Gio R.

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Moderatori: Luca Necciai, ito nami

Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

Comunque non si tratta di un freddo esercizio di poesia: sono comunque sentimenti veri.
sabatino
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Re: Gio R.

Messaggio da sabatino »

Lungi da me l'intenzione di mettere in discussione i sentimenti.
Buona serata, Gio.
--------
sabatino
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Sara
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Re: Gio R.

Messaggio da Sara »

Quello che hai scritto a commento della poesia di Gianni è l'esternazione, anticipata in forma poetica nell'ultimo tuo componimento, di uno stato d'animo profondamente infelice e combattuto.
Il mio augurio, che estendo a tutti i partecipanti a questo forum, è che tu possa ritrovare la serenità (non oso chiamarla felicità) dei tempi migliori.
Affettuosamente :-)
Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

Beh, vi ringrazio di cuore!
Pubblico degli appunti per una poesia in Francese.

LE BAISER DU MAL

Au même moment que tu dort
Je me remue dans mes remords

Un mort mal embrasse tes yeux.
Il n'y a plus rien qui puisse te défendre
Devant l'horreur qui en toi eut lieu!
L'entends-tu l'âme qui veut se pendre?
Tandis que ton œil me regarde encore
Je me remue dans mes remords
Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

Altra poesia in Francese.

LA LUNE

Qu’elle est belle la Lune ce soir
Entourée du néant: géant, noir!
Ses faibles rayons d’un vieux espoir
Tordent le blême gouffre du coeur
Qui pâlit pour la moindre lueur.
C’est cette merveille éternelle
Que je partagerais avec elle,
Au-dessous de la voûte des cieux
En pensant à un futur heureux.


Veramente, chi può leggerle, spero voglia dirmi cosa ne pensa, se gli piacciono.
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Sara
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Re: Gio R.

Messaggio da Sara »

Ne penso bene.
Del genere "catastrofista" :lol: la prima (di cui, peraltro, si attendeva la versione definitiva), aperta a una flebile speranza (espoir) la seconda.
Formalmente sostituirei nella seconda Ses rayons con Le rayons.

Ciao, Gio. :-)
Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

Ho allungato la prima:

LE BAISER DU MAL

Un mort mal embrasse tes yeux.
Il n'y a plus rien qui puisse te défendre
Devant l'horreur qui en toi eut lieu!
L'entends-tu l'âme qui veut se pendre?

Tandis que ton œil me regarde encore
Je me remue dans mes remords

Je voudrais bien voir le moment
Où l’âme ainsi qu’un éclat brûlant
Déchire ses vêtements et décide
De se sauver de sa condition livide.

Au même moment que tu dort
Je me remue dans mes remords
ito nami
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Re: Gio R.

Messaggio da ito nami »

io penso che la prima versione del baiser du mal era sufficente,più essenziale,e più sorgiva.Diluita ha perso forza.Ma de gustibus autoris non est disputandum.All'immaginazione del lettore va concessa un po' di libertà,il lettore in fin dei conti e assimilabile ad un collaboratore in pectore.
ito nami
Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

UN SOGNO

La stanza era vuota,
Senz’anima né colore,
Addormentata nell’assurdo silenzio
Del sogno che inghiottiva ogni suono
Nel suo tetro squallore.

Entrò, nella foschia lugubre di quell’atmosfera,
Bianca di luce e speranza e s’arrestò
Davanti a me.
Vidi i suoi occhi,
Infinita, profonda, cerulea sua Bellezza
Ed abisso sconosciuto del mio cuore.

D’un tratto il dramma lacerante:
“Chi sei tu che affondi nell’animo mio scosceso?”
Ma lo sguardo si fece vitreo
E la muta figura teneva per mano
Un’ombra
E di me rimaneva in quella nebbia sorda
Immenso bisogno d’illimitato eterno Amore.
ito nami
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Re: Gio R.

Messaggio da ito nami »

l'entends-tu l'ame...,
levando la l ,forse è meglio,infatti mi pare pleonastica.La frase diventerebbe più diretta:

entends-tu l'ame
ito nami
Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

Sì, trovo che in effetti tu abbia ragione.

Qualcuno mi sa dire che impressione gli dà l'ultimo componimento da me postato?
Vorrei sapere se è un totale disastro o meno: ho provato una nuova via, per me inconsueta.
Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

Un poeta se è un poeta non fugge la realtà. Può tentare di ubriacarsi per dimenticarla, ma la realtà lo ha colpito così profondamente facendolo divenir poeta, che ogni tentativo è vano. L'ubriacatura è solo un modo d'intensificare quella ferita che il poeta porta con sé: la ferita del percepire più distintamente i fattori profondi della realtà, del sentire più pressante la domanda di felicità, di eternità.
Freddo è quando si sente quella malinconia che fa porre queste domande.


FREDDO
I
Da dove viene questo gelo
Che mi crolla stanco sul volto,
Sulle mani che gioia han tolto
Al desiderio che piano svelo?

Frugando tra i mesti colori
Degli atti che, a ragione o torto,
Con me ed in me solo mi porto
Bramo, desidero, calore.

Ciò ch’io dico e faccio, vedo
E mi scopro a odiar e severo
A giudicare quel che credo

Voglia ammorzare ed ognora
Soffocar quel pianto straniero
Al mio cuor che m’innamora.

II

Da dove giunge quest’ inverno
Che torcere fa i pugni e stretti
Al pensare ch’io cedetti
Allo sminuire l’eterno

Mio vero e denso e profondo
Desiderio di alterità?
Per me commossa realtà
Pur nel mio baratro immondo.

Così ancora sento e mi struggo
Posto a scrutare l’atro abisso,
Vasto mare che non rifuggo

Ma anelo e strenuamente prego,
Perché là dov’è il guardo fisso
Respiro e vivo anche s’annego.
ito nami
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Re: Gio R.

Messaggio da ito nami »

questo gelo che provi ha due componenti,una fisica esterna ed una psichica interna.Interagendo si
incrementano potenziandosi.Si ha quindi un'influenza sullo psichico.Insomma il risultato è quella sensazione profonda di sconforto che accusi.E questo "freddo" si ripercuote anche sulla tua poesia,
che mi pare un po' ibernata,priva di luce,,appena tiepida.Hai bisogno di primavera. :-( :arrow: :-)

tecnicamente :vicino alla perfezione
ito nami
Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

Mi lascio affondare nel silenzio
Mi lascio cadere tra i giganti
Pensieri di sorrisi, odori, dolori
Che segneranno la mia vita,
Ma che non vedo l'ora di affrontare,
Perché il mistero di una nuova vita
Si è schiuso in segreto.

-------------------

Avrò un nipotino. :D
Gio R.
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Re: Gio R.

Messaggio da Gio R. »

MORTIFICAZIONE

La Morte, oscura, dal fondo degli occhi
Geme e il cuor contorce; un urlo di pietra
Squarcia il tempo e la profondità tetra
E l’Anima s’incrina coi suoi crocchi.

Mai il sapor del viver mi fu tanto acre!
Mai suo sentor ebbi a presagire!
Mai pensai potesse ella far finire
La vita che ora so funesta e alacre!

Non è dell’intelletto questa morte,
Non del respiro, del cuor, della mente
Dove infami paure son risorte

Come spettri di un dolore ancestrale,
Ma è la fine, vil ferita incipiente,
Di mie Speranze diaccia e surreale.
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