michael*santhers
Inviato: 16/05/2010, 5:34
Il Vecchio Pagliaio
Arroventato dal sole
massacrato da gelidi venti
azzannato da animali affamati
resiste ancora il vecchio pagliaio,
sulla collina e ormai stanco,
monumento a fatiche
consegnate all’oblio
Ne ha ascoltati di umori
di contadini al riparo da temporali
spendevano imprechi a evitare grandine
e spesso inascoltati al cielo murato di nuvole
vedevano cancellare raccolti
e in pianti segreti per un anno in più sulla pelle
e uno in meno verso orizzonte di baratro
Tempio d’eventi mutevoli
d’inverno, gravido d’uomini barbari
violentato da occulti fucili
in premio di morte a migrazioni d’uccelli
Qualche gioia l’ha pure ospitata
quando acerbi amori,smaniosi
eludevano sguardi adulti severi
per scambiarsi nel ventre di paglia
giocosi rossi stupori sbocciati
su pallidi fremiti visi
Sta per accasciarsi per sempre al suolo
Il vecchio pagliaio,ultimo testimone
d’un tempo agreste legato all’ultima coda
di vecchi che ormai omettono racconti
tanto nessuno li crede
________________________________________
La mia terra
Tumefazioni da percosse
colline spelacchiate
archi ponte tra dirupi boschi
lacrimanti ruscelli
e paludoso adriatico
ove a riva si specchiano
tamerici sciatte
Balbuzie di venti
minacce presagi
a cimiteriali facce olivastre
in accenni a sorrisi
tra muschiate labbra
all’ombra di cupidigia
Presepi permanenti
per nascite a dileguo
paeselli di pietre
poggiate senza progetto
ma in accumulo
al senso del meglio di niente
Qualche asino
in sperduti o immaginati anfratti
musica malinconie
di ieri all’oggi scialbo
rivitalizzato da rombi
in esame a progresso
al vanto di caste ladruncole
al perpetuo spenno
di rassegnati adepti
Sempre presenti al dubbio i cani
a guardia di ciò che vale
meno d’agognato pasto
-----------------------------
Da:Destini E Presagi
http://www.santhers.com
Arroventato dal sole
massacrato da gelidi venti
azzannato da animali affamati
resiste ancora il vecchio pagliaio,
sulla collina e ormai stanco,
monumento a fatiche
consegnate all’oblio
Ne ha ascoltati di umori
di contadini al riparo da temporali
spendevano imprechi a evitare grandine
e spesso inascoltati al cielo murato di nuvole
vedevano cancellare raccolti
e in pianti segreti per un anno in più sulla pelle
e uno in meno verso orizzonte di baratro
Tempio d’eventi mutevoli
d’inverno, gravido d’uomini barbari
violentato da occulti fucili
in premio di morte a migrazioni d’uccelli
Qualche gioia l’ha pure ospitata
quando acerbi amori,smaniosi
eludevano sguardi adulti severi
per scambiarsi nel ventre di paglia
giocosi rossi stupori sbocciati
su pallidi fremiti visi
Sta per accasciarsi per sempre al suolo
Il vecchio pagliaio,ultimo testimone
d’un tempo agreste legato all’ultima coda
di vecchi che ormai omettono racconti
tanto nessuno li crede
________________________________________
La mia terra
Tumefazioni da percosse
colline spelacchiate
archi ponte tra dirupi boschi
lacrimanti ruscelli
e paludoso adriatico
ove a riva si specchiano
tamerici sciatte
Balbuzie di venti
minacce presagi
a cimiteriali facce olivastre
in accenni a sorrisi
tra muschiate labbra
all’ombra di cupidigia
Presepi permanenti
per nascite a dileguo
paeselli di pietre
poggiate senza progetto
ma in accumulo
al senso del meglio di niente
Qualche asino
in sperduti o immaginati anfratti
musica malinconie
di ieri all’oggi scialbo
rivitalizzato da rombi
in esame a progresso
al vanto di caste ladruncole
al perpetuo spenno
di rassegnati adepti
Sempre presenti al dubbio i cani
a guardia di ciò che vale
meno d’agognato pasto
-----------------------------
Da:Destini E Presagi
http://www.santhers.com