Yama
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
- poesia n. 622 del novembre 2004
SULLA SCOGLIERA D'INVERNO
Candida neve
che sovrappone i suoi cristalli
a quelli del sale
su questa scogliera del ricordo
dove immagini di ieri
calano a sovrapporsi al gelo
coi lampi di sole
di una trascorsa estate
scende in silenzio
sulla musica inquieta della risacca
gioco di un mare
dai riflessi azzurri increspati dal vento.
Ma nella memoria
le immagini si perdono
nel deserto di oggi nel quale ascolto
il tuo cadere lento
testimone muto della stagione lontana
che se pur intenta
al giallo dei narcisi stenta a permanere
nel varco nei ricordi
e come sarà per la neve al sole
svanirà anche il passato
nella continuità d’un mare mai placato
e di una scogliera
che immutata, veglierà i miei sogni.
yama
(col contributo di giusy45)
SULLA SCOGLIERA D'INVERNO
Candida neve
che sovrappone i suoi cristalli
a quelli del sale
su questa scogliera del ricordo
dove immagini di ieri
calano a sovrapporsi al gelo
coi lampi di sole
di una trascorsa estate
scende in silenzio
sulla musica inquieta della risacca
gioco di un mare
dai riflessi azzurri increspati dal vento.
Ma nella memoria
le immagini si perdono
nel deserto di oggi nel quale ascolto
il tuo cadere lento
testimone muto della stagione lontana
che se pur intenta
al giallo dei narcisi stenta a permanere
nel varco nei ricordi
e come sarà per la neve al sole
svanirà anche il passato
nella continuità d’un mare mai placato
e di una scogliera
che immutata, veglierà i miei sogni.
yama
(col contributo di giusy45)
- poesia 633 del dicembre 2004 (modifica della precedente poesia)
INVERNO SULLA SCOGLIERA
Candida neve che sovrappone i suoi cristalli
a quelli del sale, sulla scogliera del ricordo
dove immagini di ieri calano a coprire il gelo
coi lampi di sole della trascorsa estate.
Scende in silenzio, in fiocchi grandi
ad ovattare la musica inquieta della risacca
e a confondere le sagome dei gabbiani
rincantucciati su cengie protese sul mare
dai riflessi increspati d’azzurro e piombo.
Ma nella memoria
le immagini si perdono nel silenzio di oggi
nel quale ascolto il suo cadere lento lento
a cancellare il sale della stagione lontana
che se pur brillante di papaveri e ginestre
stenta a rimanere nei corridoi sempre più stretti
della memoria e come sarà per la neve al sole
svanirà
persa nello spettacolo di un mare mai domo
su questa scogliera immutata che anche oggi
veglia sui miei sogni.
yama
INVERNO SULLA SCOGLIERA
Candida neve che sovrappone i suoi cristalli
a quelli del sale, sulla scogliera del ricordo
dove immagini di ieri calano a coprire il gelo
coi lampi di sole della trascorsa estate.
Scende in silenzio, in fiocchi grandi
ad ovattare la musica inquieta della risacca
e a confondere le sagome dei gabbiani
rincantucciati su cengie protese sul mare
dai riflessi increspati d’azzurro e piombo.
Ma nella memoria
le immagini si perdono nel silenzio di oggi
nel quale ascolto il suo cadere lento lento
a cancellare il sale della stagione lontana
che se pur brillante di papaveri e ginestre
stenta a rimanere nei corridoi sempre più stretti
della memoria e come sarà per la neve al sole
svanirà
persa nello spettacolo di un mare mai domo
su questa scogliera immutata che anche oggi
veglia sui miei sogni.
yama
- poesia n. 628 del dicembre 2004
BIANCHE SPUME
Bianche spume sfrangiate
di onde spinte dal vento
s’aggrappano alla scogliera
subito dileguandosi
nel continuo rifluire
come sogni
proiettati su realtà taglienti
invano aggrappati a speranze
che troppo in fretta si dileguano
rifluendo nel mare quotidiano
delle abitudini.
yama
BIANCHE SPUME
Bianche spume sfrangiate
di onde spinte dal vento
s’aggrappano alla scogliera
subito dileguandosi
nel continuo rifluire
come sogni
proiettati su realtà taglienti
invano aggrappati a speranze
che troppo in fretta si dileguano
rifluendo nel mare quotidiano
delle abitudini.
yama
Apprezzamento
Pregevole e molto appropriata la similitudine bianche spume- sogni.
Proprio:
Bianco naufragio/Sogni sulla scogliera /del quotidiano.
Bravo!
Proprio:
Bianco naufragio/Sogni sulla scogliera /del quotidiano.
Bravo!
ito nami
- poesia n. 680 del maggio 2005
FALÒ
Sale il fumo in spire danzanti
al ritmo del vento di tramontana
ed io guardo le stoppie annerirsi
e le foglie
dal calore accartocciate
una dopo l’altra
come i giorni trascorsi
di un calendario esausto.
Acre il fumo incide guance
con solchi di lacrime false
mentre nel fuoco getto
dolori antichi e speranze sfumate
che sciàmano via come faville
ed io come sciamàno
al ritmo della fiamma
faccio danzare le mie speranze
e i rinnovati sogni.
yama
FALÒ
Sale il fumo in spire danzanti
al ritmo del vento di tramontana
ed io guardo le stoppie annerirsi
e le foglie
dal calore accartocciate
una dopo l’altra
come i giorni trascorsi
di un calendario esausto.
Acre il fumo incide guance
con solchi di lacrime false
mentre nel fuoco getto
dolori antichi e speranze sfumate
che sciàmano via come faville
ed io come sciamàno
al ritmo della fiamma
faccio danzare le mie speranze
e i rinnovati sogni.
yama
- poesia n. 635 del dicembre 2004
PASSERÀ!
M’ingannano le luci
che in questa notte triste
hanno parvenza di stelle lontane
fredde come gioielli
false come promesse non mantenute.
Brividi sulla pelle
che il vento schiaffeggia
in questa notte senza profumi
che trascorro
con fatica
ma con la certezza dell’alba
e del calore del sole che verrà.
yama
PASSERÀ!
M’ingannano le luci
che in questa notte triste
hanno parvenza di stelle lontane
fredde come gioielli
false come promesse non mantenute.
Brividi sulla pelle
che il vento schiaffeggia
in questa notte senza profumi
che trascorro
con fatica
ma con la certezza dell’alba
e del calore del sole che verrà.
yama
- poesia 645 del gennaio 2005
ALLA STAZIONE
Solitari giorni
trascorsi in questo atrio in festa
tra annunci d’arrivi e di partenze
e d’auguri ai passeggeri
frettolosi
vocianti
che non indugiano con me
non si soffermano e mi superano
quasi grati e meravigliati
che non abbia teso la mia mano
e non abbia nulla chiesto o domandato.
Ma nulla mi manca in questo rifugio
che puzza di freni surriscaldati e ferro
e strilla con voci di metallo
che tengono lontani, attenuati
i rumori della città
che è fuori
distante.
Nulla ho da chiedere
non sono un accattone
sono solo un uomo che non c’è più
sono un barbone
col mio tesoro appresso
nel carrello da supermercato
in questo castello inespugnabile
dove ho un letto di cartone
in un angolo dimenticato.
yama
ALLA STAZIONE
Solitari giorni
trascorsi in questo atrio in festa
tra annunci d’arrivi e di partenze
e d’auguri ai passeggeri
frettolosi
vocianti
che non indugiano con me
non si soffermano e mi superano
quasi grati e meravigliati
che non abbia teso la mia mano
e non abbia nulla chiesto o domandato.
Ma nulla mi manca in questo rifugio
che puzza di freni surriscaldati e ferro
e strilla con voci di metallo
che tengono lontani, attenuati
i rumori della città
che è fuori
distante.
Nulla ho da chiedere
non sono un accattone
sono solo un uomo che non c’è più
sono un barbone
col mio tesoro appresso
nel carrello da supermercato
in questo castello inespugnabile
dove ho un letto di cartone
in un angolo dimenticato.
yama
- poesia n. 637 del dicembre 2004
.
ON THE ROAD
Dieci lustri e più
giocati senza un doppiopetto
senza al collo nodi di cravatta
on the road
ad inseguire il filo
tagliente della mia spada.
Scorrono veloci le immagini
di campi brulli e aironi da risaia
e conto i nidi arroccati tra rami spogli
addormentati nel sole tiepido di dicembre.
Magnifica libertà
in cui seguo il filo
dei miei pensieri taglienti
nel rombo del motore
sulle note di Vasco, delle sue bollicine
tra un panino in piedi ed un caffè.
Nella foschia si svelano diafane
eteree rocce alpine
a fare da quinta alla mia gioia
per il mio cuore a casa
e i miei giorni ancora davanti a me.
.
ON THE ROAD
Dieci lustri e più
giocati senza un doppiopetto
senza al collo nodi di cravatta
on the road
ad inseguire il filo
tagliente della mia spada.
Scorrono veloci le immagini
di campi brulli e aironi da risaia
e conto i nidi arroccati tra rami spogli
addormentati nel sole tiepido di dicembre.
Magnifica libertà
in cui seguo il filo
dei miei pensieri taglienti
nel rombo del motore
sulle note di Vasco, delle sue bollicine
tra un panino in piedi ed un caffè.
Nella foschia si svelano diafane
eteree rocce alpine
a fare da quinta alla mia gioia
per il mio cuore a casa
e i miei giorni ancora davanti a me.
E' passato altro tempo,caro amico,e ancora non ci hai gratificato di nuove tue liriche.Rileggendo quelle già postate le abbiamo trovate ancora più in sintonia con il nostri sentimenti,con la nostra poetica,di quanto ci era parso alle prime letture.Il buon vino migliora col tempo.Con simpatia profonda
ito nami
- poesia n. 70 dell'aprile 2003
ANCORA MUSICA
Una musica dolce mi parla di te
di giorni felici e di ore nostre
all’affanno rubate.
In questa musica sciolgo i miei pensieri
così che il ricordo alla realtà si sovrappone
e ancora i tuoi colori io vedo
e il tuo odore sento e il tuo sapore
come di lontana primavera
come se il passato fosse l’oggi
e del domani nulla importi.
Così sia musica
a ravvivare invano la speranza
musica di passata stagione
forgia e incanto di un lontano amore.
ANCORA MUSICA
Una musica dolce mi parla di te
di giorni felici e di ore nostre
all’affanno rubate.
In questa musica sciolgo i miei pensieri
così che il ricordo alla realtà si sovrappone
e ancora i tuoi colori io vedo
e il tuo odore sento e il tuo sapore
come di lontana primavera
come se il passato fosse l’oggi
e del domani nulla importi.
Così sia musica
a ravvivare invano la speranza
musica di passata stagione
forgia e incanto di un lontano amore.
Re: Yama Saluti.
Caro poeta ho letto molte delle tue poesie, sono meravigliose,
a DIO piacendo tornerò ancora per passare momenti sereni con i tuoi scritti.
Grazie,ciao Giuliana
a DIO piacendo tornerò ancora per passare momenti sereni con i tuoi scritti.
Grazie,ciao Giuliana