Nessun uomo è un'isola
Nessun uomo è un'isola,
in se stesso racchiuso;
ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte del tutto;
se il mare si porta via una zolla di terra,
l'Europa ne è diminuita,
come se sparisse un promontorio,
la casa assolata di un amico,
o la tua stessa;
la morte di ogni uomo mi diminuisce,
perché sono parte dell'umanità;
per questo non chiedere mai
per chi suona la campana;
essa suona per te.
John Donne.
John Donne
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
Re: John Donne
IL SOGNO
Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema alla ragione,
troppo forte per la fantasia.
Fosti saggia a destarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e le favole storia.
Entra fra queste braccia. Se ti parve
meglio per me non sognare tutto il sogno,
ora viviamo il resto.
Come il lampo o un bagliore di candela,
i tuoi occhi non già il rumore, mi destarono.
Pure (giacchè ami il vero)
io ti credetti sulle prime un angelo.
Ma quando vidi che mi vedevi in cuore,
sapevi i miei pensieri oltre l'arte di un angelo,
quando sapesti il sogno, quando sapesti quando
la troppa gioia mi avrebbe destato
e venisti, confesso che profano
sarebbe stato crederti qualcos'altro da te.
Il venire, il restare ti rivelò: tu sola.
Ma ora il levarti mi fa dubitare
che tu non sia più tu.
Debole quell'amore di cui più forte è la paura,
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore, di pudore, di onore.
Forse, come le torce che debbono esser pronte
sono accese e rispente, così tu tratti me.
Venisti per accendermi, vai per venire. Ed io
sognerò nuovamente
quella speranza, ma per non morire.
Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema alla ragione,
troppo forte per la fantasia.
Fosti saggia a destarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e le favole storia.
Entra fra queste braccia. Se ti parve
meglio per me non sognare tutto il sogno,
ora viviamo il resto.
Come il lampo o un bagliore di candela,
i tuoi occhi non già il rumore, mi destarono.
Pure (giacchè ami il vero)
io ti credetti sulle prime un angelo.
Ma quando vidi che mi vedevi in cuore,
sapevi i miei pensieri oltre l'arte di un angelo,
quando sapesti il sogno, quando sapesti quando
la troppa gioia mi avrebbe destato
e venisti, confesso che profano
sarebbe stato crederti qualcos'altro da te.
Il venire, il restare ti rivelò: tu sola.
Ma ora il levarti mi fa dubitare
che tu non sia più tu.
Debole quell'amore di cui più forte è la paura,
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore, di pudore, di onore.
Forse, come le torce che debbono esser pronte
sono accese e rispente, così tu tratti me.
Venisti per accendermi, vai per venire. Ed io
sognerò nuovamente
quella speranza, ma per non morire.
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Re: John Donne
Tre volte pazzo
Lo so, sono due volte pazzo
perché amo e perché lo dico
in dolenti versi. Ma dov'è
il saggio che non vorrebbe
essere me, se lei non si negasse?
Profondi nella terra
tortuosi percorsi angusti
purificano l'acqua di mare
dei corrosivi sali, cosi pensavo,
avrei alleggerito le mie pene
portandole attraverso
il tormento delle rime.
Dolore che si fa metro non è più tanto crudele,
lo doma chi col verso lo mette in catene.
Ma fatto ciò qualcuno,
per esibire la sua arte, la sua voce,
mette in musica canta il mio dolore.
Per dilettare i molti libera di nuovo
il dolore che nel verso era frenato.
Al dolore all'amore
la poesia si addice -
ma che non sia piacevole da leggere.
.Dolore e amore entrambi -:
sono accresciuti da questi canti,
il loro trionfo è fatto cosi pubblico.
E io che due volte pazzo ero,
tre volte pazzo sono. ~
Chi è solo un poco saggio, è il pazzo vero.
Lo so, sono due volte pazzo
perché amo e perché lo dico
in dolenti versi. Ma dov'è
il saggio che non vorrebbe
essere me, se lei non si negasse?
Profondi nella terra
tortuosi percorsi angusti
purificano l'acqua di mare
dei corrosivi sali, cosi pensavo,
avrei alleggerito le mie pene
portandole attraverso
il tormento delle rime.
Dolore che si fa metro non è più tanto crudele,
lo doma chi col verso lo mette in catene.
Ma fatto ciò qualcuno,
per esibire la sua arte, la sua voce,
mette in musica canta il mio dolore.
Per dilettare i molti libera di nuovo
il dolore che nel verso era frenato.
Al dolore all'amore
la poesia si addice -
ma che non sia piacevole da leggere.
.Dolore e amore entrambi -:
sono accresciuti da questi canti,
il loro trionfo è fatto cosi pubblico.
E io che due volte pazzo ero,
tre volte pazzo sono. ~
Chi è solo un poco saggio, è il pazzo vero.
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