Non invano hanno soffiato i venti
(Sergej #Esenin)
Non invano hanno soffiato i venti,
non invano c'è stata la tempesta.
Un misterioso qualcuno ha colmato
i miei occhi di placida luce.
Qualcuno con primaverile dolcezza
ha placato nella nebbia azzurrina
la mia nostalgia per una bellissima,
ma straniera, arcana terra.
Non mi opprime il latteo silenzio,
non mi angoscia la paura delle stelle.
Mi sono affezionato al mondo e all'eterno
come al focolare natio.
Tutto in esso è buono e santo,
e ciò che turba è luminoso.
Schiocca sul vetro del lago
il papavero rosso del tramonto.
E senza volerlo nel mare di grano
un'immagine si strappa dalla lingua:
il cielo che ha figliato
lecca il suo rosso vitello.
https://www.instagram.com/p/CcFPYTYsanE/
Sergej Esenin
Moderatori: Luca Necciai, ito nami
Re: Sergej Esenin
Sul piatto azzurro del cielo
Sul piatto azzurro del cielo
C'è un fumo melato di nuvole gialle,
La notte sogna. Dormono gli uomini,
L'angoscia solo me tormenta.
Intersecato di nubi,
Il bosco respira un dolce fumo.
Dentro l'anello dei crepacci celesti
Il declivio tende le dita.
Dalla palude giunge il grido dell'airone,
Il chiaro gorgoglio dell'acqua,
E dalle nuvole occhieggia,
Come una goccia, una stella solitaria.
Potere con essa, in quel torbido fumo,
Appiccare un incendio nel bosco,
E insieme perirvi come un lampo nel cielo.
Sul piatto azzurro del cielo
C'è un fumo melato di nuvole gialle,
La notte sogna. Dormono gli uomini,
L'angoscia solo me tormenta.
Intersecato di nubi,
Il bosco respira un dolce fumo.
Dentro l'anello dei crepacci celesti
Il declivio tende le dita.
Dalla palude giunge il grido dell'airone,
Il chiaro gorgoglio dell'acqua,
E dalle nuvole occhieggia,
Come una goccia, una stella solitaria.
Potere con essa, in quel torbido fumo,
Appiccare un incendio nel bosco,
E insieme perirvi come un lampo nel cielo.
Re: Sergej Esenin
Esenin con la pipa
Ehi tu, Russia mia amata,
case rustiche e immagini nelle cornici...
Non vedere fine e limite -
solo l'azzurro succhia gli occhi.
Come un pellegrino che si mette in cammino
io guardo i tuoi campi.
Ma presso i bassi recinti
sonoramente appassiscono i pioppi.
Profuma di mela e miele
nelle chiese il tuo mite Salvatore.
Rimbomba dietro chi la guida
una allegra danza nei prati.
Correrò lungo il sentiero calpestato
sulla distesa dei verdi campi,
incontro a me, come orecchini,
risuona il riso delle ragazze.
Se un esercito santo griderà:
"Lascia la Russia, vivi in paradiso!"
Io dirò: "Non ho bisogno di paradiso,
datemi la mia patria"
La felicità tocca ai rozzi,
ai delicati tocca la tristezza.
A me non è toccato nulla,
non compatisco nessuno.
Un po' mi compatisco sa solo,
compatisco i cani senza casa,
dritta dritta questa strada
mi ha condotto nelle bettole.
Ma di cosa vi arrabbiate, diavoli?
Forse non sono figlio del paese?
Ognuno di noi ha impegnato
i suoi calzoni per un bicchierino.
Sbircio torbidamente le finestre,
nel cuore nostalgia e aridità.
Rotola, inzuppatasi nel sole,
la strada dinanzi a me.
Nella strada un ragazzo moccioso.
L'aria è arsa ed asciutta.
Il ragazzo è così felice
e si fruga nel naso.
Fruga, fruga, mio caro,
ficca lì dentro tutto il dito
ma con la stessa forza
non entrare nell'animo tuo.
Sono pronto ormai...Sono timido...
Da' un'occhiata all'esercito delle bottiglie!
Io raccolgo turaccioli
per tappare l'animo mio.
(1923)
Ehi tu, Russia mia amata,
case rustiche e immagini nelle cornici...
Non vedere fine e limite -
solo l'azzurro succhia gli occhi.
Come un pellegrino che si mette in cammino
io guardo i tuoi campi.
Ma presso i bassi recinti
sonoramente appassiscono i pioppi.
Profuma di mela e miele
nelle chiese il tuo mite Salvatore.
Rimbomba dietro chi la guida
una allegra danza nei prati.
Correrò lungo il sentiero calpestato
sulla distesa dei verdi campi,
incontro a me, come orecchini,
risuona il riso delle ragazze.
Se un esercito santo griderà:
"Lascia la Russia, vivi in paradiso!"
Io dirò: "Non ho bisogno di paradiso,
datemi la mia patria"
La felicità tocca ai rozzi,
ai delicati tocca la tristezza.
A me non è toccato nulla,
non compatisco nessuno.
Un po' mi compatisco sa solo,
compatisco i cani senza casa,
dritta dritta questa strada
mi ha condotto nelle bettole.
Ma di cosa vi arrabbiate, diavoli?
Forse non sono figlio del paese?
Ognuno di noi ha impegnato
i suoi calzoni per un bicchierino.
Sbircio torbidamente le finestre,
nel cuore nostalgia e aridità.
Rotola, inzuppatasi nel sole,
la strada dinanzi a me.
Nella strada un ragazzo moccioso.
L'aria è arsa ed asciutta.
Il ragazzo è così felice
e si fruga nel naso.
Fruga, fruga, mio caro,
ficca lì dentro tutto il dito
ma con la stessa forza
non entrare nell'animo tuo.
Sono pronto ormai...Sono timido...
Da' un'occhiata all'esercito delle bottiglie!
Io raccolgo turaccioli
per tappare l'animo mio.
(1923)