Gianni Regalzi

ogni scrittore può aprire un topic con il proprio nome o pseudo, all'interno del quale pubblicare le proprie poesie per tornare ad aggiornarlo in seguito con nuovi scritti..

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Gianni Regalzi
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LUCE DI LUNA
Sogno di una notte d’Aprile

Scende lenta l’argentea luce di luna e disegnando sul vecchio muro linee d’ombra, a poco a poco risveglia dalle tenebre l’antico cortile.
Cambia la geometria del tempo, tutto si dilata: ombre molli ed arcani silenzi, mi ridestano assopiti ricordi.
Vedo confuso nell’ombra mio padre che sale le scale: il suo volto è quello di un tempo, magro, stanco, ma pervaso dal solito leggero sorriso.
Sento una voce conosciuta lontana che mi chiama, è la voce di mia madre che mi invita a salire e ad entrare in quella che era la nostra vecchia casa.
E’ forte il desiderio d’obbedire a quel sublime richiamo, salire, aprire la porta ed entrare da quella vecchia porta, ma qualcosa mi trattiene, non posso farlo, non passo tornare al mio passato, non devo infrangere le barriere del tempo, non può tornare quello che è stato.
Intanto dalla penombra del cortile, mi sembra di sentire il guaito forse del mio vecchio cane e, dal folto del giardino incolto, qualcosa di indefinito prende inesorabilmente il volo verso l’inquietante argenteo cielo.

Alessandria, 30 Gennaio 2000
Gianni Regalzi
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OMBRA D’INVERNO

Ombra d’inverno
lunga e breve insieme.
Vano desiderio
di prolungare l’attimo,
nell’assurdo scorrere del tempo.
Fugace tempo, riflesso
nello specchio tiranno
d’un dolce ricordo
che non vuol morire.
In questa inquietante attesa,
attendo l’oblio della tenebra
ristoratrice che forse verrà,
si, verrà, son certo:
…ma quando.

Alessandria, 4 Novembre 2005
Gianni Regalzi
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Messaggio da Gianni Regalzi »

A L’AVA NENT CAPÌ CHE T’ERI SÒPA

A l’ava net capì che t’eri sòpa
quond ch’ a t’ó vist setaja
auzen a cula scaja
‘n cula piola anfon a via Milazzo.

A t’avi ‘n caplé-n bionc, zmiavi ‘n giglio
la vesta quadriten,
el scarpi co’ i talón
e ‘t’eri prufűmaja ‘cme ‘na rósa.

El tó bèl lavri rusi ‘m’òn ancantà
bèli, carnuzi e freuschi
ch’i smiavu dù magiustri
e quasi quasi am són annamurà.

Ma pena ch’a t’ó vista dricia ‘n pé
a j’ó pensà:
“U savaten a l’à sbaglià l’amzura di talón”.
Po’, t’ó uardaja bén,
la culpa l’era nent du savatén;
j’ó vist ch’ a t’eri sopa pèr dabón.

Lisòndria, 24 Dicember 2004
Gianni Regalzi

TRADUZIONE


NON LO AVEVO CAPITO CHE ERI ZOPPA

Non l’avevo capito che eri zoppa
quando ti ho vista seduta
vicino a quella scaja*
in quella bettola in fondo a via Milazzo.

Avevi un cappellino bianco, sembravi un giglio,
il vestito quadri,
le scarpe con i tacchi alti
e profumavi come una rosa.

Le tue belle labbra rosse mi hanno incantato
belle carnose e fresche
come due fragole
e quasi quasi mi sono innamorato.

Ma appena ti ho vista ritta in piedi
ho pensato:
“il ciabattino ha sbagliato la misura dei tacchi”
poi ti ho guardata bene,
la colpa non era del ciabattino;
ho visto che eri zoppa per davvero.

*Donna di facili costumi.

Traducendo i versi in lingua purtroppo si è completamente persa
La metrica la rima e la conseguente musicalità dei versi in dialetto.
Gianni Regalzi
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Messaggio da Gianni Regalzi »

TEI STACIA AUZEN A ME PER QUAZI ‘N’URA

Stei stacia auzen a me per quazi in’ura
setaja an s’na banchen-na an cula piasa,
a l’era nent a la maten bunura,
ma ‘n cui mument che u su, u tramònt al brasa.

La vita antur a noi la cuntinuava,
el machini i pasavu sensa posa,
ma l’era ‘n ti tò ògg che me a uardava
e tütt la vita, um smiava ròza.

Ades tei andacia vea, tei lunton,
chissà se anche te at pensi ancura
a cui mument, a tütt cul’emusiòn

quònd ch’l’era nent a la maten bunura,
ma ‘n cui istònt che u su l’è ‘n’illuziòn
e a tei stacia con me per quazi in’ura.

Lisòndria, 8 Agust 2006
Gianni Regalzi

TRADUZIONE

SEI STATA ACCANTO A ME PER QUASI UN’ORA

Sei stata accanto a me per quasi un’ora
seduta su una panchina in quella piazza,
non era mattino presto,
ma in quei momenti in cui il sole abbraccia il tramonto.

La vita ci scorreva intorno,
le auto circolavano senza posa,
ma era nei tuoi occhi ch’io guardavo
e tutta la via si tingeva di rosa.

Ora te ne sei andata lontano,
chissà se anche tu pensi ancora
a quei momenti, a tutte quelle emozioni

quando non era mattino di buon’ora,
ma in quegli istanti che il sole è un’illusione
e sei stata accanto a me per quasi un’ora.
Gianni Regalzi
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SILVIA

Silvia, Silviana, sei selva selvaggia.
Profuma di bosco il Tuo nome.
L’inquieto color del Tuo sguardo
ricorda l’abisso profondo.
Occhi bugiardi che m’hanno stregato
nell’aria irreale d’un uggioso mattino.

Alessandria, 20 Settembre 2006
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Ultima modifica di Gianni Regalzi il 24/11/2009, 9:52, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Gianni Regalzi »

OMBRA

L'ombra m'addenta il cuor
nei vaghi istanti
che luce non è più
e ancora non è tenebra.

Alessandria, 23 Novembre 2009
Gianni Regalzi
gianni.regalzi@libero.it
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Messaggio da Gianni Regalzi »

QUEST’OMBRA CHE M’OPPRIME

Quest’ombra che m’opprime in ogni istante
e non mi lascia intravedere il sole,
forse giunge dal mio confine vago.
Etereo confine dove l’anima si perde
e si confonde in lenti o turbolenti affanni.
Luogo di sogni proibiti, d’oppressi desideri,
di nera luna assassina d’accecante luce.
Confine d’assetato delirio, d’assordante voce nascosta
ed eco di sospiro sconosciuto.
Ombra d’un sogno vissuto un sol momento,
ma eterno desiderio del tuo assoluto.

Alessandria, 12 Giugno 2005
Gianni Regalzi
ito nami
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Silvia

Messaggio da ito nami »

Caro Gianni se in Silvia si cambiasse quel"rimembra" con ricorda si isolerebbe anche nel linguaggio questa tua piacevole poesia dal Leopardi con cui ha poco o nulla da spartire.
Un cordiale abbraccio.
ito nami
Gianni Regalzi
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Re: Silvia

Messaggio da Gianni Regalzi »

ito nami ha scritto:Caro Gianni se in Silvia si cambiasse quel"rimembra" con ricorda si isolerebbe anche nel linguaggio questa tua piacevole poesia dal Leopardi con cui ha poco o nulla da spartire.
Un cordiale abbraccio.
Grazie Ito, ho provveduto alla correzione. Non era mia intenzione il riferimento al grande GIACOMINO!!!

A presto
Gianni Regalzi
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Messaggio da Gianni Regalzi »

PER LEI

Portale con Te queste
mie foglie ingiallite
che galleggiano stordite nella Tua
fresca roggia d’acqua cristallina.
Lenta talvolta, a volte turbinosa,
a volte spumeggiante,
talvolta ombrosa.
E l’anima si perde
nell’iride Tuo verde
dolce e infernale nello stesso insieme,
sorgente mia di gioia e di sgomento,
mia ultima frontiera
d’inquietante turbamento.

Alessandria, 18 Luglio 2008
Gianni Regalzi
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Messaggio da Gianni Regalzi »

ORA SO TUTTO O FORSE NULLA

Voglia di tutto, voglia di nulla,
vertigine di un sogno mai sognato,
ombra lontana un secolo
e d’improvviso concreta
in questo istante vago.
Tangibile miraggio dell’eterno
colto in un solo segno,
in quest’ombroso mattino
celato dal sospiro della natura
che sento stranamente amica.
Silenzio in questa melodia
di mistico mistero,
dove ogni foglia
mi parla e piange e ride e regna.
Ora so tutto o forse nulla;
ho percepito l’essenza della vita.
Ecco un passante; mi guarda, mi saluta
e violento riprecipito
nel disumano rantolo del reale quotidiano.

Alessandria, 13 Agosto 2005
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Forse un poco in anticipo, ma BUON NATALE A TUTTI


NOTTE MAGICA E FATALE

La strada era poco illuminata
e l’esile bagliore del lampione
velava quella casa abbandonata
di strana misteriosa sensazione.

Sono anni che non v'abita nessuno
e quella porta è sempre stata chiusa.
Sento un rumore, forse c’è qualcuno?
ascolto, è una voce assai confusa.

Non so che cosa fare, ma qualcosa
comanda la mia mano; non so cosa
e senza che la mente mia lo voglia,
m’appresto a manovrar quella maniglia.

Un cigolio sinistro mi raggela,
di moto proprio quella porta s’apre
ed allo stesso dietro me sigilla.
E’ buio, buio pesto, solo il nulla.

Il passo incerto muovo poco dopo
diretto ad una timida fiammella
che stranamente non parea più quella,
ma s’era tramutata in vivo fuoco.

e quella voce fioca e assai confusa,
d’incanto si fa voce intensa e chiara,
rivolge a me parole sconosciute,
nuove parole colme di dolcezza

ed una strana quiete e dolce ebbrezza
avvolge tutto quanto il mio intelletto.
Mi sembra di volar su verdi colli
dimentico di tutti i miei affanni

e un caldo vanto, come mano lieve,
carezza tutti quanti i miei capelli.
La melodia mi chiama, è voce amica
e tutte le parole ora hanno un senso.

M’invita a seguire quella luce
ed io obbedisco a tale voce.
M’appare uno scenario conosciuto
e sono avvolto da una grande pace.

C’è un pargoletto biondo in una greppia
che guarda con gl’occhioni spalancati
la Mamma ed il Papà a Lui vicino
e un ciuco e un bue proprio a Lui di lato.

Ho un grande desiderio di sfiorare
con la mia mano il volto del Bambino
e mentre con lentezza m’avvicino,
un coro di campane mi risveglia

e tutta quanta quella meraviglia
di getto lascia il posto alla realtà.
Un po’ confuso guardo alla finestra,
sta nevicando e s’odon le campane.

E’ stato un sogno colmo di dolcezza
che m’ha donato tanta tenerezza
in questa notte magica e fatale
poi, guardo il calendario; oggi è Natale.

Alessandria, 15 Novembre 2007
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DI MISTERIOSA TENEBRA VESTITA

Di misteriosa tenebra vestita.
La pelle come seta, vellutata.
La mente mia s’è tutta illuminata
e avrei voluto eterna la mia vita.

Stille di stelle chiare sul Tuo viso,
scintille d’emozioni nel Tuo sguardo,
un breve accenno e un timido sorriso
mi son bastati, ed è scoccato il dardo.

Eterna Musa, dolce primavera,
fattrice dei miei inquietanti affanni,
ricordo con languore quella sera

e tremo nel sentir fuggire gl’anni.
Fra tante Muse, solo Tu sei quella vera,
tutte le altre m'han donato inganni.

Alessandria, 4 Settembre 2006
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VIRGOLA SCONOSCIUTA

Una coltre d’impenetrabile nebbia
nasconde il tuo reale rendendomelo incomprensibile.
Luce e ombra e ombra, tanta ombra.
Pesante sipario, sudato dall’estenuante mia attesa.
Un timido spiraglio di luce e subito tenebra.
Illusione d’attesa di quella vertigine di speranza
che muore sul suo timido nascere.
Virgola d’un alfabeto sconosciuto
che non so dove sistemare nel tuo sublime arcano.
Affascinante mistero di “Doppie”, “Triple”, “Poliedriche”
unità che irresistibilmente mi attraggono in quel Tuo enigmatico agire.
Chi sei?, no, non dirmelo, resta così,
rimani il “MIO SOGNO”, lasciami cantare le mie illusioni
a quel desiderio che domani
o forse tra un’eternità, diventerà realtà.

Alessandria, 20 Novembre 2006
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Messaggio da Gianni Regalzi »

IL GELIDO CALOR DI QUELLA NEVE


L’ho vista rannicchiata
nell’angolo più buio della strada.
L’aspetto trasandato
e l’arruffata chioma, un giorno grano
sembrava sussurrasse:
“ormai soltanto il vento m’accarezza”

Volevo proseguire
però una strana forza sconosciuta
mi spinse verso Lei
e senza che la mente mia volessa
le sussurrai pian piano:
“sei tu? sei proprio tu? che ti è successo?

Lo sguardo indifferente
divenne a poco a poco triste e scuro
sentendo la mia voce.
“Avrei voluto che non mi vedessi
e che vivesse in te
il dolce ricordar dei giorni insieme”

La voce era tremente
e gl’occhi colmi di disperazione
velati eran di pianto.
“Lasciami soffrir e scorda il mio volto,
la vita m’ha ingannato
non può mai più tornare quel che è stato”

Commosso mi chinai
le accarezzai le gote con dolcezza,
erano fredde come
la bianca neve che scendeva fitta
e senza nulla dire
ripresi amareggiato la mia strada

e quache giorno dopo
leggendo una notizia sul giornale
rimasi seza fiato;
“è stata ritrovata senza vita
coperta dalla neve
il corpo d’una donna sconosciuta”.

Alessandria, 14 dicembre 2009





Livida Alba
non trafiggere con le tue affilate spade
l'arcana tenebra
figlia di questo oblio notturno.

Alessandria, 27 gennaio 2009
Gianni Regalzi
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