Yama
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
R: PAROLE NEL VENTO (by Yama)
- poesia n. 438 del maggio 2004
LA CASA DELLE VACANZE
Cigolano
i cardini vecchi
nella penombra
e nell’odore di chiuso
e di polvere umida,
ma è casa.
Si spalancano le imposte
su immutate viste
che solo ieri
pare d’aver lasciato
e luce entra a dare vita
alle cose ritrovate
in un magico istante
di occhi stupiti
che indugiano
ad abbracciare il tutto
quasi a cercare la certezza
d’essere davvero li
tra quelle mura
ancora più amate
dopo l’abbandono
che di ricordi e di speranze
sono l’alcova.
yama
LA CASA DELLE VACANZE
Cigolano
i cardini vecchi
nella penombra
e nell’odore di chiuso
e di polvere umida,
ma è casa.
Si spalancano le imposte
su immutate viste
che solo ieri
pare d’aver lasciato
e luce entra a dare vita
alle cose ritrovate
in un magico istante
di occhi stupiti
che indugiano
ad abbracciare il tutto
quasi a cercare la certezza
d’essere davvero li
tra quelle mura
ancora più amate
dopo l’abbandono
che di ricordi e di speranze
sono l’alcova.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:29, modificato 1 volta in totale.
R: PAROLE NEL VENTO (by Yama)
-
RICORDI
Vidi l’amore
in vecchi occhi profondi
e tra le rughe
al ricordo di chiome
rilucenti nel sole.
yama
RICORDI
Vidi l’amore
in vecchi occhi profondi
e tra le rughe
al ricordo di chiome
rilucenti nel sole.
yama
R: PAROLE NEL VENTO (by Yama)
-
UNTER DER LINDEN
A casa.
La casa in cima alla salita
due occhi e una bocca
come in un disegno di bambino
in fondo al tunnel verde del viale.
Il viale degli olmi
intervallati ai tigli profumati
il viale delle ginocchia sbucciate
per le corse in discesa con la carretta
e delle lunghe guerre indiane.
Unter der Linden
dei primi baci e delle prime carezze.
Il motore sforza in salita
e le ruote scivolano sul brecciolino
che schizza e copre i battiti del cuore,
se solo mia madre potesse affacciarsi
e ancora sorridere al mio arrivo, ma
forse sono io che non la vedo.
yama
UNTER DER LINDEN
A casa.
La casa in cima alla salita
due occhi e una bocca
come in un disegno di bambino
in fondo al tunnel verde del viale.
Il viale degli olmi
intervallati ai tigli profumati
il viale delle ginocchia sbucciate
per le corse in discesa con la carretta
e delle lunghe guerre indiane.
Unter der Linden
dei primi baci e delle prime carezze.
Il motore sforza in salita
e le ruote scivolano sul brecciolino
che schizza e copre i battiti del cuore,
se solo mia madre potesse affacciarsi
e ancora sorridere al mio arrivo, ma
forse sono io che non la vedo.
yama
R: PAROLE NEL VENTO (by Yama)
- poesia n. 572 del luglio 2004
APRENDO UN'IMPOSTA
Le ortensie macchiano di rosa e di blu
il verde scuro del sottobosco
mentre un raggio di sole coglie il ginepro
quello vecchio, grosso e nodoso
da fare invidia ai cipressi.
L'inverno ha lasciato il segno
di un grosso ramo manca l'ombra
e sul lastricato davanti a casa il sole batte
a scaldare pietre antiche.
Non una voce, non un rumore
nulla d'urbano si riverbera tra i tronchi
solo gli incessanti richiami delle ghiandaie
e il cinguettare continuo di chissà chi.
Una pietra del muro s'è smossa
forse il cinghiale che ha grufolato nel fosso.
Dovrò metterla a posto.
Intanto il vento continua ad affannarsi
per far tremare le foglie degli olmi.
yama
APRENDO UN'IMPOSTA
Le ortensie macchiano di rosa e di blu
il verde scuro del sottobosco
mentre un raggio di sole coglie il ginepro
quello vecchio, grosso e nodoso
da fare invidia ai cipressi.
L'inverno ha lasciato il segno
di un grosso ramo manca l'ombra
e sul lastricato davanti a casa il sole batte
a scaldare pietre antiche.
Non una voce, non un rumore
nulla d'urbano si riverbera tra i tronchi
solo gli incessanti richiami delle ghiandaie
e il cinguettare continuo di chissà chi.
Una pietra del muro s'è smossa
forse il cinghiale che ha grufolato nel fosso.
Dovrò metterla a posto.
Intanto il vento continua ad affannarsi
per far tremare le foglie degli olmi.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:30, modificato 1 volta in totale.
R: PAROLE NEL VENTO (by Yama)
- poesia n. 574 del luglio 2004
PIGRIZIA
Dalla finestra sul bosco
voltata a oriente
filtra la luce del mattino.
Verdi riflessi sul muro
dinanzi al cassettone antico.
Pigro mi rigiro nel piacere
di lenzuola fresche
che m’accarezzano
menre da sotto giungono
rumori sommessi di stoviglie
e l’aroma del caffè.
yama
PIGRIZIA
Dalla finestra sul bosco
voltata a oriente
filtra la luce del mattino.
Verdi riflessi sul muro
dinanzi al cassettone antico.
Pigro mi rigiro nel piacere
di lenzuola fresche
che m’accarezzano
menre da sotto giungono
rumori sommessi di stoviglie
e l’aroma del caffè.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:30, modificato 1 volta in totale.
R: PAROLE NEL VENTO (by Yama)
- poesia n. 352 del febbraio 2004
AL BILIARDO
Schiocco secco
di palle bianche
che battono
e rimbalzano
e abbattono birilli
sul panno verde
un po’ sporco
un po’ consumato
del vecchio biliardo
che fiero mostra
nell’alcova di luce
le sue cicatrici
di sigarette
sul bordo dimenticate.
Punti scorrono
contati e rincorsi
da geometrie calcolate
da calibrata forza
e ore trascorrono
nel racconto di storie
sempre uguali e monotone
di vittorie improbabili
e di facili conquiste
e d’illusioni raccolte
sul fondo di un bicchiere.
yama
AL BILIARDO
Schiocco secco
di palle bianche
che battono
e rimbalzano
e abbattono birilli
sul panno verde
un po’ sporco
un po’ consumato
del vecchio biliardo
che fiero mostra
nell’alcova di luce
le sue cicatrici
di sigarette
sul bordo dimenticate.
Punti scorrono
contati e rincorsi
da geometrie calcolate
da calibrata forza
e ore trascorrono
nel racconto di storie
sempre uguali e monotone
di vittorie improbabili
e di facili conquiste
e d’illusioni raccolte
sul fondo di un bicchiere.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:31, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesia n. 363 del febbraio 2004
UN LAMPO
In una voce imprevista
ascolto battiti
d’improvvisa emozione
che dell’inverno
fanno primavera.
E in quegli occhi,
nel nero della notte,
vedo il domani
mentre le labbra accosto
per assaggiare la vita.
yama
UN LAMPO
In una voce imprevista
ascolto battiti
d’improvvisa emozione
che dell’inverno
fanno primavera.
E in quegli occhi,
nel nero della notte,
vedo il domani
mentre le labbra accosto
per assaggiare la vita.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:32, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesia n. 574 dell'agosto 2004
NEL PRATO
Nel prato
sotto alla finestra delle scale
nel cespuglio della lavanda
una manciata di farfalle.
Danzano, suggono, sfuggono
e si rincorrono nell’aria tersa
del mattino
sotto a questo sole tiepido
di un’estate così timida
da sapere ancora di primavera.
Un raggio penetra le fronde
basse dei tigli e si sofferma
sulle campanule viola.
yama
NEL PRATO
Nel prato
sotto alla finestra delle scale
nel cespuglio della lavanda
una manciata di farfalle.
Danzano, suggono, sfuggono
e si rincorrono nell’aria tersa
del mattino
sotto a questo sole tiepido
di un’estate così timida
da sapere ancora di primavera.
Un raggio penetra le fronde
basse dei tigli e si sofferma
sulle campanule viola.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:33, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesia n. 198 del novembre 2003
MATTINA
Pennellate di luce
in tinte pastello
disegnano scogliere
protese sul mare.
Catturano il mio sguardo
in quest’alba d’estate
in cui m’è colonna sonora
solo lo sciabordio
di un mare che è tavola
e lo stridere lontano
di gabbiani
che come sciame di vespe
vorticano attorno
alla barca in pesca.
Sotto ai piedi
la fredda sabbia della mattina
di questa spiaggia
ancora per poco silenziosa
festonata da file ordinate
di sdraio e d’ombrelloni
che il bagnino apre
con meccanico gesto
ai primi raggi del sole
come corolle
nel risveglio mattutino.
yama
MATTINA
Pennellate di luce
in tinte pastello
disegnano scogliere
protese sul mare.
Catturano il mio sguardo
in quest’alba d’estate
in cui m’è colonna sonora
solo lo sciabordio
di un mare che è tavola
e lo stridere lontano
di gabbiani
che come sciame di vespe
vorticano attorno
alla barca in pesca.
Sotto ai piedi
la fredda sabbia della mattina
di questa spiaggia
ancora per poco silenziosa
festonata da file ordinate
di sdraio e d’ombrelloni
che il bagnino apre
con meccanico gesto
ai primi raggi del sole
come corolle
nel risveglio mattutino.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:34, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesia n. 76 del maggio 2003
11 SETTEMBRE
(il cameriere)
Amico mio,
di scuola antico compagno.
Come fiore di ciliegio
che in breve, vita diffonde
e aroma spande
e bellezza
e sfioritura presto accoglie,
così repentinamente,
la tua strada,
per cieca perfidia,
hai terminato.
Tu che felice in paradiso,
le tue speranze avevi realizzato.
Da solo,
in terra straniera,
ad inseguire del tuo sogno il destino.
E fu quel primo giorno ...
Ricordi?
Dal novantesimo piano
m’avevi telefonato:
“È come in un film!”,
mi dicesti.
Il tuo cuore,
di gioia pregno,
ancor non conosceva
del dolore il vero strazio.
Ancor giunto non era
quel martedì,
di vita oltraggio,
in cui dal paradiso,
come goccia di pioggia,
saresti sceso.
Quel martedì di fine estate,
ultimo giorno,
in cui,
nel tuo stupito dolore,
spiccasti il volo,
e mentre la terra incontro ti veniva,
il vento i tuoi capelli scompigliava,
come dolce carezza di madre
che paura scaccia.
yama
11 SETTEMBRE
(il cameriere)
Amico mio,
di scuola antico compagno.
Come fiore di ciliegio
che in breve, vita diffonde
e aroma spande
e bellezza
e sfioritura presto accoglie,
così repentinamente,
la tua strada,
per cieca perfidia,
hai terminato.
Tu che felice in paradiso,
le tue speranze avevi realizzato.
Da solo,
in terra straniera,
ad inseguire del tuo sogno il destino.
E fu quel primo giorno ...
Ricordi?
Dal novantesimo piano
m’avevi telefonato:
“È come in un film!”,
mi dicesti.
Il tuo cuore,
di gioia pregno,
ancor non conosceva
del dolore il vero strazio.
Ancor giunto non era
quel martedì,
di vita oltraggio,
in cui dal paradiso,
come goccia di pioggia,
saresti sceso.
Quel martedì di fine estate,
ultimo giorno,
in cui,
nel tuo stupito dolore,
spiccasti il volo,
e mentre la terra incontro ti veniva,
il vento i tuoi capelli scompigliava,
come dolce carezza di madre
che paura scaccia.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:35, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesie n. 506, 507 e 508 del luglio 2004
3 HAIKU CON "SABI"
Sabi, uno dei quattro elementi caratterizzanti un haiku. Sabi è la quiete, la pace, la solitudine, il distacco, la calma. Non c'è tristezza nè rimpianto, ma appagamento nella contemplazione che ci mette in completa comunione con l'oggetto contemplato.
1
cala il sole
dietro alle montagne
ed è già notte
2
luccica tra i rami
il sole d'estate
ma il bosco è scuro
3
scende la notte
sui profumi d'estate
con le lucciole
yama
3 HAIKU CON "SABI"
Sabi, uno dei quattro elementi caratterizzanti un haiku. Sabi è la quiete, la pace, la solitudine, il distacco, la calma. Non c'è tristezza nè rimpianto, ma appagamento nella contemplazione che ci mette in completa comunione con l'oggetto contemplato.
1
cala il sole
dietro alle montagne
ed è già notte
2
luccica tra i rami
il sole d'estate
ma il bosco è scuro
3
scende la notte
sui profumi d'estate
con le lucciole
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:37, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesia n. 602 del settembre 2004
RILETTURA DI UN NASO
Ma tu, Cyrano
con la storia del naso ci marciavi.
Vecchio ubriacone iracondo!
Con bell’arte esibivi la protuberanza
come dei glutei fa la meretrice
e altro non attendevi che uno sguardo
anche lieve, solo sfiorato, impacciato
timido
e tanto bastava, alla terza caraffa di vino,
per metter mano al ferro e sfogare
tutto il tuo rancore sul malcapitato tapino.
E Rossana poi?
Rossana la bella, Rossana la dolce
Rossana di qua, Rossana di la
in barba ad ogni tua romantica illusione
voleva solo verificare la deduzione
impertinente
se all’attributo tuo vistoso
altro più occulto ne fosse controparte.
Rossana … la cortigiana!
Così anche stasera, al terzo tracannare
hai attaccato la solita filippica e
spada in mano
ti sei messo a poetare ignaro
del tuo tempo ormai finito
e gran stupore è apparso
nel tuo sguardo appannato
quando al fin della licenza
“lui”
ha affondato la sua lama e
“tu”
sei stato il toccato.
Così ora giaci in quest’ultimi istanti
s’un pavimento lercio di taverna a cercare
del finale quella mancata rima
e ti rendi conto solo ora
di quanto è stata vana tua vita.
yama
RILETTURA DI UN NASO
Ma tu, Cyrano
con la storia del naso ci marciavi.
Vecchio ubriacone iracondo!
Con bell’arte esibivi la protuberanza
come dei glutei fa la meretrice
e altro non attendevi che uno sguardo
anche lieve, solo sfiorato, impacciato
timido
e tanto bastava, alla terza caraffa di vino,
per metter mano al ferro e sfogare
tutto il tuo rancore sul malcapitato tapino.
E Rossana poi?
Rossana la bella, Rossana la dolce
Rossana di qua, Rossana di la
in barba ad ogni tua romantica illusione
voleva solo verificare la deduzione
impertinente
se all’attributo tuo vistoso
altro più occulto ne fosse controparte.
Rossana … la cortigiana!
Così anche stasera, al terzo tracannare
hai attaccato la solita filippica e
spada in mano
ti sei messo a poetare ignaro
del tuo tempo ormai finito
e gran stupore è apparso
nel tuo sguardo appannato
quando al fin della licenza
“lui”
ha affondato la sua lama e
“tu”
sei stato il toccato.
Così ora giaci in quest’ultimi istanti
s’un pavimento lercio di taverna a cercare
del finale quella mancata rima
e ti rendi conto solo ora
di quanto è stata vana tua vita.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:36, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesia n. 189 dell'ottobre 2003
ROSA D’INVERNO
Rosa
che nel freddo
i tuoi colori
conservi inalterati
e al chiaro di luna
regali petali agli amanti
e sogni ai poeti
continua pure nel gelo
a parlare d’amore
e di profondi pensieri
e d’avvincenti avventure
di vita vissuta e amata
e così
siano ancora sogno
le tue parole.
yama
ROSA D’INVERNO
Rosa
che nel freddo
i tuoi colori
conservi inalterati
e al chiaro di luna
regali petali agli amanti
e sogni ai poeti
continua pure nel gelo
a parlare d’amore
e di profondi pensieri
e d’avvincenti avventure
di vita vissuta e amata
e così
siano ancora sogno
le tue parole.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:40, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesia n. 191 del novembre 2003
BACI
Baci
spumeggianti e travolgenti
come fronti di tempesta
Baci
come onde che lambiscono
il tuo corpo
sul quale mi distendo
ad assaggiarne i tremiti
… e la tempesta
non è ancora arrivata
yama
BACI
Baci
spumeggianti e travolgenti
come fronti di tempesta
Baci
come onde che lambiscono
il tuo corpo
sul quale mi distendo
ad assaggiarne i tremiti
… e la tempesta
non è ancora arrivata
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:40, modificato 1 volta in totale.
R: Yama
- poesia n. 7 del maggio 2002
DA UN VALICO
Piatte immagini
si riflettono
su lenti scure.
Il calore d’estate
disegna l’aria
sfumando profili
e lontani monti,
indistinti
nell’azzurro tremulo,
segnano i confini
dell’anima
e del cuore.
Dell’oltre
nulla importa
fino al ritorno.
yama
DA UN VALICO
Piatte immagini
si riflettono
su lenti scure.
Il calore d’estate
disegna l’aria
sfumando profili
e lontani monti,
indistinti
nell’azzurro tremulo,
segnano i confini
dell’anima
e del cuore.
Dell’oltre
nulla importa
fino al ritorno.
yama
Ultima modifica di YAMA il 01/05/2006, 11:41, modificato 1 volta in totale.