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Inviato: 28/05/2009, 15:27
da Gianni Regalzi
Non vi è mai successo di essere serenamente spaparazzati su una panchina e....
A PòS Pü SUPURTE’ CUI ROMPABALI
A pòs pü supurtè cui rompabali
ch’as sètu auzem a me con ina scüza
e am chёntu ch’ i sòn rabatà dal scali
o ch’i sòn stacc lasà da la muruza.
La guèra, l’armistisio, i fiò di Frà,
el pon ch’al custa trop, l’acqua ‘nquinaja,
i sòn tücc argument za culaudà
ansèma l’esperiensa sut la naja.
Ormai ai cunos ben si perdapé,
ai vigh za da lunton quindi ch’am pòntu
e am ciamu: “Per piezì, um fa ‘nvishè”
e i cmensu a chüntèm tüt el sò bali,
ma vist che me ‘d prublema n’ho za tònc,
a pòs pü supurtè si rompabali.
Lisòndria, 10 Agust 2006
Gianni Regalzi
Traduzione a senso dell’autore
NON POSSO Più SOPPORTARE QUEI ROMPISCATOLE
Non posso più sopportare quei rompiscatole
che si siedono vicino a me con una scusa
e mi raccontano che sono scivolati dalle scale
o che sono stati abbandonati dalla fidanzata.
La guerra, l’armistizio, i figli dei Frati,
il prezzo elevato del pane, l’acqua inquinata,
sono tutti argomenti collaudati
assieme all’esperienza del militare.
Ormi li individuo subito quei perditempo,
li noto da lontano quando mi puntano
e mi chiedono: “per favore mi fa accendere?”
e così iniziano a raccontarmi i loro problemi,
ma visto che di problemi ne ho già molti di personali,
non posso più sopportare quei rompiballe.
Inviato: 29/05/2009, 10:24
da Gianni Regalzi
SPECCHIO MUTO
E un'altra inutile Alba
sparge timide briciole di luce
che cercano conferma di riflessi
ma il mio opaco specchio resta muto.
Alessandria, 29 maggio 2009
Gianni Regalzi
Inviato: 03/06/2009, 15:55
da Gianni Regalzi
VERSI SENZA SENSO
PARTORITI DA UN PENNINO IMPAZZITO
(Esempio di scrittura automatica)
Scintilla zampilla la goccia si perde.
La luce lontana nel nulla s’annebbia.
Chissà se la voce talor sconosciuta
sa dare alla vita ormai smunta e vissuta
quel fuoco che ardendo no fa più sognare
e nella ferita del male t’assale?
Un occhio riverso sul ciglio si posa
e l’onda affogata, da scoglio riposa.
La nube si desta dal seno alla mente
e ormai troppa gente col fuoco nel ventre,
con l’anima in mano, col piede ondulante
ha voce nascosta di luce attutita
nel sole, nel vento,
cos’è ormai la vita?
Alessandria, 3 giugno 2009
Gianni Regalzi
Inviato: 04/06/2009, 11:21
da Gianni Regalzi
LA VUZ ANT ‘L PUS
J’hò turna vist cul’òmbra ant la me curt,
ormai disabitaja da tònc ani.
L’è ‘ncura lé, tacaja a la miraja
ch’la uarda vèrs al pus ant u giarden.
L’avghiva zà ‘na vota, tònt temp fà
qònd ch’a giugava co’l balòn e co’l biji.
L’avghuiva ammachi mé, j’ater j’arijvu,
im divu ch’l’era frütt d’la fantazia.
Me anvece j’era sicür ad cul ch’a diva,
sensa però capì u significato.
Del voti um smiava fina
ch’l’aurijsa dim cuc-cosa
e me a stava lé còn atensiòn,
ma ‘nveci del paroli
a sentiva ‘ndrenta ‘l còr frigg e emusiòn.
D’anlura u j’è pasà pü ‘d sinqònt’ani
e lé’ l’è semper lé ch’la uarda ‘l pus.
Adès el pus l’è seuc, u j’è pü l’acqua,
però s’ai vagh auzen còn atensiòn
um smea ‘d senti l’eco d’ina vuz ch’la crea “Aiuto”.
Lisòndria, 24 Dicember 2007
Gianni Regalzi
Traduzione
LA VOCE NEL POZZO
Ho nuovamente visto quell’ombra nel mio cortile,
ormai disabitato da tanti anni.
È ancora lì, contro quel muro
che guarda verso il pozzo nel giardino.
La vedevo già una volta, tanto tempo fa
quando giocavo con il pallone e le biglie.
La vedevo soltanto io, gli altri ridevano,
dicevano che era il frutto della mia fantasia.
Io ero certo di ciò che dicevo,
senza però comprenderne il significato.
A volte sembrava persino
volesse dirmi qualche cosa
ed io ascoltavo con attenzione,
ma non sentivo altro che freddo ed emozione.
D’allora sono trascorsi più di cinquant’anni
e quell’ombra è sempre lì che guarda il pozzo.
Il pozzo ormai è secco, non c’è più acqua,
ma se mi avvicino con attenzione
mi sembra di sentire l’eco di una voce che grida “Aiuto”.
Inviato: 05/06/2009, 9:14
da Gianni Regalzi
STORMIR DI FRONDE E IN FONDO LA COLLINA
Stormir di fronde e in fondo la collina.
L’intenso odor dei tigli mi stordisce.
La quiete mai come ora m’è vicina
nessun affanno strano mi ferisce.
Soltanto un vago senso di languore
pervade dolcemente la mia mente
non sento più quel gelo dentro al cuore
e l’anima riposa dolcemente.
Dal sole il grano ha attinto tutto l’oro
dal sangue della terra il rosso il fiore.
Dall’indaco del ciel si leva un coro
che bacia il verde prato di speranza
e mentre volgo l’occhio al gelso moro
m’azzanna il breve tempo che m’avanza.
Alessandria, 4 giugno 2009
Gianni Regalzi
Inviato: 06/06/2009, 15:42
da ito nami
Quanto hai ragione,Gianni.Il profumo dei tigli in fiore ti stordisce
Inviato: 25/06/2009, 16:02
da Gianni Regalzi
U TEMP
U temp al cur veloce,
ma ‘ncura pű sgagià la cur la gioventù,
ch’ a l’è acme la fiù ‘d ‘na pionta grasa:
ui bűta in ani per fiurì,
ma dop ina giurnà e ammac ‘na nocc,
l’è za sfiorì..
Gianni Regalzi
Lisondria, 25 giűgn 2009
Traduzione dell’autore
Il tempo corre veloce
e ancora più veloce scorre la gioventù,
che assomiglia al fiore d’una pianta grassa;
impiega un anno fer fiorire,
ma dopo un giorno e una sola notte
è già appassito.
Inviato: 26/06/2009, 23:32
da ito nami
ma che profumo selvaggio hanno quei fiori,come quello della gioventù
Inviato: 07/07/2009, 9:50
da Gianni Regalzi
IL PROFUMO DELLA MALINCONIA
M'inebria il profumo
della tua malinconia
e il velo di tristezza che hai negl'occhi
regala alla mia anima
Vertigini di Poesia.
Alessandria
Gianni Regalzi
Inviato: 16/07/2009, 14:50
da Gianni Regalzi
LA FIAMMA S'E' SPENTA
La fiamma s'è spenta
rimane la brace
che sfrigola lenta
spargendo nel vento un Lamento.
Alessandria, 16 luglio 2009
Gianni Regalzi
Inviato: 22/07/2009, 9:33
da Gianni Regalzi
RIMPIANGO CON GL’OCCHI ARROSSATI
Rimpiango con gl’occhi arrossati
l’incanto e la quiete che un tempo
sapeva donarmi la vita.
Silenzi di luce.
Di notti profonde la pace.
Nel nero del cielo la face.
Dall’acque del fiume la dolce canzone.
Nel grembo di donna la prima Emozione.
Capelli di spiga,
le labbra; riflessi di fuoco.
Lontani bagliori d’un sogno
sorgenti da un iride Mare
di getto affogati nel “MAI”.
Alessandria, 1 Agosto 2008
Gianni Regalzi
Inviato: 23/07/2009, 15:27
da Gianni Regalzi
L’ONDA PROFONDA M’INONDA
La sponda è vicina
ma innanzi c’è l’onda profonda
che affonda e mi nega l’approdo.
La mano protendo
la fronda dal ramo pendendo
m’illude un aiuto insperato.
Ad essa m’appendo
ma un vortice freddo e violento
mi sferza le membra; è tremendo.
La forza mi lascia
Pian piano mi sbiancan le gote
e l’onda profonda m’inonda.
Alessandria, 23 Luglio 2009
Gianni Regalzi
http://xoomer.virgilio.it/gianniregalzi/
Inviato: 24/07/2009, 11:51
da Gianni Regalzi
VEDRO' UN'OMBRA
Se un giorno passerò per quella strada,
fra gente sconosciuta vedrò un'ombra
raminga e sconsolata.
Camminerà vicina
al vano mio pensier che lei ritorni.
Non so se parlerà,
certo mi guarderà fisso negl'occhi,
cercando i desideri
che mai avrò il coraggio di svelare.
E' l'ombra di quel sogno mai svanito
che un tempo tormentava il mio intelletto,
l'ombra di quel sospiro sconosciuto
tanto anelato ma, sempre negato.
Alessandria, 7 Dicembre 2005
Gianni Regalzi
Inviato: 27/07/2009, 14:14
da giuliana
Caro Gianni Regalzi, ho letto le tue bellissime poesie,
non si può fare un distinguo poiché...
esprimono sentimenti ,emozioni,riflessioni, sei proprio un poeta.
ciao Giuliana
Inviato: 27/07/2009, 15:32
da Gianni Regalzi
SGUARDO STRANO
Perché mi guardi
con quello sguardo Strano?
Leggo nei tuoi occhi un sottile odio.
Abbiamo sofferto, gioito e goduto insieme.
La mia era la Tua Anima,
i Tuoi erano i miei pensieri.
I momenti difficili li abbiamo superati.
Il gelo degli inverni ci ha trovati abbracciati.
Il caldo degli estati ci ha visti felici.
Ora un inquietante silenzio ci affatica.
Dimmi, cos’è successo tra noi?
Come mai tutto ciò
o sconosciuto indivduo
che mi guardi da questo opaco specchio?
Alessandria, 27 Luglio 2009
Gianni Regalzi