Gianni Regalzi

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Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi

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APPASSITO TRAMONTO

In quelle brevi aurore profumate
cercavo inutilmente la speranza
di cogliere il calor dell’orizzonte,
ma inesorabilmente l’infinito
lasciava alla mia mano una chimera.

Ora l’autunno bussa alla mia porta
e senza che la mente mia lo voglia,
col vento e con la sabbia dentro gli occhi
sento appassir di noia il mio tramonto.

Alessandria, 30 gennaio 2013
Gianni Regalzi
(Da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
(Nella foto sono io, ahimè, 1000 anni fa)

Traduzione in portoghese del mio Amico
Joao Francisco Carvalho
A PASSAGEM DE UM POR DO SOL
Naquela curta aurora perfumada
Eu tentei em vão na esperança
de captura o calor do horizonte,
Mas certamente o infinito
deixou a minha mão uma quimera.
Agora o outono está a bater à minha porta
e sem que minha mente o desejava ,
como o vento e areia nos olhos
me vejo agora passar o meu pôr do sol.
Alexandria, 30 de janeiro de 2013
Gianni Regalzi
(Da coleção "Silêncios e pensamentos")
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

In un nebbioso tardo pomeriggio d'inverno può capitare di passare nella città vecchia, vedere un portone semiaperto, entrare e......

RITORNO

Un bianco e malato sole d’inverno,
divide con l’ombra il vecchio cortile.
Giardino spoglio,
vecchie ringhiere,
muri sbrecciato,
cieche finestre.
Strane ed inquietanti presenze
mi aleggiano intorno.
Non voci,
non suoni
non genti,
non battiti d’ali,
non volti sereni,
non fiori,
non canti;
l’angoscia m’assale
…richiudo l’antico portone.

Alessandria, Febbraio 1996
Gianni Regalzi
(Dalla Raccolta “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

INCUBO NOTTURNO

L’inquietante insistenza d’uno sguardo sconosciuto
mi gela le mani e m’imperla la fronte
in questa atmosfera di latte, lordo di luride larve.

Tu non ci sei,
ma ti sento in quest’incubo notturno senza fine.

Non mi basta spalancare le pesanti palpebre
per scacciare quest’infernale orgasmo
che mi attanaglia e mi seduce
come la sinistra presenza d’una bambola rotta,
agonizzante sull’asfalto infangato.

E tu non ci sei,
pesante macigno maligno mi preme, mi ferisce, mi schiaccia.
Tutto è lento e irreale; odore di nulla.

Il diafano fantasma di me stesso
mi guarda sospeso in quest’acre fetore di tenebre.

E tu non ci sei,
vattene, vattene via;
non graffiarmi con le unghie intrise del mio sangue,
le lacrime mi nascondono il viso.

Tu non ci sei,
vattene, vattene via; non voglio più soffrire…
e il pianto della luna ferisce la finestra socchiusa.

Alessandria, 27 Settembre 2006
Gianni Regalzi
(Da "Silenzi e Pensieri" Dir.ris.)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

SETTEMBRE

L'anima nuda si perde beata
dove la felce si sposa col cielo
e dall'ombra del bosco,
confusa allo stormir di antiche foglie,
ritorna l'eco della dolce voce
che un tempo ormai lontano disse ti amo.

Ora l'autunno sparge un lento velo
e la dimenticanza il petto preme.

Alessandria, 9 Tishri 5776 (22/9/2015)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

AU CIAR DI LIZARO'

Chi ch’l’era cul fanciòt ch’u scuratlava
da la maten-na a sira ‘n piasa d’Armi
con i pé scuss e in aquilone russ?

Chi ch’l’era cul fanciòt che con la flece
l’andava a cacia ad rat co’l biji ‘d veder
an cula vègia curt co’l piónti el fiù?

Chi ch’l’era cul fanciòt che a riva Tani
l’andava a peschè ‘l ron-ni con la cana
e con j’arbüst al fava la gabana?

Chi ch’l’era cul fanciòt che a la nóc fónda
an cul siri d’istà sensa la leun-na
us ancantava au ciar di lisaró?

Am na viz propi pü, chi ch’l’è ch’a l’era,
però, scavónda ben ant la memoria
um smea ad vighmi me; mila ani fa.

Lisòndria, (Alessandria) 20 genaj 2013
Gianni Regalzi
(El fió del Bosch e l’anvud du Smói)
(Da "Silenzi e Pensieri" dir.ris.)

Traduzione
(La traduzione in lingua non rispetta nessuna metrica
mentre la versione in dialetto è interamente
composta da endesasillabi piani e tronchi)
AL LUME DELLE LUCCIOLE

Chi era quel bambino che correva/ dal mattino alla sera in piazza d’Armi/a piedi scalzi con un aquilone rosso?
Chi era quel bambino che con la fionda/andava a caccia dei topi con le biglie di vetro/in quel vecchio cortile con gli alberi e i fiori?
Chi era quel bambino che sulle rive del fiume Tanaro/andava a pescare le rane con la canna/e con le frasche si costruiva la capanna?
Chi era quel bambino cha a notte fonda/in quelle sere d’estate senza luna/si stupiva alla luce delle lucciole?
Non mi ricordo proprio più chi era/ma scavando bene nella memoria/mi sembra di riveder me stesso mille anni fa.

Traduzione in portoghese di mio pro-cugino Arturo Orsini

Arturo Orsini
TRADUCCIÓN:
A LA LUZ DE LAS LUCIÉRNAGAS
¿Quién era ese niño que corría / de la mañana a la noche en la Piazza d'Armi / descalzo con un milano real?
¿Quién era ese niño que con una honda / cazaba ratones con canicas de vidrio / en ese viejo patio con árboles y flores?
¿Quién era ese niño que a orillas del río Tanaro / se fue a pescar ranas con una caña / y construyó una choza con las ramas?
¿Quién era ese niño que en medio de la noche/en aquellas tardes de verano sin luna/se preguntaba a la luz de las luciérnagas?
Realmente ya no recuerdo quién era / pero escarbando en mi memoria / me parece volver a verme hace mil años.
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HAIKU

Il sole è a picco
attorno tutto è luce
l’ombra è smarrita

Varazze (SV), 6 agosto 2013
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ANCHE IL CANDOR DEL GIGLIO MUTA IN PECE

Quando l'angoscia preme e il tempo cade
anche il candor del giglio muta in pece
e tutto ciò che prima mi stupiva
si fa all'istante inutile lamento.

Si tinge il cielo in nero, gela il sole,
il mare urla minaccia di tempesta,
ma all'orizzonte avaro di emozioni
vedo una lenta e fioca luce sparsa
che mi sussurra con la voce roca:
“Il tempo della quiete è ancor lontano”.

Allora il pugno stringo, chiudo gli occhi
e a capo chino sudo il mio Calvario.

Alessandria, 3 Tishri 5776 (16/9/2015)
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GIACIGLIO D’ERBE E FELCI

C’è verde, verde, tanto verde intorno.

Riflessi solo a spicchi nel fogliame
e un lieve sussurrare di cicale
rammentano che ormai è giunta l’ora.

D’incanto tutto tace, ma dal bosco
sento un lamento, sembra di bambina.
Mi pare di capire:
“Non voglio più star qui, lasciami andare”.

La vedo in lontananza, ha gli occhi strani,
mi si avvicina con le braccia tese,
non è una bimba, è un essere Silvano.

La pelle è fatta a scaglie, braccia a rami
coperta solamente d’erbe e felci,
non so che cosa fare, il tempo è muto
e il mio pensiero vola all’infinito.

Lampi lontani, schegge di ricordi,
spiaggia deserta e Lei distesa al sole,
luci di perle sparse sulle pelle
e suoni, dolci suoni d’arpe e viole.

Violenta e minacciosa un’onda avanza
e con il suo ruggito mi travolge,
l’acqua è dannata, breve si fa l’aria
e tutto quanto attorno si scolora.

La luce affievolisce, avanza il gelo,
ma braccia fatte a rami
m’avvolgono e mi portano alla riva.

Lei non c’è più e la sua pelle a perle
si è trasformata in vano desiderio
…e l’essere Silvano mi sorride.

Trilla la sveglia, è stato solo un sogno,
dalla finestra filtra un lento raggio,
ma all’angolo ancor buio della stanza
c’è un ramo che assomiglia ad una mano
posato su un giaciglio d’erbe e felci.

Alessandria, 12 Tammuz 5775 (29/6/2015)
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TANKA

Un fuoco fatuo
e un chiurlo di civetta.
L'Inferno attende.

Ma senza far rumore
da oriente il cielo inrosa.

Alessandria, 29 /9/2017
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Dietro ogni finestra chiusa
si nasconde un secreto.

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Messaggio da Gianni Regalzi »

E L'ALBA SARÀ MUTA

Nell'ora del ritorno al nulla eterno
non ti voltare indietro,
vedresti solamente erinni, affanni,
soltanto brevi luci
e nella fitta nebbia un volto vago
con gli occhi senza ciglia
e labbra che per te mai si son schiuse.

Ora davanti hai solamente buio,
lo stesso buio che ti aveva in grembo
quando dell'Alba non avevi senno.

Alessandria, 17 Elul 5775 (1/9/2015)
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BRACE

La fiamma s'è spenta,
rimane la brace che sfrigola lenta.

E dal profondo pozzo sale un pianto.

Alessandria, 16. Adar 5783 - 9/3/2023
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Messaggio da Gianni Regalzi »

INEBRIARSI DI SILENZI

Mi sono inebriato coi silenzi
di tutti quei ricordi ormai lontani
che all’ombra del mistero
pian piano si donavano all’oblio.

Vedo una fioca luce, e la sua face
rivela il lento bosco senza tempo
e quell’antica quercia che ci ha visti
peccare in una notte a muta luna.

Tutto era fermo, il mondo non girava,
soltanto i suoi sospiri,
i suoi sospiri e miei
vibravano nell’aria profumata.
I fremiti si fecero roventi,

la notte ci fu amica, ma ben presto
ci accolse un'alba livida d’affanni,
che col suo grigio manto pose fine
a quell’Inferno al Paradiso uguale.

Alessandria, 22 luglio 2013
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

NEI MIEI PENSIERI STRANI MI RIFUGIO

Nei miei pensiere strani mi rifugio
ogni qualvolta attorno e in ogni dove
comincia ad apparir l’eterna noia.

Mi fondo con il vento e volo via
cullato dalla dolce melodia
del sussurrar di foglie a primavera.

Inseguo un aquilone rosso in cielo
e salgo, salgo in alto fino a quando
m’appare il mondo un piccolo granello.

M’inebrio di stelle, d’altri mondi,
parlo alla Luna, strano, non risponde
e annego nelle nuvole di panna.

Precipito all’istante, il suolo s’apre
e in fondo al buio pozzo senza fondo
con la corolla china un fiore muore.

D’intorno è tutto gelo e grigio e pianto,
cornice di delirio a tanto nulla.
Nelle mie vene brucia il Paradiso.

Alessandria, 18 marzo 2013
Gianni Regalzi
(Dalla raccolta “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
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Messaggio da Gianni Regalzi »

MI GUARDO NELLO SPECCHIO E VEDO UN RAGNO

M’arrampico sui muri come un ragno
e con la pipa spenta schiaccio mosche
son certo che anche questo è un chiaro segno
che arriveranno ancora ore più fosche.

Ero un signore, Principe del regno
ora con otto zampe mi altaleno
appeso alla mia bava e poi disegno
contorni astratti e rime sempre meno.

Il sole mi è nemico, vivo d’ombra
ho zanne adunche in bocca, ma nel seno
non ho né una grancassa, né una tromba,
ma un cuore di colore arcobaleno.

Alessandria, 2 Iyyar 5775 (21/4/2015)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
(Foto da Google immagini)
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