Gianni Regalzi

ogni scrittore può aprire un topic con il proprio nome o pseudo, all'interno del quale pubblicare le proprie poesie per tornare ad aggiornarlo in seguito con nuovi scritti..

Moderatori: Luca Necciai, ito nami

Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

LA RUGGINE DEL TEMPO

Violenta è l’emozione che divora
ogni istante del mio vagar tiranno
nel miele dalla voglia di volare.

Vertigine assolata d’assoluto
disperso nell'infinito universo
delle mie inconfessabili paure.

Non esiste alcun sogno anche se immenso
che non diventi specchio e faccia luce.

Luce violenta a volte falsa luce
rifratta dalla ruggine del tempo.

Alessandria, 2 dicembre 2015
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

UN'OMBRA D'OMBRA

E chiese l'Ombra a un'ombra:
“Perché fai ombra?
non sai che solo l'Ombra può far ombra?”.

L'altra ombra indispettita
si pose senza attesa innanzi all'Ombra
e come per incanto
colei che si credeva unica Ombra
divenne dall'altra ombra fatta d'ombra.

Alessandria, 25 Tishri 5776 (27/10/2016)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris”)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

LA NEBBIA

Precario equilibrio del mio pensiero
quando ritorno da un sogno sbagliato
sbocciato all'ombra di quel desiderio.

L'estate è ormai lontana e nelle aurore
soltanto freddo latte opaco e grave
che col pesante manto tutto annega.

Gira la giostra e sfugge alla mia mano,
la ruggine si fa sempre più densa,
ma se socchiudo gli occhi scorgo il lume.

Alessandria, 21 Kislev 5776 (3/12/2015)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

TUONANTE TORMENTO

Ritorna violento ogni notte
quel tuonante tormento
che m’annega la mente.

Rimbomba la voce di chi,
in quella notte di sogno,
immersa con me in melodie,
compiva il mio sogno segreto.

I suoi occhi socchiusi
mi porse e in quell’istante
la mia anima nera,
d’incanto divenne radiosa.

Non so cosa feci,
non so cosa dissi,
ricordo soltanto il profumo,
il profumo d’un sogno
che mai lascerà la mia mente.

Alessandria, 13 Maggio 2005
Gianni Regalzi
(da “Poesie d'Amore” dir.ris.)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

AD OCCHI CHIUSI

Per un istante ho chiuso gli occhi al giorno
e per maligno fato son franato
nel cupo bosco dei deliri e affanni.

Dal buio dei cespugli occhi malvagi
mi scrutano e mi spian di nascosto.

Con insicuro passo e a braccia tese
cammino verso meta conosciuta.

Angoli acuti, spigoli taglienti,
tronchi marciti, ruvide radici,
erbe pungenti e fiori con le spine
feriscono il mio passo, il viso e il senno.

Un chiurlo di civetta, un urlo, un pianto,
non so cosa succede. C'è una nube
fatta di fango, fumo ed ombre scure
che avvolge tutto ciò che mi sta attorno.

Violento un raggio giallo mi ferisce,
ma stranamente ciò mi pare dolce,
pian piano riapro gli occhi, è il Sole Amico.

È sorta per fortuna un'altra Aurora.


Alessandria, 17 Tevet 5776 (29/12/2015)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

(Il 25 dicembre io festeggio la festa del sole,
ma ho dedicato questi miei versi al Natale)


NOTTE MAGICA E FATATA

La strada era poco illuminata
e l’esile bagliore del lampione
velava quella casa abbandonata
di strana misteriosa sensazione.

Sono anni che non v’abita nessuno
e quella porta è sempre stata chiusa.
Sento un rumore, forse c’è qualcuno?
ascolto, è una voce assai confusa.

Non so che cosa fare, ma qualcosa
comanda la mia mano; non so cosa
e senza che la mente mia lo voglia,
m’appresto a manovrar quella maniglia.

Un cigolio sinistro mi raggela,
di moto proprio quella porta s’apre
ed allo stesso dietro me sigilla.
E’ buio, buio pesto, solo il nulla.

Il passo incerto muovo poco dopo
diretto ad una timida fiammella
che stranamente non parea più quella,
ma s’era tramutata in vivo fuoco.

e quella voce fioca e assai confusa,
d’incanto si fa voce intensa e chiara,
rivolge a me parole sconosciute,
nuove parole colme di dolcezza

ed una strana quiete e dolce ebbrezza
avvolge tutto quanto il mio intelletto.
Mi sembra di volar su verdi colli
dimentico di tutti i miei affanni

e un caldo vanto, come mano lieve,
carezza tutti quanti i miei capelli.
La melodia mi chiama, è voce amica
e tutte le parole ora hanno un senso.

M’invita a seguire quella luce
ed io obbedisco a tale voce.
M’appare uno scenario conosciuto
e sono avvolto da una grande pace.

C’è un pargoletto biondo in una greppia
che guarda con gl’occhioni spalancati
la Mamma ed il Papà a Lui vicino
e un ciuco e un bue proprio a Lui di lato.
Ho un grande desiderio di sfiorare
con la mia mano il volto del Bambino
e mentre con lentezza m’avvicino,
un coro di campane mi risveglia

e tutta quanta quella meraviglia
di getto lascia il posto alla realtà.
Un po’ confuso guardo alla finestra,
sta nevicando e s’odon le campane.

E’ stato un sogno colmo di dolcezza
in questa notte magica e fatale
che m’ha donato tanta tenerezza
poi, guardo il calendario; oggi è Natale.

Alessandria, 15 Novembre 2007
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

IO SONO ANCHE ALTRI MILLE

Schegge di specchio
riflettono il mio volto
in mille volti.

Al, 23 Tevet 5776 (4/12/2016)
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

INVERNO AMICO

Cielo coperto, una algida placenta
che a tutto fa scudo, anche al dolore.

Purtroppo tornerà la primavera
con tutti i suoi profumi e i suoi affanni.

Fermati aprile, crudele foriero
di inutili speranze e spenti abbagli.

Alessandria, 29 Tevet 5776 (10/01/2016)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

IL POETA

Non cercatelo nei luoghi esclusivi
la luce e la ribalta lo ferisce.

Non vuole più sentire applausi ed urla,
aborra stare all'ombra dell'alloro.

Quando il sipario innanzi a lui schiudeva
spargeva al vento versi e riso e pianto,
e il pubblico rapito l'adorava.

Ma un giorno maledetto Lei si alzò
e dalla fitta nebbia fu inghiottita.

Ora il suo vano tempo che gli avanza
lo passo insieme agli ultimi del mondo
negli antri malfamati dei sobborghi.

A volte c'è qualcuno che gli chiede
di recitare qualche suo bel verso
Lui, senza nulla dire si allontana,
pieni di pianto ha gli occhi e il capo chino.

Alessandria, 11 Shevat 5776 (21/1/2016)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

L'ULTIMA SPERANZA

In questo breve scorcio d'Universo
gravido di Silenzi e lenti Pianti,
è forestiera l'ultima Speranza.

E inesorabilmente il tempo avanza
all'ombra di qualcosa che fa male.

Alessandria, 18 Shevat 5776 (28/1/2016)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

DOVE HAI SMARRITO IL TUO SORRISO

Dimmi, dove hai smarrito il Tuo sorriso?
Vieni, dammi la mano che ti aiuto.

Non puoi dare alle ortiche i tuoi begl’anni
e attender che l’argento sui capelli,
ti faccia smemorare la speranza.

Lo vedi? Il chiaro aprile e lì, t’attende,
aspetta solamente d’esser colto
dalla Tua mano lieve e brama il bacio
delle Tue rosse labbra
più ardenti dell’estate che verrà.

Apri il tuo cuore, il mondo è lì, t’aspetta.

Alessandria, 15 maggio 2013 (5774)
Gianni Regalzi
(Dalla raccolta “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

MA CHE BÈLA MARMOTA

Ma che bèla marmota!

Am büt la bartola
e a vagh zü dala scala
a m'anviar ant'la piola
a cichèm 'na sigala.

Ma che bèla marmota!

Am pei 'na gazeuz
e in panen cou giambóm
el pon l'è 'm po' poss,
ma u giambón a l'è bón.

Ma che bèla marmota!

Là 'n fónd u j'è la Giuana
ch'l'è ciuca 'cmé 'na rata
un tira 'na savata
e pó um fa vighi el cü.

Me ai digh: “ma lasa pèrdi
't'ei brüta 'cme 'na sümia
at tzmeji ammmac pü 'na mümmia
va fóra dan ti pé”.

A me um piaz la marmota
giuvnota e prufimaja
la toua a l'è mufia
e pen-na ad catarlen.
T'ai 'na brüta marmota
a la spüsa 'd scapen.

Adèss l'è set e mèza
e m'anviar vers a cà.

Anvisch sut la pignata
a fas buji dói fidlen
du foji d'insalata
'na feuta 'd salamen
'
na buta ad cul bèl fort
fin quónd ch'um gira j'ogg
e adès ch'a j'ó smurfì
a pós andè a drumì.

Ma che bèla marmota!

Lisòndria, 25 Utuber 2016
(set e mèza ad sira)
(da “Facezie Mandrogne” dir.ris.)
Gianni Regalzi
(El fió dèl Bosch e l'anvud du Smój)
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

DÉSIRÉE

A sòn riuscì fèla amni ‘n cà,
l’ era am po’ ch’ai stava drera
l’hò ‘ncuntraja in ura fa
ans’la porta ‘d l’usterea.

L’ava el scarpi coi talòn
e la vesta rusa e biònca,
trei ané per ogni mòn
e in spacco fina ans’l’ònca.

L’era gronda pü che mé
prufimaja ‘cme na ròsa
l’ era ‘m po’ tropp lònga ‘d pé
ma la smiava propi ‘na spuza.

A l’hò facia acumudè
ans’la pultròn-na ‘n tu salòn
mé setà davònti a lé
l’era bèla ‘cme ‘m bumbòn.

E uardòndmi ‘cme ‘na tigre
con ina veloce mosa
cavalcònda el sò bel gòmbi
u ma facc vighi ‘na còssa.
L’era l’ura ‘d dèm da fè
um girava za la tèsta
am sòn setà auzen a le
e a j’hò s-ciancà la vesta.

Am spiciava ‘na sò reasiòn
ma lé nònca per ‘na bala
e, an tu spasi ad dòi secònd,
l’era za ant’la pusisiòn.

La surpreisa ch’j’hò truà,
av la las ammaginè
l’era nent ammach lònga ‘d pé
l’era lònga anche d’usé.

U mè amni u sòng au naz
j’ ava vòja anche ‘d masèli
delinquent d’in disgrasià
va vea da chì ch’at taj el bali.

T’ha mai dicc: “Son Désirée”
e me auriva fèt la fèsta,
ma se a stava nent atent,
t’am la favi tei a mé.
„Desiré am ciam ‘d nòcc
ma dau dì am ciam Giuani
e a fas el carpenté
la dausen a piasa Tani”.

L’hò brancà per el culёtt,
l’hò sbatì fòra d’an cà
e j’hò dicc: “Fatt mai pü vighi
spurcaciòn d’in debravà.”

La mural ad ‘sta listoria,
ha sò nenta quala ch’lè,
ma d’an cò, sum piaz na dona,
prima a vòi vigla pisè.


Lisondria, 3 Genaj 2004
Gianni Regalzi
(El fiò del Bosch e l’anvud du Smoj)
(da “Facezie mandrogne” dir.ris)


*COSCIA

Traduzione dell'autore.
(Il testo in lingua non segue la metrica
propria dell'originale in lingua).



Sono riuscito a farla venire a casa mia/era un po che l'ha corteggiavo/l'ho incontrata un'ora fa/sulla porta dell'osteria./Aveva i tacchi alti/e il vestito rosso e bianco/tre anelli per ogni mano/e uno spacco fino all'anca./Era alta più di me/profumata come una rosa/aveva un po' i piedi lunghi/ma era bella come una sposa./L'ho fatta accomodare sulla poltrona/seduta di fronte a me/era bella come un bon-bon./ Poi, guardandomi come una tigre/con una veloce mossa/cavalcando le sue belle gambe/mi ha mostrato le cosce/Era ora che mi dessi da fare/mi girava già la testa/mi sono messo accanto a lei/ele ho strappato la gonna/mi aspettavo una sua reazione/ma lei senza indugio/e in breve era già in posizione./La sorpresa che mi ha colto/ve la lascio immaginare/non era solo lunga di piedi/ma anche di...membro/.Mi ha colto la rabbia/desideravo punirlo/e lo volevo cacciare/.”Mi hai detto” “Son Désirée”/ed io volevo farti la festa/ma se non stavo attento, la festa la facevi tu a me/Désirée, mi chiamo di notte/ma di giorno sono Giovanni/e faccio il carpentiere/vicino a P. Tanaro/. L'ho cacciato malamente da casa/intimandogli/di non farsi più vedere/. La morale di questa stiria/non so bene quale sia/ma da oggi se mi piace una donna/prima di farle la corte/voglio vedere come fa la pipì.
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

AMUR E MORT

A’i vigh ancura là, ans cul pugiò
ch’i parlu e ‘s uardu ‘nt j’ògg
sensa capì
perchè i sentivu l’on-ma ch’la tremava.

A l’era u 3 Utuber 1960.

L’istà l’era finì e la sira frёsca
la culurava l’aria ‘d tinti forti.

“Sò nent ‘cme fè a dit cul ch’j’ho ‘nt el còr”.
Mentre ch’al parla, lü u ten j’ogg bass.
E lé ui rispònd con la sò vuz tremònta:
“E mè j,hò pòura ‘d senti cul che t’am vòri dì,
savrèisa propi nenta ‘se rispondti”.

La strà suta ‘l pugiò l’era desèrta,
u j’era ammac in ciuc n biciclёta
e ‘n popi ‘n là, in gatt cu scuratlava.
La luce ad cul lampiòn, l’ünic anvisch,
l’allüminava ‘n pò la strà bagnaija.

La porta del pugiò l’era druèrta
e us sentiva j’ater ciaciarè,
ma ‘nzёn u s’era acort,
che propi le a poc meter,
du on-mi is preparavu per l’infèr.

“T’al sai pü ben che mé ch’a son marià
e mé mujé un vò ‘ncura in bén ad l’on-ma,
ma ‘lè da ‘n pò che mé a pens semp a tè,
sò nenta cmélamai ,
ma ‘péna ch’a drób j’ògg, t’hò zà ‘nt’la ment”.
“Ơnche mé a sòn mariaja, ma mé marì
um trata ‘cme s’a fijsa nonc al mònd”.

Da cula sira anzёn u j’ha pü vist,
nè i familiar e nònca tücc j’amiz.

El sèrvi dèl cantòn, parlondzi an s’èl mercà
o quònd ch’i ciaciaravu ‘n v. Milazzo,
i favu tüti ‘l sò supuzision,
ma la versiòn ormai pü acreditaja,
a l’era cula ch’j’eru scapà ‘nsèma
e j’eru andacc a stè forse a Tirén.

I divu: “lé lè ‘na porca,
a l’ha abandunà el fiò e ‘l marì.
E lü ‘l curiva sempr a drera ‘l doni,
i sòn dòi spurcaciòn, dòi disgrasià”.

D’allura u j’è pasà pü ‘d quarònt’ani
e méa m viz ancura che ‘n sì giurnal
a j’avu publicà ista nutissia:
“Un pescatore ha rinvenuto
nel groviglio dei cespugli lasciati dalla
piena del fiume Tanaro, i corpi di due persone
strettamente abbracciate.
Si tratta probabilmente di duplice suicidio.
La perizia necroscopica fa risalire la morte
presumibilmente all’8 Ottobre.
I familiari sono stati avvertiti”.

Adès ‘ns cul pugiò u j’è i gerani
e ogni tònt a vigh
ina maznà ch’la giòga còn ‘na buata.

Anzёn l’ha mai facc caz, l’ha mai nutà,
ma mé, uardonda bén, j’hò vist tònt vóti
l’òmbra ‘d dù on-mi scüri
che còn la mòn ‘nt la mòm is uardu ‘nt j’ògg.

Lisòndria, 12 Dicembér 2007
Gianni Regalzi
(da “L'obiettivo e l'Anima”
di R.Novello e G.Regalzi)
(Foto by Roby Novello)



TRADUZIONE dell'Autore
(Nella traduzione in lingua
non viene rispettata la metrica
propria della versione in dialetto
composta da endecasillabi e settenari
piani e tronchi)

AMORE E MORTE

Li vedo ancora lì, su quel balcone/che parlano guardandosi negl’occhi/senza capire/perché sentono le loro anime tremere/ Era il 3 ottobre 1960/ L’estate era finita e la sera fresca /tingeva l’aria di tinte forti./”non so come dirti quel che ho nel cuore”./mentre parla lui tiene gli occhi bassi/e lei risponde con la voce tremente:/”Ed io temo di ascoltare ciò che vuoi dirmi/ non saprei cosa risponderti”/La strada sotto al balcone era deserta/c’era soltanto un ubriaco in bicicletta/e un gatto che correva./La luce del lampione, l’unico acceso/illuminava pigramente la stada umida di pioggia./ La porta del balcone era aperta/ e si sentivano all’interno altre voci/ma nessuno s’era accorto/che lì, a poche metri,/due anime si preparavano per l’inferno/./ “Tu lo sai, io son sposato/e mia moglie mi vuone un bene dell’anima, ma/è da un po’ di tempo che penso a te/appena apro gli occhi sei già nei miei pensieri”/”Anch’io sono sposata, ma mio marito/non sa neanche se esisto”/Da quella sera nessuno li ha più visti/Le comari del rione spettegolavano al mercato/e la versione più accreditata/era che i due amanti erano fuggiti a Torini./Dicevano:”Lei è una poco di buono,/ha abbandonato figlio e marito./ e lui è un donnaiolo incallito,/ sono due sciagurati./ Da allora sono trascorsi quasi cinquant’anni/e ricordo le cromache del tempo scrissero/ (Vedi testo originale già in lingua)
Ora su quel balcone ci sono vasi di gerani/ e ogni tanto vedo/una bimba che gioca con una bambola/nessuno l’ha mai notato/ma guardando con attenzione, ho visto molte volte/l’ombra di due Anime scure/che con la mano nella mano si guardano negli occhi.
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

ALITO DI CIGLIA

Come una sola goccia di rugiada
può spegnere da un fiore il suo colore,
così un lento alito di ciglia
può accendere un inferno di passione
da un cuore colmo ed ebbro di speranza.

Ma la rugiada ha steso un freddo gelo
e di quel lento alito di ciglia
rimane solamente il sogno e un lampo.

Alessandria, 23 Shevat 5776 (2/2/2016)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
Rispondi