Gianni Regalzi

ogni scrittore può aprire un topic con il proprio nome o pseudo, all'interno del quale pubblicare le proprie poesie per tornare ad aggiornarlo in seguito con nuovi scritti..

Moderatori: Luca Necciai, ito nami

Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

IL LENTO SGRETOLARSI DEL MIO TEMPO

Cos’è, dov’è il Silenzio
la quiete è soffocata dal delirio.
Il mondo mi circonda di quel Nulla
nel divenire Gemino d’eventi.

Ora la Luce è avara,
terrificante appare la mia Notte
e il timido Bagliore d’un Momento
s’è spento sotto il Peso della Sera.

Alessandria, 21 Marzo 2008 (Anno ebraico 5768)
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

INTANTO IL TEMPO MIO SI SCOLORA

Intanto il tempo mio si scolora
e la sue brame annega nel ricordo,
non ci sarà mai più nessuna aurora
e le mie mani, disperato mordo.

Ripenso al vano tempo mio passato
e per lenire un poco le mie pene,
anche se so che non mi hai mai amato,
tu mi dicesti un dì: “Ti voglio bene”.

Baciato ormai l’argento ha i miei capelli
e la mia penna ha perso un po’ d’ardore
rimpiango con rivalsa i giorni belli,

la mente mia pervasa è dal dolore
i miei pensieri non son più ribelli,
ma sono fomentati dal rancore.

Alessandria, 25 Novembre 2005
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

LASMI CANTE’ PER TE


Lasmi cantè per te ‘na vota ancura
cula cansòn ch’j’ò scricc tònc ani fa,
quònd ch’a t’ò vist a la maten bunura
e sübit am sòn ad te annamurà.

Al fava tònta frigg e ‘nsüma ai veder
la galavèrna con u sò fià giasà,
la disignava propi ‘cme ‘n sin quader,
el fiù pü bèli ad culi cu j’è ‘n ti prà.

L’è stacia propi tònta l’emusiòn
e sensa nonc avei pensà ‘n mument,
j’ò scricc ammac per te ista cansòn.

Ades che i me cavì i sòn ‘mni griz
e ormai a vigh pü ‘l mond acme ‘na vota,
la vòi cantè per te fin ch’am na viz.


Lisòndria, 6 Lü 2006
Gianni Regalzi

Traduzione: LASCIAMI CANTAR PER TE

Lasciami cantar per te una volta ancora,
quella canzone che ho scritto tanti anni fa,
quando ti ho vista al mattino presto
e subito mi sono innamorato di te.

Faceva tanto freddo e sui vetri
la Galaverna con il suo alito di gelo
disegnava come su un quadro,
i fiori più belli di quelli che crescono nei prati.

E’ stata proprio tanta l’emozione
e senza pensarci un istante,
ho scritto solo per te questa canzone.

Ora che i miei capelli sono diventati grigi
e non vedo più il mondo come un tempo
la voglio cantare per te finché ma la ricordo.
ito nami
Sommo poeta
Messaggi: 664
Iscritto il: 07/07/2005, 16:26
Località: bari
Contatta:

Messaggio da ito nami »

Sarà perchè a sonetto sarà perchè in dialetto,mi piace più la prima versione,caro Gianni.Questo giudizio è per buona parte attribuibile al maggior ritmo e scorrevolezza.Il confronto sarebbe stato più valido se si fosse trattato di due versioni entrambe chiuse o entrambi a verso libero.
ito nami
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

IL LEGIONARIO

Sabbia rovente,
sole assassino.
Mi dicevano:
“Marcia, marcia,
per non morire”.
Mi guardavo allo specchio
e non vedevo nessuno.
Chi sono, non lo volevo sapere,
chi ero non lo volevo ricordare.
Dopo la duna di sabbia
modellata dal vento, forse la fine,
l’inutile fine che porta la quiete.
Mi dicevano:
“Uccidi per non essere ucciso”.
“Ma perché?” mi chiedevo!
“L’hai voluto tu”:
mi rispondevano.
“Volevi dimenticare te stesso?”
“Ecco ci sei riuscito”.
“Non guardarti dentro,
uccidi per non essere ucciso”.
Poi, un lungo volo sopra le nuvole nere
di una notte senza tempo.
Folta boscaglia, radura con capanne d’arbusti.
Mi avevano detto:
“Uccidi per non essere ucciso”.
Nere figure inermi; uomini,
donne e forse bambini,
abbandonati nel loro ultimo sonno.
Spara, spara senza chiederti perché;
“Uccidi per non essere ucciso”.
Queste parole mi bruciavano la mente.
Volo di ritorno con l’anima sanguinante.
La mia anima era nero pece,
ma sentivo ancora la voglia di amare.
Una provvidenziale barca di pescatori
come un vascello divino,
mi ridonò l’immagine
riflessa nello specchio.

Gianni Regalzi Alessandria, 1 Marzo 2004 Era Ebraica 5764
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

IL MIO VOLTO

Ho rabbiosamente frantumato
lo specchio che trafiggeva
la mia immagine riflessa.
Non ho trovato quiete:
ora migliaia di me stesso
mi perseguitano guardandomi
dalle schegge sparse sull’umido pavimento.

Alessandria, 18 Giugno 2004
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

PROFUMA COME ROSA LA TUA BOCCA

Profuma come rosa la tua bocca,
candida la tua pelle come neve
il desiderio mio ormai trabocca,
e la mia vita rende molto greve.

Tu sei preziosa ed io sono cocciuto
m’hai sempre detto No, ma io insisto,
non mi rassegnerò al tuo rifiuto,
qualunque cosa fai, io non desisto.

Tu sei cerbiatta ed io son cacciatore,
celata sempre stai nella boscaglia,
ma prima o poi ti ferirò nel cuore.

Ora lo sai che non mi puoi sfuggire
tieniti pronta a dar dura battaglia
sappi che senza te, potrei morire.

Alessandria, 2 Dicembre 2005
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

QUIETE D’ARGENTO

Due lampi dilatati miagolano
raggomitolati contro una muta porta
sull’angolo della fangosa strada.
Spersi lampioni rantolano breve luce
in pozze di lordura.
Tu sei li, persa e prigioniera di te stessa.
Forse l’argento un giorno di darà quiete.
Ora sogni di volare in arie terse,
ma sai che i tuoi sogni sono
diventati ormai un’abitudine.

Alessandria, 16 Settembre 2005
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

SOSPIRO D’UN SOGNO

In questo tramonto di luce l’ascolto.
E’ un flebile suono,
un lento lamento lontano,
un volto dal velo celato.
E’ il sospiro d’un sogno,
un sogno mai nato
che giace nel fondo di quest’anima
persa nel vortice buio
di vana speranza annegata dal tempo.
Questo tempo tiranno
mai sazio di brama
che tutto divora e condanna.
Non resta più nulla;
né sole, né sale, né vento, né mare
e il mio umile fiore d’appassita corolla
chinando il suo stelo,
nel buio più buio si perde e s’affanna.

Alessandria, 21 Agosto 2005
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

L’ANGELO D’INFERNO

M’apparve all’improvviso quel Bagliore
nel torrido Sapore d’un Estate
che in una cupa notte senza stelle
m’ha intorbitito l’anima dannata
dal turpe Desiderio di Peccare.

Era una Luce fioca e intensa insieme
come di fuoco fatuo amplificato
dall’Angelo d’Inferno a me vicino.

Rosse d’ardente brace le sue Labbra
su un volto che sembrava di bambina.
Sapore amaro Miele la sua pelle
come la vana attesa del mattino.

Venne il Tormento come la bufera
che affanna senza posa gl’Occhi e il Cuore
tarpando all’intelletto Speme d’Aurora.

Poi fu Silenzio colmo di parole
e d’Echi mai più udite
nell’estenuante attesa
dell’ultimo momento d’Infinito.

Alessandria, 3 Maggio 2008
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

LENTO E SILENTE IL GIORNO NASCE E CADE

Lento e silente il giorno nasce e cade
come un bel fior che attende l’aura chiara,
ma un alito di gelo lo stordisce
e in un momento sol lo china al suolo.
Anche quel cane attorno la fontana,
sognando spazi immensi e verdi prati,
s’affanna e si dimena senza posa,
però la giostra è tonda, sempre uguale
ed i suoi passi torna a calpestare.
Così l’amara vita a noi si pone,
velandoci orizzonti di speranza,
ma infine col suo eterno divenire,
c’inganna e ci trascina a quel ch’è stato.

Alessandria, 18 Ottobre 2006
Gianni Regalzi
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

LENTO FIUME DI PAROLE

Il mio lento fiume di parole
non ha domato le tue paure.
La bestia vomitava zolfo,
la bestia vomitava fuoco
ed io volevo solo il tuo miele.
Caldo, dolce e semplice miele.
Miele di zolfo;
improponibile ossimoro d’inutile effetto
per la mia dolente anima.

Alessandria, 29 Settembre 2004 (Anno E.E 5765)
Gianni Regalzi
http://xoomer.virgilio.it/gianniregalzi
ito nami
Sommo poeta
Messaggi: 664
Iscritto il: 07/07/2005, 16:26
Località: bari
Contatta:

Messaggio da ito nami »

Anche il miele amaro sembrerebbe un improbabile ossimoro,invece esiste in Sardegna,fatto da api che suggono i fiori di corbezzolo( che a quanto ricordo almeno in Liguria fiorisce in novembra dicembre ,e che negli stessi mesi maturano i frutti dell'anno prima).Caro Gianni chissà se lungo i crateri vulcanici del nostro sud le api producano un miele-zolfo dalle ginestre o da qualche altro fiore di erba pioniera.

Una bella bordata di liriche hai tirato su questo sito,di grosso calibro direi(305 almeno).Vedrò di leggere con calma anche le altre.
ito nami
ito nami
Sommo poeta
Messaggi: 664
Iscritto il: 07/07/2005, 16:26
Località: bari
Contatta:

Messaggio da ito nami »

Al miele amaro ci si dedicò anche Garibaldi,quando era deputato di Ozieri e abitava a Caprera.Pensava di farne una produzione nelle zone più disagiata del sopramonte sardo dove il corbezzolo è diffuso.

del miele amaro parla Virgilio nel verso 41 della VII Ecloga
Immo ego Sardonis videar amarior erbis.

e Orazio nella sua Ars Poetica 374 sgg.
Ut gratas inter mensas symphonia discors
et crassum unguentum et Sardo cun melle papaver
offendunt....
ito nami
Gianni Regalzi
Sommo poeta
Messaggi: 1741
Iscritto il: 05/09/2008, 11:15
Località: Alessandria
Contatta:

Messaggio da Gianni Regalzi »

CASTELLO DI SABBIA

Castello di sabbia all’ingiuria del tempo,
disperde nel vento,
quel breve momento che credevo infinito.
La nebbia infittisce,
la luce si spegne,
l’attesa, il dolore,
la notte profonda l’intenso sentore
sapor più non ha.
L’antico languore che un dì colorava il mio sogno,
s’è tutto disperso nel nero più nero
e aspetto…
e aspetto soltanto quel segno dal cielo.

Alessandria, 24 Aprile 2007
Gianni Regalzi
Rispondi