Yama

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YAMA
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R: Yama

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- poesia n. 367 del marzo 2004


QUOTIDIANA ROUTINE

Com’è lontana estate!

Negato dalla tua assenza
il tempo scorre grigio.

Monotono.

Nello stridore di contrasti
tra realtà vissute
e virtuali promesse.

Vane.

Promesse stritolate
che il sogno schiaccia
contro vetri di finestre
che sul grigio feriale
di una città nebbiosa
s’affacciano.

Mentre speranze
a volte affogano
altre sopravvivono
mescolandosi
nel lago degli affanni
di quotidiana routine.



yama
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YAMA
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R: Yama

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- poesia n. 376 del marzo 2004

CROSTE DI SALE

Fragile sentire

che d’assenza fa rinuncia e resa.
eppure è amore, anche nell’attesa.

A te conduco il mio pensiero
tra le forti correnti di un mare nero

attraverso nubi scure e mareggiate
che sugli scogli lasciano croste salate

come quelle che sulla nuda pelle
mi hai lasciato parlandomi di stelle.


yama
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YAMA
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- poesia n. 354 del febbraio 2004


UNA SERA DI FEBBRAIO

Amore travolgente
ho letto stasera
tra nuvole
al tramonto colorate
gonfie di sospiri
accarezzati nei pensieri
di un vento gelido
che soffia la tua assenza
su ali senza forma
che sanno di sale
e di profumi intensi
che mi raccontano di te
mentre passione attende
di assaporare il gusto
della nostra pelle.



yama
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- poesia n. 387 del marzo 2004

ACQUA

Sei come l’acqua che scende
e sui sassi rimbalza
e vortica irrequieta
e spumeggiante il fosso scava
così il mio cuore hai segnato
e la mia vita.


yama
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- poesia n. 386 del marzo 2004

(dalla raccolta "la casa nel bosco)


RADICI

Ho portato i miei sogni
a spasso per la città,
ma come ago di bussola,
sempre m’hanno ricondotto
alle amate terre e alle lontane radici
della montagna e del bosco
tra cinghiali, volpi e lepri
e falchi dallo sguardo acuto
che il mio spirito accompagnano
tra querce e faggi, a nutrirsi di vita.



yama
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- poesia n. 385 del marzo 2004

IRLANDA

I rododendri ai margini di strade da sogno
che si snodano strette tra muri a secco
tra fattorie dal tetto basso di paglia
e celtiche croci e castelli di pietra e legno
lungo scogliere da brivido
su un mare bianco di spume agitate
così diverso dal mio da essere altra cosa,
Irlanda,
tu m’inganni e seduci come amante e sposa
attirandomi ogni quando il mio volo
posso librare libero e per questo,
a te mi dono.


yama
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- poesia n. 603 del settembre 2004


BELLA EPOQUE

Scorre lento il tempo e senza affanni
in questo antico albergo delle terme.

Nell’attesa del pranzo
immagino sfilare figure in bianco e nero
coi baffi curati e l’orologio nel taschino
e lini bianchi e frusciare di sete e crinoline
e crocchie elaborate su colli slanciati.

Di sommesso vociare sento pervadere
gli eleganti salotti dai soffitti alti e intarsiati
e candide tende svolazzanti sul loggiato
affacciato sul parco dei larici.

Nel salone adiacente scricchiola il parquet
ai passi rapidi dei camerieri indaffarati
a rifinire l’apparecchiatura nei riflessi
dei mille e mille strass dei lampadari.

Il cordone rosso è tolto, si può entrare.

Svaniscono i fantasmmi in bianco e nero
sostituiti da clienti vocianti in braghe corte.

Peccato

comunque è l’ora, si va a mangiare.




yama
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- poesia n. 384 del marzo 2004

PIUME

Piume colorate svolazzano libere
come sogno che gravità non cattura,
libere dai quotidiani affanni
da telegiornali e sconvolgimeti
fatti da sangue versato nel nome
di un dio sciacallo e barbuto
così frequenti da farmi rintanare
per impotente rabbia
in quella realtà virtuale
che rende il mondo così vago
da sembrare ingenuo riparo.


yama
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- poesia n. 11 dell'agosto 2002

TEMPORALE D’ESTATE

Improvvisa cala la luce
s’alza il vento
la finestra sbatte
tutto si ferma.

Nembi scuri che si scontrano
nel cielo dell’estate,
lampi abbaglianti
e rombi di tuono.

Sogni che si rincorrono
e si scontrano con la mente,
passioni amare
che lacerano l’anima.

Sogni come folate di vento
in una vita piena,
ma con sufficienza vissuta
alla ricerca del niente.

Sogni del nulla delle cose
a distrarre dalla gioia
dell’emozioni piene
e del sentir col cuore.

Infuria la tempesta estiva
gli alberi son scossi
le foglie strappate e ghermite
e trascinate dal vento.

Sogni che non han registro
non han freno o inibizione
non han prigione
ne briglia a trattenere.

Sogni di cui il flusso
tutto travolge
e spezza lo spirito
del vecchio vivere.

Sogni la trama del dopo
ch’è soffocante arsura
è nodo ai visceri
e offuscamento d’occhi.

Le ultime raffiche
spengono il piovasco
il nuovo sole si riflette
sul turgore lucido delle foglie.

Lo sguardo indugia
sui colori splendenti,
il caffè scende dolce tra le labbra,
la giornata riprende.


yama
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- poesia n. 378 del marzo 2004

SEDIMENTI

Volti scordati,
abbandonati e ritrovati
volti mai lasciati.

Sedimenti di ricordi.

Volti di persone,
come sassi di fiume accumulati
sulle sponde dalle piene stagionali.

Tra di loro scorro
a volte con rapido distacco
a volte lento
ad accarezzare ricordi di volti
che hanno intrecciato
la loro vita con la mia,
che qualcosa hanno lasciato
ed altro preteso e conservato.
come sedimenti di fiume,
volti indelebili del mio passato.


yama
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- poesia n. 17 del settembre 2002

VENTO DI MARE

Il vento può essere dolce,
sulla pelle nuda,
come una carezza,

può essere forte e deciso,
e arrossar la pelle,
come una carezza,

può essere impetuoso e dirompente,
da strappar le vesti,
come una carezza,

così infinitamente sensuale e tenero
da non accorgerti nemmeno
che é . . . solo una carezza.

sul suo soffio un bacio
per te
solo per te


yama
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- poesia n. 24 dell'ottobre 2002

CORIANDOLI

Coriandoli d’amore, raccolti in un pugno,
come incontrastati ricordi senza tempo,
segnano la mente con calde immagini.

Rossi coriandoli inseguono il pensiero
e come calde nubi che striano i tramonti,
si avventano a provocare stupore e attesa.

Coriandoli che segnano l’anima per sempre,
sciogliendo lacci che legano il cuore
a inquiete realtà di quotidiano affetto.

Coriandoli di memoria, come pensieri
d’incandescenti amplessi e torride carezze,
di soffocanti baci e penetranti emozioni.

Ricordi che dell’amore hanno il colore,
della passione il sapore e del sogno il profumo.
Coriandoli che continueranno ancora a volare

… portati dal vento.


yama
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- poesia n. 372 del marzo 2004

VENTI DI LIGURIA

Oliveti in fasce
scendono al mare
catturando lo sguardo
coi profumi viola
dei giacinti
e i brillanti colori
di basilico e salvia
e i turchesi d’acqua
che la costa seguono
da ostro a libeccio
fino alle terre
di tramontana


yama
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- poesia n. 42 del dicembre 2002

SOGNANDO ANCORA

Sogni,
come fiamme guizzanti,
si susseguono sfumando nel nulla
ma donando all’anima calore
quali fatui ricordi di gioie finite
e di speranze future.

Sogni, motore dell’attesa
che prepara al riso e al pianto.
Senza di voi irrinunciabili amanti
solo l’oblio sarebbe padrone.
Padrone che tutto inghiotte
e solo il grigio lascia.

Sogni, vestiti di splendido colore
spesso siete preludio di delusione
ma ugualmente v’amo
come mia vita e luce
a scacciare tenebra
di amorfo quotidiano affanno.

Sogni, dolce prigione
che irrealizzati tali restate
a spingere pensieri oltre ragione
a chiudere il dolore fuori dal cuore.
Sogni d’amore e di passioni arcane
fate di mia vita ciò che sperate.



yama
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- poesia n. 26 dell'ottobre 2002

NEL SOLE D’INVERNO

Dolce sentire
che del nulla è amico,
nel sole m’avvolgi
e l’anima m’appaghi.
Nel tuo abbraccio mi perdo
e mentre il pensiero ristagna
il sogno incalza
la mente si ferma
e il cuore s’abbatte
e colpi perde
nell’ombra di lei.

Cieco lo sguardo volgo
e sconosciuta ti vedo
mentre sul mio silenzio incombi
come nuova realtà
di passioni e istinti,
che il battito risveglia.

L’oscura diga infrangi
con l’impeto dei tuoi fianchi
e delle tue labbra il nettare
che avido suggo
al ritmo del dolce affanno
mentre la carne è una
e per l’eterno istante
mi perdo

e il mio sole ammiro
e la mia luna

sinché notte ritorna
rasserenante
a riavviare
del quotidiano il ciclo.


yama
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