Gianni Regalzi

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Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

INCUBO

Un gabbiano appassito al guinzaglio.

Uno scoglio appuntito.

Sulla rena di sangue
il sussurro del mare
che lamenta l’antica canzone.

Tante ombre senza luce d’intorno.

Sbadigli di silenzi.

Pesanti impenetrabili sipari
sigillano speranze senza eco.

Cerco con ansia, in alto,
la pallida virgola lucente,
ma trovo solamente fredde falci
su un cielo marcio di erbe e di radici.

Alessandria, 5 novembre 2010
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ad occidente 
un altro giorno cade
chissà domani

Alessandria, 9/8/2013
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Messaggio da Gianni Regalzi »

ESTATE

Tremula l’aria sale
da quelle stanche stoppie
e come i mie pensieri
s’illude di raggiungere l’infinito.

Eremo di San Baudolino-Villa del foro (AL)
5 Luglio 1998
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Messaggio da Gianni Regalzi »

ANCHE IL CANDOR DEL GIGLIO MUTA IN PECE

Quando l'angoscia preme e il tempo cade
anche il candor del giglio muta in pece
e tutto ciò che prima mi stupiva
si fa all'istante inutile lamento.

Si tinge il cielo in nero, gela il sole,
il mare urla minaccia di tempesta,
ma all'orizzonte avaro di emozioni
vedo una lenta e fioca luce sparsa
che mi sussurra con la voce roca:
“Il tempo della quiete è ancor lontano”.

Allora il pugno stringo, allargo gli occhi
e a capo chino sudo il mio Calvario.

Alessandria, 3 Tishri 5776 (16/9/2015)
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Messaggio da Gianni Regalzi »

l'inquieta attesa
di un'altra notte insonne
squarcia il sereno

Al, 5 Tishri 5776 (18/9/2015)
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Messaggio da Gianni Regalzi »

SETTEMBRE

L'anima nuda si perde beata
dove la felce si sposa col cielo
e dall'ombra del bosco,
confusa allo stormir di antiche felci,
ritorna l'eco della dolce voce
che un tempo ormai lontano disse ti amo.

Ora l'autunno sparge un lento velo
e la dimenticanza il petto preme.


Alessandria, 9 Tishri 5776 (22/9/2015)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

DEDICATA A FRANCO FERRARI

E senza far rumore sei volato
in quelle praterie sempre verdi.

Il sole con la sua eterna luce
farà da faro al palco
sul quale col Tuo basso e la Tua voce
continuerai a farci compagnia.

Ciao Caro Franco,
sei sempre qui con noi.

Lisòndria, 22 settembre 2015
Gianni Regalzi (ieun di tó amiz)
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Messaggio da Gianni Regalzi »

FREDDA NEBBIA

Un attimo, un sospiro e un lento pianto
celati dietro un a battito di ciglia
che in quel mattino vuoto e senza tempo
han fatto del mio inferno il paradiso,
si sono persi all'ombra di un tramonto.

Inesorabilmente l'alba muore
mentre la fredda nebbia morde agli occhi.

Alessandria, 27 settembre 2015 (5776)
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Messaggio da Gianni Regalzi »

sboccia la viola
bacia il tuo volto il vento
lasciati andare

AL- 2014
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Messaggio da Gianni Regalzi »

LA CANTINA

L'azzurro poco a poco si fa nero
e scaglie arroventate di passato
feriscono lo scorrer del mio tempo.

Il peso di un pensiero,
il dolce-amaro acerbo di un inganno,
lo specchio arrugginito
e in fondo alla cantina quel lamento.

Lamento che svaniva
ogni qualvolta con mano tremante
sfioravo la maniglia della porta.

Chissà cos'era, mah, chissà chi era.

Resta un mistero, resta la paura
e la cantina ormai è solo un sogno
...un ricorrente sogno.

Alessandria, 1 Kheshvan 5776 (14/10/2015)
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LA GUARDIA NOTURNA DI CESU CH’U J’È ‘N PIASA

La guardia noturna di cèsu ch’u jè ‘n piasa,
l’ha facc la richiesta a l’aministrasiòn,
ad fè ‘l chёnt del marchёti , per vighi s’al pò,
finalment dop tònc ani, andèsna ‘n pensiòn.

L’adèt dèl cuntegi a l’ha verificà
che i chёnt i turnavu,
e còn ina lёtra ui l’ha comunicà.
Signor Tal dei Tali, GLI faccio sapere,

ch’al pò finalment andè fòr da’n tèl bali,
ma prima d’andè, u zògna fè l’inventari.
“L’inventari ‘d che cosa” la pensà con ‘n pó d’ònsia
“Ch’i ‘ndrenta ui ven ammachi chi ch’l’ha ma la pònsa”.

“Tutto quello che entra in questo locale,
deve esser pesato, lo dovrebbe sapere”
“A sòn d’acordi cun lü, che nulla si perda,
ma chi ‘ndrenta cum crёda, u i’entra ammachi d’la m*rda”.

“Quanto lei sta dicendo,
è una grande indecenza,
io lo devo sapere
cosa esce e cos’entra”.

“Mec a j’hό za dicc prima, me a sper c’um capisa,
chi ui ven tόnta gent, chi c’al caga e chi c’al pisa.
Quònd chi dròbu la porta, a pòs nent peizei tücc
e pò cuntrulè se n’hòn facc in bèl mügg.

A pòs nonc ublighèi ‘d fèila fè ‘n t’na butiglia
e pò cuntrulè che nessun se la piglia”.
“Ma, pensandoci bene, forse ha proprio ragione,
cosa scrivo però nella mia relazione?”

“Al pό scrivi ch’l’è ‘mnì e ch’ l’ha cuntrulà,
ch’l’ha peizà e ripeizà e la verificà:
Che la merce in questione, di primissima scelta,
era dentro a un bidone, ordinata a creanza”.

“Lei mi ha proprio convinto, farò certo così,
ma le chiedo sommesso, diggià che son qui
se può darmi un momento la chiave del cesso,
quando poi sarò uscito, faccia finta di niente,

perché ‘l depositato, non lo metto nel conto”.
“Ma cu staga tranquil, ai la las purtè a cà,
ma cu tira la corda,
quòndi che l’ha cagà”.

Lisondria, Utuber 2006
Gianni Regalzi (El fiò del Bosc e l’anvud du Smoj)


Traduzione dell'Autore.
La traduzione in lingua non segue la metrica
propria dell'originale in dialetto e in alcuni passi
non è esplicita né coerente.
P.S.: Non è mia abitudine tradurre in lingua
ne va dell'armonia e del significato a volte intraducibile.


LA GUARDIA NOTTURNA DEI GABINETTI PUBBLICI

La guardia notturna dei gabinetti pubblici
ha fatto la richiesta all'amministrazione
di fare il calcolo dei versamenti
per vedere se c'erano i requisiti
per accedere alla pensione.
L'addetto al conteggio ha verificato
che s'erano i requisiti
e con una lettera glielo ha comunicato.
Sig. Tal dei Tali GLI faccio sapere
che può finalmente andare fuori dalle balle,
ma prima di andare bisogna fare l'inventario.
L'inventario di che cosa,
ha pensato con un poco d'ansia,
qui vengono solo coloro che hanno mal di pancia.

Tutto quello che entra in questo ,locale
deve essere pesato, lo dovrebbe sapere.
Son d'accordo con lei, che nulla si perda,
ma qui dentro mi creda entra solo della Cacca.
Quanto lei sta dicendo è una grande
indecenza, io lo devo sapere cosa esce e cosa entra.
Come le ho già detto prima, ora spero mi capisca,
qui viene tanta gente, chi fa la pipì e chi fa la popò,
quando aprono quella poeta, non posso pesarli tutti
e verificare quanta ne hanno fatta
e non posso nemmeno fargliela fare
in una bottiglia e poi controllare
che nessuno la rubi.

Pensandoci bene forse lei ha ragione,
cosa scrivo però nella mia relazione?
Può scrivere che ha controllato
ha pesato e ripesato e ha verificato
che la merce in questione, di primissima scelta,
era dentro a un bidone e custodita a creanza.

Lei mi ha proprio convinto,
farò certo così, ma le chiedo sommesso,
diggià che son qui, se può darmi un momento
la chiave del cesso e, quando poi sarò uscito
faccia finta di niente perché il depositato
non lo metto nel conto.
Ma non si preoccupi, gliela lascio
portare a casa,
mi raccomando però,
tiri la catena appena ha finito.
Gianni Regalzi
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

OGGI

Unghie, gorgheggi, pugni, frasi vuote,
specchi convessi e concavi e catrame.

L'occhio ti guarda fisso e ti ipnotizza
ti mostra primavere e fuori è gelo.

Brilla la via, luci accese a festa,
ma nell'oscurità della sua tana
la belva ha ancora sete del tuo sangue.

Alessandria, 4 Kheshvan 5776 (17/17/2015)
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

Testo di Gianni Regalzi e Voce di Gianni Moi

https://www.youtube.com/watch?v=hRkRyroM6tk
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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

DAL ME CULEN-NI

Là ‘n fónd u j’è ‘l Bric dl’Oli e la Quaieuta,
pü ‘n zü la Prea, an popi ‘sü Pavón.
Ans l’ültima culen-na là ‘ns la dricia,
u j’è ‘l Casté e la roca ‘d Muncasté.

El vigni, i persu, i pum e tónt cirezi
j’adurnu tütt antur el panurama
e an primavera u smea ‘l Paradiz.

Se pó d’istà t’hai cóud e t’ei südà,
pianen at cali zü da la culen-na,
t’at uardi ‘ntur e se u j’è ‘nzeun ch’ut vigh
t’at büti bel e biut e ammez al cani
at fai u scanapeus ant l’acqua ad Tani.

Lisòndria, 6 g-ügn 2014
Gianni Regalzi
(El fió del Bosch e l’anvud du Smój)
(da “Silenzi e Pensieri”)

TRADUZIONE dell'autore
(Purtroppo la traduzione non rispetta la metrica dell'originale
in vernacolo privandolo drasticamente della originaria musicalità.
I versi originali sono tutti endecasillabi piani e tronchi.)

DALLE MIE COLLINE

Là in fondo c’è il Bricco dell’Oglio e la Quaglietta/più giù Pietra Marazzi, più in su Pavone/Sull’ultima collina sulla destra si trova il Castello e la Rocca di Montecastello/. Le vigne, i peschi, i meli, e i molti ciliegi/adornano tutt’intorno il panorama/e in primavera sembra il Paradiso/. D’estate se hai caldo e sei sudato/scendi piano dalla collina/ti guardi intorno e se non c’è nessuno/ti spogli nudo e in mezzo alla vegetazione/fai un tuffo nelle acque del Tanaro.

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Re: Gianni Regalzi

Messaggio da Gianni Regalzi »

AMARO MIELE

L'insano desiderio di quel miele
mi fece rovinare dalla rupe
fra spine, abbagli, rose, fiamme e affanni.

A volte cieli tersi e lievi brezze
sfioravano i mie sensi e la mia pelle,
a volte rovinosi nubifragi
ferivano violenti i miei pensieri.

Raggio di luna e poi rovente lama,
rosa di rose, schegge ai polsi e agli occhi,
acqua di fonte, olezzo di pattume,
nero più nero infine e in fondo al pozzo
inutilmente tergo la mia vita
lordata da quel miele amaro e impuro.

Alessandria, 7 Kheshvan 5776 (20/10/2015)
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