Yama
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
- poesia n. 587 dell'agosto 2004
LA SIESTA
Nel lento rollio dell’amaca
legata ai tigli giganti
che coi lunghi rami fanno cappella
solo un libro e il respiro del vento
a fare compagnia
lontano dai ginecei televisivi
e dalle risse di telegiornale.
Anche il libro si perde
mentre lo sguardo, distratto,
si mette a inseguire il volo isterico
di un moscerino intento
a dispetto della brezza
ad inseguire un raggio di sole.
Lontano,
lontanissimo
un cicalare di voci prese
nei racconti d’un inverno trascorso
l’una dall’altra lontane
e il volo di una ghiandaia.
S’appesantiscono le palpebre
e in quel cullarmi entro nel sogno.
yama
LA SIESTA
Nel lento rollio dell’amaca
legata ai tigli giganti
che coi lunghi rami fanno cappella
solo un libro e il respiro del vento
a fare compagnia
lontano dai ginecei televisivi
e dalle risse di telegiornale.
Anche il libro si perde
mentre lo sguardo, distratto,
si mette a inseguire il volo isterico
di un moscerino intento
a dispetto della brezza
ad inseguire un raggio di sole.
Lontano,
lontanissimo
un cicalare di voci prese
nei racconti d’un inverno trascorso
l’una dall’altra lontane
e il volo di una ghiandaia.
S’appesantiscono le palpebre
e in quel cullarmi entro nel sogno.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:23, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 608 dell'ottobre 2004
A RITMO PACATO
Si scuote il treno e sferraglia lento
dettando il ritmo ai miei pensieri.
Il naso incollato al finestrino
la curiosità negli occhi
che si appaga nel dolce salire
della piana alla collina.
Ha i colori della pioggia il cielo
e grigi sono i campi sabbiosi
coltrati di fresco
dopo l’ultimo raccolto.
Pochi i verdi
sopravvissuti alla calura estiva
in questa terra di confine
ai piedi dell’Appennino
che sommessamente s’avvia
al riposo invernale.
Dimessa nella livrea autunnale
di ruggini riverse al suolo
e svolazzare di colombacci
in attesa della prossima primavera
del nuovo brillare di smeraldi
tra gli intrecci di alberi in filare
che di questa campagna
sono trama e ordito.
yama
A RITMO PACATO
Si scuote il treno e sferraglia lento
dettando il ritmo ai miei pensieri.
Il naso incollato al finestrino
la curiosità negli occhi
che si appaga nel dolce salire
della piana alla collina.
Ha i colori della pioggia il cielo
e grigi sono i campi sabbiosi
coltrati di fresco
dopo l’ultimo raccolto.
Pochi i verdi
sopravvissuti alla calura estiva
in questa terra di confine
ai piedi dell’Appennino
che sommessamente s’avvia
al riposo invernale.
Dimessa nella livrea autunnale
di ruggini riverse al suolo
e svolazzare di colombacci
in attesa della prossima primavera
del nuovo brillare di smeraldi
tra gli intrecci di alberi in filare
che di questa campagna
sono trama e ordito.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:24, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 578 dell'agosto 2004
VENTO DI SALE
Sa di sale il vento
che dal sud m’investe
portandomi lo stridore
di giornate di rabbia
che si rincorrono
nella memoria
di un amore sconfitto
dalle convenzioni
di un vivere urbano
condizionato dalle illusioni
di un fasullo quietovivere
padre solo di rimpianti.
yama
VENTO DI SALE
Sa di sale il vento
che dal sud m’investe
portandomi lo stridore
di giornate di rabbia
che si rincorrono
nella memoria
di un amore sconfitto
dalle convenzioni
di un vivere urbano
condizionato dalle illusioni
di un fasullo quietovivere
padre solo di rimpianti.
yama
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- poesia n. 594 del settembre 2004
E84
Ora come allora
canta Vandelli le sue melodie.
Chiudo gli occhi
a cancellare rughe e ciuffi bianchi
e in quel Ristorante d'Alice ritorno
e balzando in un tempo che non esiste
m'involo con un Angelo Blu
e rivedo quei giorni trascorsi
da non più di quarant'anni.
Ora come allora
nell'aria fresca di una sera d'estate.
yama
E84
Ora come allora
canta Vandelli le sue melodie.
Chiudo gli occhi
a cancellare rughe e ciuffi bianchi
e in quel Ristorante d'Alice ritorno
e balzando in un tempo che non esiste
m'involo con un Angelo Blu
e rivedo quei giorni trascorsi
da non più di quarant'anni.
Ora come allora
nell'aria fresca di una sera d'estate.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:25, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 388 del marzo 2004
I MIEI SOGNI
Flutti infranti sullo scoglio
come pensieri incatenati alla pietra.
Immobili
per non affaticare membra spezzate.
Immoti per non sentire il dolore.
yama
I MIEI SOGNI
Flutti infranti sullo scoglio
come pensieri incatenati alla pietra.
Immobili
per non affaticare membra spezzate.
Immoti per non sentire il dolore.
yama
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- poesia n. 123 dell'agosto 2003
A MIA MADRE
Nei posti di sempre,
ti cerco.
Tra mille volti,
cerco i tuoi occhi.
Tra mille suoni,
cerco la tua voce.
Tra mille essenze,
cerco il tuo profumo,
ma tu più non sei,
se non memoria nel mio cuore,
memoria di tutto ciò che eri,
di ciò che amavo,
di ciò che più non ho.
Eppure,
a me vicino ti sento
e per questo,
ancora ti cerco.
yama
A MIA MADRE
Nei posti di sempre,
ti cerco.
Tra mille volti,
cerco i tuoi occhi.
Tra mille suoni,
cerco la tua voce.
Tra mille essenze,
cerco il tuo profumo,
ma tu più non sei,
se non memoria nel mio cuore,
memoria di tutto ciò che eri,
di ciò che amavo,
di ciò che più non ho.
Eppure,
a me vicino ti sento
e per questo,
ancora ti cerco.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:26, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 60 del febbraio 2003
DOMANI
Più non passeranno
queste giornate ostili
di nuvole e d'ombra.
Più non torneranno
se io non vorrò
colori e risa di primavera.
... e poi perché gioire
mentre nel quotidiano affanno
spirito affoga?
Meglio sfuocare lo sguardo
sui grigi toni
di mortali rimpianti
ed ingannare l'attesa
con rassegnazione
di commiserati istanti.
Ma giunge sogno
a ridare speranza
e fiato al vivo sentire
come fluente vita
che più che primavera
estate afferma
e calore e conforto
rinnova con impeto vitale.
Così curiosità rinasce
e passione si solleva
e scorre nelle vene
a scacciar grigiori mai esistiti.
Vita ritorna
e il sole porta al domani
che curioso attendo.
yama
DOMANI
Più non passeranno
queste giornate ostili
di nuvole e d'ombra.
Più non torneranno
se io non vorrò
colori e risa di primavera.
... e poi perché gioire
mentre nel quotidiano affanno
spirito affoga?
Meglio sfuocare lo sguardo
sui grigi toni
di mortali rimpianti
ed ingannare l'attesa
con rassegnazione
di commiserati istanti.
Ma giunge sogno
a ridare speranza
e fiato al vivo sentire
come fluente vita
che più che primavera
estate afferma
e calore e conforto
rinnova con impeto vitale.
Così curiosità rinasce
e passione si solleva
e scorre nelle vene
a scacciar grigiori mai esistiti.
Vita ritorna
e il sole porta al domani
che curioso attendo.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:26, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 568 del luglio 2004
VILLETTA DI PERIFERIA
È anonima la villetta di periferia
con le sue imposte chiuse
e il giardino ordinario
uguale a tutti gli altri
colorato solo da gerani trascurati.
Nessun rumore a disturbare
nessun frastuono di bambini
né di cani l’uggiolare.
Silenziosi anche i cardini
del cancello vecchio
che, unico vezzo,
s’arabesca di volute originali.
A notte è il buio
interrotto solo dalla fioca lampada
ai campanelli e da lame di luce
che si proiettano di frequente
ad ogni aprirsi d’uscio
unici bagliori
in quella casa delle lucciole
dai sogni interrotti.
yama
VILLETTA DI PERIFERIA
È anonima la villetta di periferia
con le sue imposte chiuse
e il giardino ordinario
uguale a tutti gli altri
colorato solo da gerani trascurati.
Nessun rumore a disturbare
nessun frastuono di bambini
né di cani l’uggiolare.
Silenziosi anche i cardini
del cancello vecchio
che, unico vezzo,
s’arabesca di volute originali.
A notte è il buio
interrotto solo dalla fioca lampada
ai campanelli e da lame di luce
che si proiettano di frequente
ad ogni aprirsi d’uscio
unici bagliori
in quella casa delle lucciole
dai sogni interrotti.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:27, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 583 dell'agosto 2004
FRAGOLE E LAMPONI
Mi muovo in silenzio
lontano dai suoni della città
cercando di contare gli uccelli
per il loro cinguettare.
Il bosco mi avvolge nel suo abbraccio
da ogni direzione con la familiarità
di anni e anni di passi percorsi
fin da quelle lontane primavere
quando coi nonni qui venivo
per raccogliere fragole e lamponi.
Volti rugosi e sorridenti che
ancora mi parlano tra questi tronchi
profumati e morbidi di muschio.
yama
FRAGOLE E LAMPONI
Mi muovo in silenzio
lontano dai suoni della città
cercando di contare gli uccelli
per il loro cinguettare.
Il bosco mi avvolge nel suo abbraccio
da ogni direzione con la familiarità
di anni e anni di passi percorsi
fin da quelle lontane primavere
quando coi nonni qui venivo
per raccogliere fragole e lamponi.
Volti rugosi e sorridenti che
ancora mi parlano tra questi tronchi
profumati e morbidi di muschio.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:28, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 468 del giugno 2004
RELAX
Ipnotico
il frangersi delle onde
dà un ritmo ai miei pensieri
mentre lo sguardo fruga
in cerca di meraviglie
negli anfratti delle rocce
e il tempo s’arresta
tra spume bianche
e trine d’acqua
ricamate dagli scogli.
yama
RELAX
Ipnotico
il frangersi delle onde
dà un ritmo ai miei pensieri
mentre lo sguardo fruga
in cerca di meraviglie
negli anfratti delle rocce
e il tempo s’arresta
tra spume bianche
e trine d’acqua
ricamate dagli scogli.
yama
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- poesia n. 593 dell'agosto 2004
TOTEM
Nei boschi della Verna
tra i Crudi Sassi spaccati dai millenni
dagli spigoli smussati e ingentiliti
da coltri di muschio folto
e tappeti d’edera abbarbicata
tra i faggi secolari, svettanti pilastri
m’avvio per sentieri
che pur se conosciuti restano
ammantati dalla magia dell’ignoto
dove si perde lo scorrere del tempo
e non v’è traccia del divenire.
Qui dove d’anno in anno nulla muta
la forra profonda si dischiude
di tanto in tanto
sui lontani scenari della valle
come squarci di coscienza
che s’insinuano nelle angosce
del passato che qui ho portato
per disperderle nel bosco
e mentre il falco fischia
sempre la sua nota triste
ritrovo quell’equilibrio armonico
in cui si srotolano i miei pensieri
serenamente
e rinasco in questo verde placentale
avvolgente che mi è padre e madre
e cinghiale mi faccio.
yama
TOTEM
Nei boschi della Verna
tra i Crudi Sassi spaccati dai millenni
dagli spigoli smussati e ingentiliti
da coltri di muschio folto
e tappeti d’edera abbarbicata
tra i faggi secolari, svettanti pilastri
m’avvio per sentieri
che pur se conosciuti restano
ammantati dalla magia dell’ignoto
dove si perde lo scorrere del tempo
e non v’è traccia del divenire.
Qui dove d’anno in anno nulla muta
la forra profonda si dischiude
di tanto in tanto
sui lontani scenari della valle
come squarci di coscienza
che s’insinuano nelle angosce
del passato che qui ho portato
per disperderle nel bosco
e mentre il falco fischia
sempre la sua nota triste
ritrovo quell’equilibrio armonico
in cui si srotolano i miei pensieri
serenamente
e rinasco in questo verde placentale
avvolgente che mi è padre e madre
e cinghiale mi faccio.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:29, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 630 del dicembre 2004
LO SCARABEO
Mi godo
in questo sole invernale
le carezze salate del vento di mare
mentre seguo curioso
il frenetico zampettare
di uno scarabeo nero e cangiante
sulle sabbie bianche delle dune
che dalla pineta giungono al mare.
Domani rimpiangerò
questa realtà lenta e pigra
che ha nel cuore il ritmo della risacca
e sogno si faranno le mie parole
nere e zampettanti sui fogli bianchi.
Parole medicinali
contro il grigiore anonimo
di squallide strade di periferia
e le feroci notizie dei telegiornali.
yama
LO SCARABEO
Mi godo
in questo sole invernale
le carezze salate del vento di mare
mentre seguo curioso
il frenetico zampettare
di uno scarabeo nero e cangiante
sulle sabbie bianche delle dune
che dalla pineta giungono al mare.
Domani rimpiangerò
questa realtà lenta e pigra
che ha nel cuore il ritmo della risacca
e sogno si faranno le mie parole
nere e zampettanti sui fogli bianchi.
Parole medicinali
contro il grigiore anonimo
di squallide strade di periferia
e le feroci notizie dei telegiornali.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:29, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 631 del dicembre 2004
IERI IL GLICINE
Si stempera nel tempo il tuo ricordo
realtà vissuta nella foschia
figura sfocata da un vetro ritorto
che spezza le immagini e i particolari porta via.
Eppure solo ieri
sotto la pergola del glicine sentivo le tue carezze
e la mia mente fluttuava in cerca di certezze
ma sfuma il sogno come al gioco la fortuna
e mi chiedo: "che ne farò?"
di quella pergola di glicine in giardino
memoria di profumi che forse
rincorrerò ancora a primavera
vedendola fiorire nella brezza del mattino.
yama
IERI IL GLICINE
Si stempera nel tempo il tuo ricordo
realtà vissuta nella foschia
figura sfocata da un vetro ritorto
che spezza le immagini e i particolari porta via.
Eppure solo ieri
sotto la pergola del glicine sentivo le tue carezze
e la mia mente fluttuava in cerca di certezze
ma sfuma il sogno come al gioco la fortuna
e mi chiedo: "che ne farò?"
di quella pergola di glicine in giardino
memoria di profumi che forse
rincorrerò ancora a primavera
vedendola fiorire nella brezza del mattino.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:30, modificato 1 volta in totale.
- poesia n. 486 del giugno 2004
SOLO UN’ONDA
Sei stata solo un’onda
montante a pelo d’acqua,
per la forza del vento.
Tutto hai travolto e rimestato
ma come onda col rifluire
nulla di te è restato
se non le tue lacrime
e sabbia bagnata.
yama
SOLO UN’ONDA
Sei stata solo un’onda
montante a pelo d’acqua,
per la forza del vento.
Tutto hai travolto e rimestato
ma come onda col rifluire
nulla di te è restato
se non le tue lacrime
e sabbia bagnata.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 12:31, modificato 1 volta in totale.