
Gianni Regalzi
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
Re: Gianni Regalzi
E' Teseo, non Icaro, il personaggio mitologico del labirinto. 

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Re: Gianni Regalzi
Miei Cari Amici,
né Teseo né Icaro, forse neanch'io!
Che strana è la Poesia!.
Grazie per l'attenzione.
Gianni Regalzi
né Teseo né Icaro, forse neanch'io!
Che strana è la Poesia!.
Grazie per l'attenzione.
Gianni Regalzi
Re: Gianni Regalzi
O.K., caro Gianni...... ma non si può far passare Teseo per Icaro, soprattutto se è il colto Ito Nami a confondere i due personaggi mitologici. 

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Re: Gianni Regalzi
Cara Sara,
errare è umano ed è l'arma dei forti.
Viva la Poesia.
Gianni Regalzi
errare è umano ed è l'arma dei forti.
Viva la Poesia.
Gianni Regalzi
Re: Gianni Regalzi
Gianni Regalzi ha scritto:Cara Sara,
errare è umano ed è l'arma dei forti.
Viva la Poesia.
Gianni Regalzi
Caro Gianni, sul fatto che "errare humanum est" non c'è dubbio alcuno. Nutro, invece, seri dubbi che sia l'arma dei forti quando l'errore non scaturisca da un esperimento o da una nuova iniziativa, nel qual caso, al contrario, è ampiamente giustificato.
Personalmente mi sentirei presa in giro se qualcuno, quando confondo un qualcosa con qualcosa d'altro, mi dicesse che sono forte perché ho sbagliato. Lo guarderei ben benino in faccia e poi gli chiederei: "Con chi crede di avere a che fare? Non sono mica quella rincitrullita di sua sorella!"
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Re: Gianni Regalzi
Cara Sara,
sbagliando a volte s'impara, imparando non si sbaglia più quindi, a volte, viva l'errar.
Ciao mia Cara Sara (bella la rima).
Gianni Regalzi
sbagliando a volte s'impara, imparando non si sbaglia più quindi, a volte, viva l'errar.
Ciao mia Cara Sara (bella la rima).
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi
LUNA
Luna bugiarda, vagabonda Luna,
non abbondonarmi in queste tenebre,
mai più potrò veder fiorir le stelle.
Varazze, Estate 1978
Gianni Regalzi
Luna bugiarda, vagabonda Luna,
non abbondonarmi in queste tenebre,
mai più potrò veder fiorir le stelle.
Varazze, Estate 1978
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi
L'ULTIMA ILLUSIONE
Un altro occaso langue ad occidente
in un triste profumo di silenzi,
mentre mi sto perdendo in un addio
senza proferir neppure una parola.
Trema l'aria macchiandosi di male
e in questa oscena tenebra, si perde
ogni colore e l'ultima illusione.
Alessandria, 3 dicembre 2012
Gianni Regalzi
Un altro occaso langue ad occidente
in un triste profumo di silenzi,
mentre mi sto perdendo in un addio
senza proferir neppure una parola.
Trema l'aria macchiandosi di male
e in questa oscena tenebra, si perde
ogni colore e l'ultima illusione.
Alessandria, 3 dicembre 2012
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi
SENZA RITORNO
Ho innanzi un cieco vicolo
dalle sudate mura.
Soltanto buio, tenebra; ho paura.
Sento sospiri giunger dal passato;
non posso più fermarmi,
ritorno a quel che è stato.
Alessandria, autunno 1978
Gianni Regalzi
(Ritrovata casualmente su un vecchio quaderno).
Ho innanzi un cieco vicolo
dalle sudate mura.
Soltanto buio, tenebra; ho paura.
Sento sospiri giunger dal passato;
non posso più fermarmi,
ritorno a quel che è stato.
Alessandria, autunno 1978
Gianni Regalzi
(Ritrovata casualmente su un vecchio quaderno).
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Re: Gianni Regalzi
QUINARI SPARZIA'
(Divagazioni senza senso
con quinari in dialetto alessndrino)
Droba la porta
S-cionca la carta
Smorta la luce
Sara i tireut.
Lavti la facia
Sgirti la cracia
Souta la ciuenda
Gavti i causeut.
Zlengua la fioca
Brona cul' oca
Smola la cingihia
Ve-n e buneut.
Riz e patati
Pasta co'l favi
Luua co'l ravi
Pon e bagneut.
As punto chì
a so pi se fè
a pei la me gaba
a am na vag a sunè.
Alessandria, 5 dicembre 2012
Gianni Regalzi
(Su alcune U, ci vuole la dieresi,
ma non so dove trovarla sulla tastiera)
(Divagazioni senza senso
con quinari in dialetto alessndrino)
Droba la porta
S-cionca la carta
Smorta la luce
Sara i tireut.
Lavti la facia
Sgirti la cracia
Souta la ciuenda
Gavti i causeut.
Zlengua la fioca
Brona cul' oca
Smola la cingihia
Ve-n e buneut.
Riz e patati
Pasta co'l favi
Luua co'l ravi
Pon e bagneut.
As punto chì
a so pi se fè
a pei la me gaba
a am na vag a sunè.
Alessandria, 5 dicembre 2012
Gianni Regalzi
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ma non so dove trovarla sulla tastiera)
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Re: Gianni Regalzi
LA MIA OMBRA
E' qui, nei vicoli, di notte,
avvolto da quello strano mistero
di finestre socchiuse,
da lontane eco di vaghi silenzi,
dal languido tepor della mia speme,
è solamente qui che finalmente
ritrovo la mia ombra.
Ombra perduta nelle
taglienti lame di luce del giorno,
negli inutili frastuoni di voci,
su quell'asfalto malato di sangue
e fra macerie d'umana follia.
Ma quando finalmente torna il buio,
mentre le altre ombre si fan lunghe
perdendosi nei fumi dell'oblio,
la mia pian piano torna,
mi prende dolcemente per la mano
e mi conduce verso ignoti Lidi.
Alessandria, 6 dicembre 2012
Gianni Regalzi
E' qui, nei vicoli, di notte,
avvolto da quello strano mistero
di finestre socchiuse,
da lontane eco di vaghi silenzi,
dal languido tepor della mia speme,
è solamente qui che finalmente
ritrovo la mia ombra.
Ombra perduta nelle
taglienti lame di luce del giorno,
negli inutili frastuoni di voci,
su quell'asfalto malato di sangue
e fra macerie d'umana follia.
Ma quando finalmente torna il buio,
mentre le altre ombre si fan lunghe
perdendosi nei fumi dell'oblio,
la mia pian piano torna,
mi prende dolcemente per la mano
e mi conduce verso ignoti Lidi.
Alessandria, 6 dicembre 2012
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Re: Gianni Regalzi
VERTIGINE DI TIGLI
Vertigine di tigli, Le parlavo,
Lei ascoltava con sguardo rapito
e tutto il mondo attorno era silenzio.
Soltanto il verdeggiare delle foglie
accompagnava il suo respiro e il mio.
La sera era salita e l'aria mite
ci accarezzava con la mano lieve.
A Lei mi avvicinai, mi sorrideva,
ma poco a poco il fuoco di passione
arse come lava la nostra pelle.
Cercavo trepidante la rugiada
che solamente Lei poteva offrirmi.
Scomparve in un istante il suo sorriso,
d'intorno l'atmosfera di farfalla
si trasformò violenta in uragano.
Io non sapevo e Lei non lo sapeva
che in quell'Inferno c'era il Paradiso.
Rovente miele-ambrosia sconosciuta
fluivano dai fiori del peccato.
La notte se ne andò e il primo raggio
trovò soltanto l'alito dei tigli
e in mezzo al prato una farfalla spenta.
Alessandria, 11 dicembre 2012
Gianni Regalzi
Vertigine di tigli, Le parlavo,
Lei ascoltava con sguardo rapito
e tutto il mondo attorno era silenzio.
Soltanto il verdeggiare delle foglie
accompagnava il suo respiro e il mio.
La sera era salita e l'aria mite
ci accarezzava con la mano lieve.
A Lei mi avvicinai, mi sorrideva,
ma poco a poco il fuoco di passione
arse come lava la nostra pelle.
Cercavo trepidante la rugiada
che solamente Lei poteva offrirmi.
Scomparve in un istante il suo sorriso,
d'intorno l'atmosfera di farfalla
si trasformò violenta in uragano.
Io non sapevo e Lei non lo sapeva
che in quell'Inferno c'era il Paradiso.
Rovente miele-ambrosia sconosciuta
fluivano dai fiori del peccato.
La notte se ne andò e il primo raggio
trovò soltanto l'alito dei tigli
e in mezzo al prato una farfalla spenta.
Alessandria, 11 dicembre 2012
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Re: Gianni Regalzi
SOSPIRO
Neve bagnata sugli aghi di pino.
Fuligginosa neve sopra ai tetti.
Voglia di nulla.
Voglia d'Infinito.
Voglia di TE.
Alessandria, 13 dicembre 2012
Gianni Regalzi
Neve bagnata sugli aghi di pino.
Fuligginosa neve sopra ai tetti.
Voglia di nulla.
Voglia d'Infinito.
Voglia di TE.
Alessandria, 13 dicembre 2012
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Re: Gianni Regalzi
ARRUGGINITI SPECCHI
Specchi, specchi, arrugginiti specchi
che piangono silenzi senza l’eco
e spargono d’intorno avara luce
in questo inquieto scorrere del tempo.
Alessandria, 14 dicembre 2012
Gianni Regalzi
Specchi, specchi, arrugginiti specchi
che piangono silenzi senza l’eco
e spargono d’intorno avara luce
in questo inquieto scorrere del tempo.
Alessandria, 14 dicembre 2012
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi
SU UN TIMIDO FOGLIETTO SPIEGAZZATO
Ombre di Luna in un vecchio ricordo.
Nel giardino incantato
ho rivisto il suo volto
e i suoi occhi velati di pianto
che cercavano quel mondo, celato
tra le pieghe del Suo ed il mio delirio.
Di fiori profumava la Sua pelle,
di quei fiori malati di passione.
Stringevo le Sue mani nelle mie,
ma il freddo ci gelava le parole.
Il tutto dal caso, ma i miei pensieri
premevano violenti nella mente
e d’innanzi si svelava il futuro
travolto dal passato
vergato ad occhi spenti
su un timido foglietto spiegazzato.
Alessandria, 24 dicembre 2012
Gianni Regalzi
Ombre di Luna in un vecchio ricordo.
Nel giardino incantato
ho rivisto il suo volto
e i suoi occhi velati di pianto
che cercavano quel mondo, celato
tra le pieghe del Suo ed il mio delirio.
Di fiori profumava la Sua pelle,
di quei fiori malati di passione.
Stringevo le Sue mani nelle mie,
ma il freddo ci gelava le parole.
Il tutto dal caso, ma i miei pensieri
premevano violenti nella mente
e d’innanzi si svelava il futuro
travolto dal passato
vergato ad occhi spenti
su un timido foglietto spiegazzato.
Alessandria, 24 dicembre 2012
Gianni Regalzi