Evgenij Evtusenko
Inviato: 02/04/2017, 19:53
Tu non hai affatto capito
Tu non hai affatto capito,
mia coscienza esigente, che è solo per debolezza
se adesso ho bisticciato con te.
E non hai affatto capito,
quando con disprezzo ti sei vendicata,
che causa di debolezza
non impudenza fu - stanchezza.
E non mi hai capito,
e forse io non ho capito te,
quando ti ho porto la mano
e tu non mi hai porto la tua.
Ma molto bene hai capito
che è la disperazione a portarci
alla perdita del confine, fatale,
tra le forze del bene e del male...
_________________________________________
Ribes nero
Occhi neri di ribes nero
come dense gocce della notte
guardano e inconsapevoli domandano
o di qualcuno o di qualcosa.
Caverà lesto il tordo saltellante
gli occhi neri di ribes nero,
ma i gorghi del vortice conservano memoria
di qualcuno o di qualcosa.
Non penetrate nella memoria delle amate.
Temete quei vortici abissali, perfino
la vecchia tua blusa, non di te si ricorda, ma
di qualcuno o di qualcosa.
E dopo morto vorrei onestamente sempre vivere
in te, come qualcuno no, come qualcosa,
che ti rammenti, linea d'orizzonte,
solo qualcosa, solo qualcosa.
_________________________________________
Nel parco
Prima di dar inizio al canto
scrollavano le piume i capirosso.
Sorridendo camminavano i passanti.
Nei tuoi occhi
sotto la convessità d'ogni pupilla
appena appena facendo vibrare
le sensibili ciglia,
liquidamene scorrevano fiori
navigavano nuvole.
E qual che sia il futuro che il mondo m'apparecchia
io gli perdono
e anzi l'amerò, sempre,
in grazia se non altro di questo:
che un giorno
l'ho guardato riflesso
nella felicità dei tuoi occhi.
Evgenij Evtusenko, RIP
Tu non hai affatto capito,
mia coscienza esigente, che è solo per debolezza
se adesso ho bisticciato con te.
E non hai affatto capito,
quando con disprezzo ti sei vendicata,
che causa di debolezza
non impudenza fu - stanchezza.
E non mi hai capito,
e forse io non ho capito te,
quando ti ho porto la mano
e tu non mi hai porto la tua.
Ma molto bene hai capito
che è la disperazione a portarci
alla perdita del confine, fatale,
tra le forze del bene e del male...
_________________________________________
Ribes nero
Occhi neri di ribes nero
come dense gocce della notte
guardano e inconsapevoli domandano
o di qualcuno o di qualcosa.
Caverà lesto il tordo saltellante
gli occhi neri di ribes nero,
ma i gorghi del vortice conservano memoria
di qualcuno o di qualcosa.
Non penetrate nella memoria delle amate.
Temete quei vortici abissali, perfino
la vecchia tua blusa, non di te si ricorda, ma
di qualcuno o di qualcosa.
E dopo morto vorrei onestamente sempre vivere
in te, come qualcuno no, come qualcosa,
che ti rammenti, linea d'orizzonte,
solo qualcosa, solo qualcosa.
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Nel parco
Prima di dar inizio al canto
scrollavano le piume i capirosso.
Sorridendo camminavano i passanti.
Nei tuoi occhi
sotto la convessità d'ogni pupilla
appena appena facendo vibrare
le sensibili ciglia,
liquidamene scorrevano fiori
navigavano nuvole.
E qual che sia il futuro che il mondo m'apparecchia
io gli perdono
e anzi l'amerò, sempre,
in grazia se non altro di questo:
che un giorno
l'ho guardato riflesso
nella felicità dei tuoi occhi.
Evgenij Evtusenko, RIP