e sodo è il terreno fenduto
e mai nessuno appare che
nulla attrae di simil luogo,
avverso e remoto,
le grintose genti,
e sol'io la polvere impronto
di friabili orme.
Qui vengo a trovar sanità
dai grevi pensieri
e le ferite curar
giù lento calando
per la buia cuna di siepi e spine protetta,
dove sempre rampolla novella speranza
a inondar sù
la secolare zolla.
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A MASHA (versione arcaica)
Le membra pregi di miselle vesti,
con maglia rada t'aduni l'osse
che raggelar ti senti nella catorba notte.
Eppur calano,
nel rimenar le vite andate
o di futur fidarne,
a cercar fomenta in te.
Con lampe insonni puntano l'omeri sporti,
ch'altera porgi a l'uiolar,
vengon'essi ad ossecrar
come a un carneo corporale
il tuo sommo figurare.
Ma dell'animo gettato sull'ombaco catrame
nessun può fiatare nè stimar conviene,
Sol tu,
che dall'alti tacchi il volo spiccar vorresti
e l'amati sogni mai realizzar vedesti,
confessar lamento sai al cuor stremire.
Ma sei bella,
ti vai consolar dicendo senza fine
Quando la Luna muore
e fidi riveder.