Gianni Regalzi

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Gianni Regalzi
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Il Grande Carro
declina ad occidente
l'estate muore

Alessandria, 20 Veadar 5776 (30/3/2016)
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L’estate avvampa
profumo di ginestre
sole negli occhi

Alessandria, 2002
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MIRAGGI

Ascoltare il profumo
dei colori di un fiore.

Ammirare il silenzio
dei tramonti sul mare.

Con la mano sfiorare
un ricordo lontano.

Respirare se stessi
nella luna incantata.

Ricordare alla mente
da quel velo celato
il sussurro di un sogno.

Nella tenebra luce,
di quel dolce il salato
dell'amaro di un miele.

Alessandria, 10 Kheshvan 5776 (23/10/2015)
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chiudi la porta
lascia alla mia anima
il suo dolore

Alessandria, 1/12/2005
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LA SPINA E LA ROSA

Quando la rosa nasconde la spina,
volta il suo volto al sole
e il suo profumo ti entra nelle vene.

Allora e solo allora capirai
che in quell’inferno spira il paradiso.

Alessandria, 17 Kheshvan 5775 (10/11/2014)
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ARRUGGINITI SGUARDI

Arrugginiti sguardi, attorno spiove
e ai bordi della via Lei sorride.

Lo stesso viso segnato dalla vita.

“Sei Tu? Sei proprio Tu?...non dirmi nulla!
Son tanti anni che non ci si vede,
son stato assai lontano
ed ora finalmente son tornato”.

“Perché ti trovo qui, eri un bel fiore,
ricordi? Correvamo per i prati
e dei tuoi baci sazio mai non ero,
ma un giorno senza farmi un solo cenno
ti sei fatta rapir da un'illusione”.

Lei mi rispose con gli occhi abbassati:
“Non chiedermi null'altro,
sappi soltanto che ho tanto pianto”.

Le accarezzai la mano,
...stava tremando.

Alessandria, 11 Kheshvan 5776 (24/10/2015)
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(da “Silenzi e Pensieri” dir. ris.)
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SLEGATEMI LE MANI

Col mio spuntato lapis vergo versi
sulla sudata carta stropicciata
che non ha più il profumo dell'Aprile,
ma svela solamente antichi tarli.

Foglia ingiallita, fango d'acquitrino,
acuminate spine insanguinate,
ombre malvagie, specchi arrugginiti
è tutto ciò che resta sul mio foglio.

Vedo l'azzurro, il sole, il caldo vento
e la mia mente vola in questo sogno,
ma sul soffitto nudo
pende una fredda luce artificiale
che non tramonta mai neanche di notte.

Slegatemi la mani,
lasciate i cieli aperti alle mie Ali.

Alessandria, 21 Kheshvan 5776 (3/11/2015)
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(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
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INUTILI PAROLE

Ho cantato al vento parole
che credevo infinite.
Ho creduto in quel sogno,
ho sperato nel magico Aprile,
ma non ho visto la luce,
solo livida alba orba di cromie.

…Ho sputato nel vento inutili parole.

Alessandria, 18 Giugno 2004
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(da “Poesie d'Amore” dir.ris.)
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VIVIAM TRA MILLE E MILLE PREGIUDIZI

Viviam tra mille e mille pregiudizi.

Perché non posso andare a passeggiare
portando ad un guinzaglio una lumaca?

Non posso neanche farmi un copricapo
con bucce di banana e un fungo finto.

Calzare uno stivale al piede destro
ed al sinistro un vaso di gerani.

Cantar bandiera rossa in sagrestia,
usar da dopo sciampo un fritto d'aglio,
intingere i bigne nel minestrone,
salir le scale con gli sci nei piedi,
fumarmi un bel ghiacciolo al tamarindo,
condire l'insalata con la pece
e farmi una collana di lombrichi.

Perché se faccio ciò mi chiaman matto?
Secondo me, son certo,
viviam tra mille e mille pregiudizi.

Alessandria, 10 novembre 2015 (5776)
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(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
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MALINCONIA

Com'è triste quella giostra arrugginita
quando attorno dalle imposte delle casa
spira solo un breve alito di luce.

Zampilla pigramente la fontana
mentre il cielo pian piano si scolora.

Alessandria, 29 Kheshvan 5776 (11/11/2015)
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SOLSTIZIO D'ESTATE

notte più breve
il sole s'allontana
spiagge affollate

Al, 21/6/2016
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IL VELO NERO

Virgole d'ombra sul piano inclinato
punteggiano lo scorrere del tempo
che inesorabilmente
trascina ogni speranza in fondo al pozzo.

Pozzo malvagio, pozzo senza luce
a volte pare vago e assai lontano,
a volte invece senti il suo richiamo
ti volti spaventato, non c'è nulla,
ma scorgi il lontananza un velo nero.

Alessandria, 7 Kislev 5776 (18/11/2015)
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UN CUPO POMERIGGIO DI NOVEMBRE

Le diciassette e trenta
di un cupo pomeriggio di novembre.

Lattiginosa nebbia
rende fantasma ciò che mi circonda.

La luce di due fari,
lo stridere sinistro di frenata
un tonfo, un grido e poi un gran silenzio.

E sull'asfalto tinta come Aurora
una reliquia giace fredda e muta.

Alessandria, 11 Kislev 5776 (23/11/2015)
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NEVE NERA

Fusioni e confusioni d'Albe e d'Aurore
in questa muta stanza
illuminata sempre a fredda luce.

Ascolto solamente un suono strano
che da poco lontano mi confonde.

È un lento e cupo tocco di campana.

Cade la neve, annega ogni speranza
con il suo freddo manto
che sposo al mio delirio appare nero.

Alessandria, 13 Kislev 5776 (25/11/2015)
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la fiamma è spenta
ma la brace incantata
sfrigola lenta

Al, 30/11/2015
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