Gianni Regalzi

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Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

QUINTA ELEMENTAR A LA “SCÓLA BOVIO”
(Ricord ad tonc ani fa)

El campon-ni d’la ceza i sunavu;
dói bot, trei bot, quattr’uri.
Ammac ‘na lampaden-na sut la volta.
L’inver l’era rivà e da la fnèstra
avghiva i cup del cà, ch’j’eru vistì
ad cula galaverna sporca e frigia
ch’um’ allagava ‘l cór ‘d malincunia.
A l’era ammac trei meiz ch’j’era cmensà
la scòla,
e a me um smiava zà ‘n’eternità.
La sabbia ‘d Tani, u sù, la bicicleuta,
a j’eru ammachi pü in bèll ricord.
El meister al parlava, al parlava,
ma me a sava nonca sec u diva.

Presente, imperfetto, congiuntivo…
Mec l’era bèll fè i tuffi ‘n cul fundòn.

Li ricordate i sette Re di Roma?...
A sòn crujà an mez in comp ‘d gron.

Le parentesi tonde, quadre e graffe…
Prufüm ad fiordalisi tütt’antur.

La base per l’altezza fratto due…
La piònta ‘d fic, el pus e ‘nfònd la topia.

Volevo ricordarvi che domani
faremo una ricerca sui Romani...
La cana, i chigiaren, cula raveuza,
e ‘n popi ‘n là u stracol, per andè ‘nt j’ort.

Prendete il sussidiario, pagina trenta…
La pappagioia, i grill e ‘l rundanen-ni.

Il fiume Po è il più lungo dell’Italia…
Farfali culuraji chi bazu ‘l fiù.

L’è qrattr e dez e u sòn d’la campanèla
um diz che anche per ancò a l’è finija.
A büt quadernu e libi ‘n t’la cartèla
e ‘n fila tütt cuntent a sort da scòla.
Ad fòra u j’è la nebbia, al fa tonta frigg.
An gir u j’è pü ‘nzeun,
Ma ant’el me còr l’è forta la sperònsa
che prima ò po’ ui turnerà l’istà.

Lisòndria 21 Mars 2007
Gianni Regalzi
(El fió del Bosch e l’anvud du Smòj)

TRADUZIONE

Le campane della chiesa suonavano;
Le due, le tre, le quattro.
Soltanto una lampadina sul soffitto.
L’inverno era giunto e dalla finestra
le tegole erano coperte
da quella brina sporca e fredda
che mi inondava il cuore di malinconia.
La scuola era iniziata soltanto da tre mesi,
ma mi sembrava già un’eternità.
La sabbia del Tanaro, il sole, la bicicletta,
non erano altro che un bel ricordo.
Il maestro parlava, parlava,
ma io non ascoltavo.

Presente, imperfetto, congiuntivo…
Come era bello fare i tuffi in quel fondone.

Li ricordate i sette Re di Roma?...
Sono coricato in mezzo ad un campo di grano.

Le parentesi tonde, quadre e graffe…
Profumo di fiordalisi tutto intorno.

La base per l’altezza fratto due…
La pianta di fico, il pozzo e il pergolato.

Volevo ricordarvi che domani
faremo una ricerca sui romani…
La canna da pesca, le esche,
quel tratto di fiume che porta agli Orti.
Prendete il sussidiario, pagina trenta…
I fiori di Gaggia, i grilli e le rondini.

Il fiume Po è il più lungo d’Italia…
Farfalle variopinte che baciano i fiori.

Sono quattro e dieci e il suono della campanella
mi avvisa che anche per oggi è finita la lezione.
Ripongo quaderni e libri nella cartella
e in fila, contento esco dalla scuola.
Fuori c’è la nebbia, fa molto freddo.
Per la strada non c’è più nessuno,
ma nel mio cuore è intensa la speranza
che prima o poi ritornerà l’estate tornerà.
Gianni Regalzi
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Messaggio da Gianni Regalzi »

UN VELO DEL COLORE DELLA NOTTE

I fantasmi mi graffiano negli occhi
ogni qualvolta il sole si scolora
e le ombre lunghe azzannano i miei sensi.

Sono i momenti in cui
i mostri del passato
trascinano i pensieri in fondo al pozzo
dove lo spazio è breve-avara l'aria
e noti con terrore
che il cielo è fatto di erbe e di radici.

Dove non senti più nemmeno un pianto
e vedi solamente fuochi fatui
che nascono dal nulla
e subito a quel nulla fan ritorno.

C'è grigio, freddo, nebbia tutt'intorno
e un velo del colore della notte
disteso senza tregua in ogni dove.


Alessandria, 22 Sivan 5776 (28/6/2016)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

ED ORA TUTTO TACE


Negli anfratti segreti dei miei strani pensieri
ritrovo zone d'ombra e verdi valli.

Le minacciose nubi e gli Archi in cielo.

Acuminate spine e rose e viole.

Roventi lame e cocci di bottiglia,
poco più innanzi labbra profumate,
e immonde larve e fango e fiumi in piena.

Il bianco, il nero e in mezzo tanti grigi.

Mi pare intravvedere un fresco fiore
e un viso sorridente.

Pian piano m'avvicino, tutto tace,
ma all'improvviso un gorgo involve e impera.

Resta soltanto un vuoto un cero e un pianto.


Alessandria, 14 Tammuz 5776 (20/7/2016)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

LA STANZA È BUIA E VUOTA

La stanza è buia e vuota,
ma attorno aleggian orde di presenze.

Algidi manti, rinsecchite membra,
e visi scarni e ombrosi
che col fetor di cera
s'annodano ai pensieri più segreti.

È buia quella luce, tutto tace.

Voglio volar lontano,
ma questi stracci stretti
mi stan bloccando il sangue nelle vene.

Slegatemi le mani
e apritemi alla luce e al cielo fondo.

Alessandria, 1 Av 5776 (/8/2016)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

tuona l'occaso
nell'ombra della sera
il giorno muore

Al, 5 Tevet 5777 (3/1/2016)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

NERO GELO

È sempre lì che attende.

E in mezzo scorre il fiume,
il limaccioso fiume sempre in piena.

Brevissimi momenti di acque quiete,
subito appresso gorghi e frane e fango.

E Lei è lì che aspetta...Nero Gelo.

Da quando il mondo è mondo Lei compare,
sparge il manto e poi torna nel nulla.

Ha un nome che nessuno vuol sentire,
un nome breve, breve,
che fa da eco al fondo più profondo.

Alessandria, 3 Av 5776 (7/8/2017)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

ANCHE LA LUNA ORMAI HA SPENTO IL LUME

Dall'ingiallito vetro,
un ammalato lume
di quella strana luna,
si mescola alle mie perturbazioni
che vorticosamente prendon forma
sul volto di una bambola, posata
chissà da quale mano,
sopra quel letto ormai da tempo vuoto.

Ha gli occhi fissi, guarda l'infinito,
ma in quella stanza buia
rintoccano frammenti di passato.

Ora c'è vento, un lento e dolce vento
che mi accarezza il volto,
ma tutto in un momento
la brezza si fa gelo.

La bambola si volta e sul suo viso
mi appare un velo di disperazione.

Mi guarda fisso e parla,
sussurra qualche cosa, non capisco.

Mi mancano le forze, tutto è buio.

A poco a poco torno nei miei sensi,
mi guardo attorno, tutto sembra uguale,
ma appesa al lampadario
con una corda al collo,
la bambola mi fissa col suo ghigno.

Anche la luna ormai ha spento il lume.


Alessandria, 19 Av 5776 (23/8/2016)
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

E AD OCCIDENTE IL SOLE SI SCOLORA

Piange il tramonto sulla spiaggia nuda.

Rimane solamente quel Profumo
di inutili promesse
giurate con la sabbia dentro gli occhi.

Sul bagnasciuga l'onda,
mai paga del suo eterno divenire,
disegna misteriose melodie
per poi ridiventar di nuovo mare.

Là, quel gabbiano scruta l'orizzonte
e da occidente il sole si scolora.

Alessandria, 18 Elul 5776 (21/9/2016)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

PRUFŰM ‘D RUZMAREN

U sa sposta la riga
d’ómbra da la miraja
an cula vègia curt cól piònti el fiù.

La va sempre pü anon, a póss nent fermèla,
la smorta pion pianen tücc i culur.

La porta an fónd la curt, ades a l’è saraja
e an s’la galerea a vigh pü anzёn,
u j’è pü el masnà chi giógu còn la bala
e a sent pü el prufüm du ruzmaren.

Na vota cula porta l’era druerta
e u sù u stava an cà tütt la maten,
ma ormai ist’òmbra chi la và pü andrera
e u sù a l’è ammà pü an t’la me ment.

Lisóndria, 15 Genaj 2003
Gianni Regalzi
( El fió del Bosch e l’anvud du Smój )
(Tratto da “L’Obiettivo e l’Anima
Poesie di G. Regalazi
Foto d’Arte di R. Novello)
(La foto è stata scattata
nel cortile di Casa Regalzi
e dietro quella finestra
sono nato io)

PROFUMO DI ROSMARINO

Si sposta la riga d’ombra dal muro
in quel vecchio cortile con alberi e fiori.
Va sempre più avanti, non posso fermarla,
spegne piano piano tutti i colori.
La porta in fondo al cortile, adesso è chiusa
e sul ballatoio non vedo più nessuno,
non ci sono più i bambini che giocano a palla
e non sento più il profumo del rosmarino.
Un tempo quella porta era aperta
e il sole entrava in casa tutto il mattino,
ma adesso quest’ombra non torna più indietro
e il sole è resta soltanto nella mia mente.

(P.S. La traduzione in lingua non segue
la metrica propria dell’originale in dialetto).
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

NON SOLO IL CALDO TORRIDO D'ESTATE
PUÒ FAR PERDER LO SENNO,
ANCHE LA PRIMA PARTE DELL'AUTUNNO
SA FAR LA PROPRIA PARTE. (AhAhAh)

Se il nostro naso fosse sulle spalle,
cli occhi sotto i piedi,
le orecchie sulla pancia e su un ginocchio,
la bocca in tasca a un nostro coinquilino,
le braccia lunghe quattro metri e trenta,
il pistolino a molla,
e le belle patate sparse a caso,
come faremmo a ber la candeggina
o andare sul diretto per Torino,
con la valigia in testa
e quattro cotechini per merenda?

Ditemi voi come potremmo fare?

Alessandria, 29 Elul 5776 (2/10/2016)
(ultimo giorno dell'anno ebraico)
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

DELLA MENTAL SALUTE DOMANI È IL GIORNO


Allevare storioni
nel secchio di vernice per ringhiere
è come far lo sciampo a un porcospino
sperando di svegliarti un bel mattino
trovandotelo lì come cuscino.

Ora lo specchio fischia,
non c'entra proprio nulla con 'sti versi.
Sul vecchio e impolverato lampadario
si è rannicchiato Arturo il dromedario
coperto da un vetusto calendario.

Ricorrerà domani
il primo 10 del mese mese corrente
della mental salute omaggio al giorno
con far furtivo io mi guardo attorno
e sbafo due lasagne cotte al forno.

Alessandria, 7 Tishari 5777-(9/10/2016)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

LA MIA FRECCIA DEL TEMPO

La mia freccia del tempo
vola leggera al limitar dei sensi
tracciando una parabola
che sfiora gli Orizzonti degli eventi.

È forse proprio lì,
celata da un sipario spesso e nero
che giace la risposta ai miei perché.

Ora lo spazio è lento,
quindi un sussurro e un pianto
e infine una voragine indistinta
che porta dove cede la mia mente.

Alessandria, 12 Tishri 5777 (14/10/2016)
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Messaggio da Gianni Regalzi »

FERMATI CRONO

Fermati Crono fermati,
non volar via,
non far della speranza cosa vana.

Lascia che questo Zefiro argentino
ristori ancora un poco i miei pensieri.
Fai d'ogni Aurora un secolo di Rosa
e che al tramonto mai non muoia il sole.

Fermati lì, riposa
nella fragranza intensa della rosa,
nel fresco gorgheggiar d'acque di roggia,
nel tenero sorriso di un bambino,
nel dolce rammentar del primo bacio,
al fuoco devastante del peccato.

Fermati Crono, fermati
non mi sfuggire,
non farti sabbia fine fra le dita.

Alessandria, 19 Tishri 5777 (21/10/216)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

MA CHE BÈLA MARMOTA

Ma che bèla marmota!

Am büt la bartola
e a vagh zü dala scala
a m'anviar ant'la piola
a cichèm 'na sigala.

Ma che bèla marmota!

Am pei 'na gazeuz
e in panen cou giambóm
el pon l'è 'm po' poss,
ma u giambón a l'è bón.

Ma che bèla marmota!

Là 'n fónd u j'è la Giuana
ch'l'è ciuca 'cmé 'na rata
un tira 'na savata
e pó um fa vighi el cü.

Me ai digh: “ma lasa pèrdi
't'ei brüta 'cme 'na sümia
at tzmeji ammmac pü 'na mümmia
va fóra dan ti pé”.

A me um piaz la marmota
giuvnota e prufimaja
la toua a l'è mufia
e pen-na ad catarlen.
T'ai 'na brüta marmota
a la spüsa 'd scapen.

Adèss l'è set e mèza
e m'anviar vers a cà.

Anvisch sut la pignata
a fas buji dói fidlen
du foji d'insalata
'na feuta 'd salamen
'
na buta ad cul bèl fort
fin quónd ch'um gira j'ogg
e adès ch'a j'ó smurfì
a pós andè a drumì.

Ma che bèla marmota!

Lisòndria, 25 Utuber 2016 (set e mèza ad sira)
Gianni Regalzi
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(La traduzione in lingua è pressoché
impossibile trattandosi di Slang
alessandrino strettissimo)
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

UN'OMBRA D'OMBRA

E disse l'Ombra a un'ombra:
“Perché fai ombra?
non sai che solo l'Ombra può far ombra?”.

L'altra ombra indispettita
si pose senza attesa innanzi all'Ombra
e come per incanto
colei che si credeva unica Ombra
divenne dall'altra ombra fatta d'ombra.

Alessandria, 25 Tishri 5776 (27/10/2016)
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