Raymond Queneau

Sentimenti d'autore.
Qui puoi postare gli scritti famosi che più ti hanno emozionato... L'ultimo TEMA PROPOSTO è "ACQUA"

Moderatori: Luca Necciai, ito nami

Rispondi
Avatar utente
Mila
Forum Admin
Messaggi: 221
Iscritto il: 15/07/2004, 12:32

Raymond Queneau

Messaggio da Mila »

ESERCIZI DI STILE

Notazioni
Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio
con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo
avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino.
Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con
pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore piú
tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un
amico che gli dice: «Dovresti far mettere un bottone in piú al soprabito». Gli fa
vedere dove (alla sciancratura) e perché.

Metaforicamente
Nel cuore del giorno, gettato in un mucchio di sardine passeggere d’un
coleottero dalla grossa corazza biancastra, un pollastro dal gran collo spiumato,
di colpo arringò la piú placida di quelle, e il suo linguaggio si librò nell’aria,
umido di protesta. Poi, attirato da un vuoto, il volatile vi si precipitò. In un triste
deserto urbano lo rividi il giorno stesso, che si faceva smoccicar l’arroganza da
un qualunque bottone.


Sogno
Mi pareva che tutto intorno fosse brumoso e biancastro tra presenze multiple
e indistinte, tra le quali si stagliava tuttavia abbastanza netta la figura di un uomo
giovane, il cui collo troppo lungo sembrava manifestarne da solo il carattere vile
e astioso. Il nastro del suo cappello era sostituito da una cordicella intrecciata.
Poco dopo ecco che discuteva con un individuo che intravvedevo in modo
impreciso e poi - come colto da subita paura - si gettava nell’ombra di un
corridoio.
Un altro momento del sogno me lo mostra mentre procede in pieno sole
davanti alla Gare Saint-Lazare. P, con un amico che gli dice: «Dovresti fare
aggiungere un bottone al tuo soprabito».
A questo punto mi sono svegliato.


Animismo
Un cappello floscio, bruno, con una fenditura, dai bordi abbassati, la forma
circondata da una treccia come un cordoncino militare, un cappello stava ritto tra
gli altri, sussultando appena per le asperità del suolo trasmesse alle ruote del
veicolo automobile che lo trasportava, lui - il cappello. A ogni fermata
l’andirivieni dei passeggeri gli imprimeva movimenti laterali, talora assai
pronunciati, il che finí per irritarlo, lui - il cappello. Egli espresse la propria ira
attraverso una voce umana che gli era collegata da una massa di carne
strutturalmente disposta intorno a una sorta di sfera ossea perforata da alcuni
buchi e che si trovava sotto di lui, lui - il cappello. Una o due ore dopo lo rividi
che deambulava a circa un metro e sessantasei da terra, in lungo e in largo,
davanti alla Gare Saint-Lazare, lui - il cappello. Un amico lo consigliava di far
aggiungere un bottone supplementare al suo soprabito... un bottone
supplementare... al suo soprabito... lui dire cosí... a lui - il cappello.


Lettera ufficiale
Ho l’onore di informare la S.V. dei fatti sotto esposti di cui ho potuto essere
testimone tanto imparziale quanto orripilato. In questa stessa giornata, verso
mezzogiorno, mi trovavo sulla piattaforma di un autobus che andava da rue de
Courcelles verso place Champerret. Detto autobus era pieno, anzi piú che pieno,
oso dire, perché il bigliettario aveva accolto un sovraccarico di numerosi
postulanti, senza valide ragioni e mosso da una eccessiva bontà d’animo che lo
portava oltre i limiti imposti dal regolamento e che pertanto rasentava il
favoritismo. A ogni fermata il movimento bidirezionale dei passeggeri in salita e
in discesa non mancava di provocare una certa ressa tale da incitare uno di detti
passeggeri a protestare, anche se con qualche timidezza. Devo riconoscere che
detto passeggero andava a sedersi non appena rilevatane la possibilità.
Mi si consenta di aggiungere al mio breve esposto un particolare degno di
qualche rilievo: ho avuto l’occasione di riconoscere il sopra menzionato
passeggero qualche tempo dopo in compagnia di un personaggio non meglio
identificato. La conversazione intrapresa dai due con animazione sembrava
vertere su questioni di natura estetica.
In considerazione di quanto sopra descritto prego la S.V. di voler
cortesemente indicarmi le conseguenze che debbo trarre dai fatti elencati e
l’atteggiamento che Ella riterrà opportuno che io assuma per quanto concerne la
mia successiva condotta. Nell’attesa di un cortese riscontro assicuro alla S.V. i
sensi della mia profonda considerazione e mi dico con osservanza... ecc. ecc.


Onomatopee
A boarrrdo di un auto (bit bit, pot pot!) bus, bussante, sussultante e
sgangherato della linea S, tra strusci e strisci, brusii, borbottii, borrrborigmi e
pissi pissi bao bao, era quasi mezzodin-dong-ding-dong, ed eccoco, cocoricò un
galletto col paltò (un Apollo col capello a palla di pollo) che frrr! piroetta come
un vvortice vverso un tizio e rauco ringhia abbaiando e sputacchiando «grr grr,
arf arf, harffinito di farmi ping pong?!»
Poi guizza e sguazza (plaffete) su di un sedile e sooossspiiira rilasssato.
Al rintocco e allo scampanar della sera, ecco-co cocoricò il galletto che
(bang!) s’imbatte in un tale balbettante che farfuglia del botton del paletò. Toh!
Brrrr, che brrrividi!!!
26 Analisi logica
Autobus. Piattaforma.
Piattaforma d’autobus. Il luogo. Mezzogiorno.
Verso.
Verso mezzogiorno. Il tempo. Passeggeri.
Litigio.
Litigio di passeggeri. Azione.
Giovanotto.
Cappello collo magro.
Un giovanotto col cappello di gallone a treccia. Il soggetto. Un tale.
Un tale. Antagonisti. Io.
Io.
Io. Il narratore. Parole.
Parole.
Parole. L’argomento. Posto libero.
Posto occupato.
Un posto libero viene occupato. Risultato. Stazione.
Un’ora dopo. Un amico.
Un bottone. È la conclusione.
Conclusione logica.


Sonetto
Tanto gentile la vettura pare
che va da Controscarpa a Ciamperretto
che le genti gioiose a si pigiare
vi van, e va con esse un giovinetto.
Alto ha il collo, e il cappello deve stare
avvolto di un gallone a treccia stretto:
potrai tu biasimarlo se un compare
iroso insulta, che gli pigia il retto?
Ora s’è assiso. Sarà d’uopo almeno
ritrovarlo al tramonto, quando poi
non lontano dal luogo ove sta il treno
s’incontri con l’amico, che gli eroi
della moda gli lodi, e non sia alieno
dall’aumentare li bottoni suoi.


Ode
Sull’autobussolo
sull’autobissolo
l’auto dell’essele
l’auto-da-fé
che va da sé
perepepé,
a sussultoni
a balzelloni
dal capolinea
al lina-piè,
un giorno calido
tepido ed umido
un tipo sucido
un tipo livido
collo da brivido
cappello in bilico
di prezzo modico,
ecco ristà.
Sul cappellicolo
di quel ridicolo
ci sta un nastricolo
tutto intrecciatolo
e quello impavido
col volto rorido
grida a un omuncolo
che col peduncolo
gli preme il ditolo
grosso del pié.
Quello s’intignola
volano sventole
chi insulta pencola
quindi si svicola
corre a una seggiola
vi posa il podice
quivi rannicchiasi,
se ne sta zitt.
Caso incredibile,
dall’automobile
di stesso titolo
al perpendicolo
del dì solar,
vedo il terricolo
di cui fantastico
in conciliabolo
con tipo subdolo
che intrattenendolo
su temi frivoli
gli mostra il bucolo
d’impermeabile
forse un po’ comico
dove un bottuncolo
dovrebbe illico
esser spostatolo
un po’ piú in sú.
(
\\
)))
##--------> MILA
)))
//
(
Rispondi